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A Trento Smart City i «cittadini digitali» di Alfonso Fuggetta

E oggi, al termine della seconda giornata di kermesse, sono già più di 500 le utenze SPID attivate dagli operatori della Provincia

Alfonso Fuggetta, professore di informatica al Politecnico di Milano, e autore di un saggio sulle competenze necessarie per muoversi nel mondo digitale, ha partecipato ad un doppio appuntamento oggi a Trento Smart City.
Dapprima a Palazzo Geremia intervistato da Paolo Mantovan, direttore del quotidiano Il Trentino, ha spiegato in che modo è possibile attivamente «essere cittadini in una società iperconnessa».
Il secondo incontro era nell’ambito di una chiacchierata informale insieme a Giampaolo Pedrotti, capo ufficio stampa della Provincia, e al pubblico di Piazza Duomo com’è nello stile degli aperitivi digitali di Trento Smart City.
 
Quello con Alfonso Fuggetta, nella seconda giornata di Trento Smart City, è stato un incontro denso di riflessioni intorno alla «cittadinanza consapevole nell’era digitale» e sul come agevolare il processo che porta alla crescita non tanto di cittadini digitali, quanto di persone in grado di vivere consapevolmente nuovi contesti in cui internet e le tecnologie non sono solo strumenti a disposizione ma un costituente particolarmente importante dell’esistenza.
Proprio per la complessità insita nei processi di trasformazione digitale, non è possibile, secondo Fuggetta, semplificare nel senso di sminuire il concetto: il digitale è un elemento intrinseco e costitutivo della cultura e della cittadinanza di questi nostri tempi e non semplicemente un settore o un ambito parallelo e/o separato rispetto al resto della società. 
 

 
Solamente i cittadini più maturi e consapevoli saranno in grado di muoversi in un mondo sempre più complesso e «articolato».
Sono questi, quindi, secondo la definizione di Fuggetta i veri e propri «cittadini digitali».
Educazione necessaria anche e soprattutto per i cosiddetti nativi digitali, molto meno maturi digitali di quanto si pensi, e che hanno bisogno di un percorso educativo nuovo, che vada ben oltre il semplice addestramento all’uso delle app o lo studio della tecnologia, in quanto la potenza e la pervasività degli strumenti e dei paradigmi del digitale richiedono un salto di qualità nel livello di maturità, nelle competenze e conoscenze di cultura generale e nei modelli cognitivi e comportamentali.
Concetto, quello della complessità del rapporto tra digitale e giovani, che è emerso anche nell’incontro di venerdì dedicato al cyberbullismo con Paolo Picchio.
 
Alfonso Fuggetta ha illustrato le potenzialità e i rischi della rivoluzione digitale avvisando però che, a parte il conoscere il funzionamento degli strumenti digitali, per contrastare fake news o hate speech, non basta avere ben presenti le regole o essere alfabetizzati in informatica.
Vi è la necessità assoluta di individuare metodi nuovi, originali ed esaustivi per affrontare questa iper-connessione nella quale siamo immersi in ogni aspetto del quotidiano: alla base di questo processo, la ricetta principe resta l'educazione dei giovani e non semplicemente la loro formazione.
E a proposito di 5G, secondo Fuggetta bisogna riuscire a contenere gli allarmismi, fino a prove contrarie di evidenza.
Sicuramente porterà un cambio radicale di dinamiche nell’utilizzo delle reti mobili, che non potrà comunque lasciarci indifferenti. Così come non lo è stato l’arrivo degli smartphone a inizio anni 2000, oggi veri e propri computer dalle infinite possibilità.
 

 
Piuttosto quindi che «spaventarsi» per i possibili rischi, varrebbe la pena considerare con entusiasmo quelle che potranno essere le novità. Anche nel mondo del lavoro, il digitale ha portato comunque nuova occupazione e nuove professioni.
Ciò che è la sfida del cambiamento non necessariamente è da demonizzare a priori. Vantaggi e rischi devono essere opportunamente bilanciati, insieme allo sviluppo delle competenze necessarie per essere in grado di sfruttare in pieno le innovazioni che arriveranno, in svariati ambiti, dalla produzione industriale a quella manifatturiera ed agricola, passando per l’automazione digitale.
Progettualità, leadership, lavoro e sviluppo sono però fattori necessari affinché queste opportunità possano effettivamente diventare concrete.
Parlando di amministrazioni pubbliche, la novità del digitale non è tanto quella di portare nuovi servizi, ma piuttosto di semplificare i rapporti tra cittadini e operatori.
 
Anche Alfonso Fuggetta così come molti altri protagonisti di Trento Smart City, ha poi proseguito la chiacchierata spostandosi in ambito social network in occasione dell’Aperitivo Digitale insieme a Giampaolo Pedrotti capo ufficio Stampa della Provincia.
Che cosa deve avere una città per definirsi smart? «Una città è smart quando attraverso le tecnologie è in grado di valorizzare e agevolare le persone, facilitando l’accesso a nuovi servizi e facilitazioni» – ha riposto Fuggetta.
E poi ha continuato: «Internet e Social Network potrebbero sembrare le due facce di una stessa medaglia. La differenza tra loro è la visione che ne deriva: il social network rappresenta le applicazioni (alcune) che girano su una rete aperta (internet) che deve rimanere tale proprio per l’enorme potenzialità di cui è portatrice.
«Non è però vero che internet sia completamente esente da regole, come spesso si sente dire, è piuttosto una comunità virtuale al pari di una piazza o altro luogo di discussione reale.
«Nel bene e nel male internet ha un effetto amplificatorio e così fake news e campagne di odio potrebbero rappresentare un rischio maggiore di quello che non sono.
«Educazione digitale e diffusione di una cultura digitale a tutti i livelli, fin da piccoli, è la soluzione per arginare il cattivo uso della rete.»
 

 
A proposito di essere veri e propri cittadini digitali, al termine della seconda giornata di Trento Smart City, sono già più di 500 le utenze SPID attivate presso lo Stand Identità Digitale, grazie anche al supporto degli operatori della Provincia autonoma di Trento, che hanno accompagnato i cittadini alla scoperta dei servizi digitali attualmente disponibili sul territorio trentino e realizzati proprio dai Servizi e dai Dipartimenti provinciali. Il servizio prosegue domenica.
Anche domani sarà quindi possibile conoscere l’utilizzo della nuova app IO Italia, strumento per ricevere messaggi, avvisi, comunicazioni da parte dell’ente pubblico, i servizi relativi a Smart Working, le due app dedicate al mondo dei trasporti Drop Ticket e Open Move. 
 
Ci sarà il progetto europeo Life FRANCA per la difesa delle alluvioni messo in atto dal Servizio Bacini Montani, e il visualizzatore Web Gis pubblico per la ricerca e la valorizzazione di informazione di carattere provinciale su base geografica, ed un altro sistema STEM per l’archiviazione, la consultazione e l’elaborazione dei dati provinciali tele rilevati.
E ancora la Gestione Informatizzata dei Piani Urbanistici (GPU), l’Euregio Family Pass, le funzionalità della app Trec per la salute e i primi risultati del workshop che focalizza sull’uso delle tecnologie applicate al territorio montano.
Il Servizio Prevenzione Rischi accompagnerà i visitatori alla scoperta della Centrale Unica di Emergenza di Trento e per il mondo delle scuole sarà possibile conoscere i servizi «Un giorno a scuola» e «cartella dello Studente» e «Registro elettronico di classe».

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