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La città di Trento messa in ginocchio dalle troppe iniziative

«Trento Smart City», «City Golf in Trento» e «Festival d’Autunno» hanno intasato la città: ci vuole una cabina di regia e servono sale a grande capacità ricettiva

Qualche anno fa avevamo osservato l’aumento considerevole dei turisti che la città di Trento ha saputo attirare, grazie alle molteplici attività che vengono attivate e grazie alla capacità di Elda Verones, vulcanica direttrice dell’APT di Trento, Bondone e Valle dei Laghi.
Un paio di volte avevamo definito i turisti «numerosi come le cavallette», non per irriverenza nei loro confronti ma per ricordare che il fenomeno va tenuto sotto controllo. La città è soprattutto dei trentini che la abitano.
Oggi però Trento ha assistito a qualcosa di cui i turisti non hanno assolutamente colpa, ma che l’ha messa in ginocchio.
 
La città ha ospitato varie attività, le cui più importanti sono state «Trento Smart City», «City Golf in Trento» il «Festival d’Autunno città di Trento», il «Bazar dei Libri» e altre ancora.
«City Golf» non si è limitato a invadere le strade e le piazze, ma anche i luoghi culturali più significativi della città. La Tridentum romana, il Magno Palazzo, il Teatro Sociale…
Noi siamo più che favorevoli al golf, sia ben chiaro, ma abbiamo avuto l’impressione che stavolta si sia andati un po’ oltre il segno, che si sia mescolato il sacro al profano in entrambi i sensi.
 
Ma quello che rendeva impossibile girare per il centro della città era proprio l’accavallamento delle manifestazioni.
Ci pare legittimo domandarci se non ci sia stata a monte una cabina di regia per evitare questi ingorghi di manifestazioni, peraltro tra loro incompatibili.
L’altra cosa che ci domandiamo è per quale motivo le iniziative siano state promosse con tanta abilità organizzativa, mentre non si è riusciti a mantenere il passo con le strutture e infrastrutture.
 
Qualche mese fa c’è stato il «Festival dell’Economia» e tra meno di un mese ci sarà il «Festival dello sport», che ha segnato un altro grande successo per la Pubblica amministrazione provinciale.
Eppure i teatri e gli auditorium sono rimasti quelli di vent’anni fa. La sala con la maggiore capacità ricettiva è l’Auditorium S. Chiara, che non raggiunge i 1.000 posti a sedere.
Con l’esperienza dello scorso anno, possiamo dire che ci sarà da piangere al Festival dello Sport. Basti ricordare che in certi casi le sale erano appena sufficienti per accogliere tutti i giornalisti accreditati…
 
Le intenzioni sulla carta ci sono, in testa a tutte la struttura fieristica che dovrà sorgere a Piedicastello dove un tempo si trovava l’Italcementi. Ma è ferma. Tre anni fa l’assessore comunale al Commercio aveva assicurato che in due o tre anni al massimo anni la struttura modulare sarebbe stata approntata e collegata al centro storico. E invece è tutto fermo.
La colpa non è certo dell’assessore Stanchina, che anzi è vittima, ma certamente qualcuno che gestisce i progetti per qualche ragione si è incartato.
Passeremo anche il Festival dello Sport 2019, la città è molto paziente. Ma potrebbero non esserlo i turisti e i visitatori.
Bisogna mettere le ali ai piedi alla capacità produttiva e istituire una cabina di regia capace di gestire razionalmente le iniziative.

GdM

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