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Giovanni Coppola: «Bourbon in un giro di blues»

Un romanzo sociale contro il politically correct. Uno spaccato sul Paese dei poteri dove la politica guarda i profitti e non gli ideali

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Titolo: Bourbon in un giro di blues
Autore: Giovanni Coppola
 
Editore: Algra, 2023
Genere: Narrativa moderna contemporanea

Pagine: 180, Brossura
Prezzo di copertina: € 14
 
 Descrizione  
Un pub è un microcosmo che ospita destini diversi. Così è il Charlie Brown, il posto dove Felix prepara i suoi cocktail e dove Manero, il professore, e Cirino, con i suoi sodali, trascorrono le serate.
È lì dentro che i loro inferni si incrociano, tra le scorie degli anni di piombo, i frammenti di un amore scorbutico e l’algebra della malvivenza.
A fare da cornice Catania con le sue trame di mafia, chiusa dentro un patto tossico di connivenze e convenienze che avvelena la città: c'è la violenza della strada, l'immobilismo di una città splendida ma tossica, droga, corruzione.
Ma anche la mafia (quella nigeriana, soprattutto, con i suoi rituali violenti), la solitudine sentimentale e i ricordi dolorosi di un passato che continua a far sanguinare le ferite.  
Poi c’è una piccola isola felice: al Charlie Brown si incrociano i sogni, le speranze e le delusioni dei quattro protagonisti.
 
 Scrive l’Autore sui suoi protagonisti  
«Più che vinti sono dei disillusi, dei non sognatori. Affrontano e accettano la vita con le armi del disincanto. Io credo che la felicità non consista nell'avere la vita perfetta, ma nel saper trovare la giusta forza e le giuste motivazioni per superare gli ostacoli che di volta in volta si incontrano. La perfezione non esiste e qualora esistesse sarebbe eccessivamente noiosa da raccontare».
«Il mondo è un mattatoio buono solo per macellai e affamati di ogni genere e specie. È un circo dove la fanno da padroni domatori e prestigiatori, non c’è posto per chi domanda cose tipo: Scusi, sa, avrei della fame arretrata, la mia dispensa è piena di diritti ignorati, non ho pane, io, ma solo le vostre belle parole. I politici stabiliscono leggi e proclamano teoremi. Facce di minchia. Ecco tutto!
«Il resto lo facciamo noi con la nostra ingenuità. Siamo noi a creare il loro mondo. Quando chiedono il microfono è perché bramano carne fresca, sanguinolenti brandelli di vita, hanno bello e pronto il loro alfabeto di torture, sono pronti a svuotare il loro pitale di veleni sulle nostre teste e preparano orizzonti di forche e di ossa. Non servono più un’idea, una visione di passione, servono i tassi di interessi, e il diavolo è nato proprio dentro il calcolo dei profitti.
«Ti sibila che sta lavorando per te, il diavolo, e ti congeda con un untuoso: Caro amico. Il grande imbonitore ieri ha invitato gli ignari alla cena del voto. C’erano tutti: rivoluzionari della chiacchiera, gli eroi della sesta, i riempi spazi, gli eiaculatori di sciocchezze, i distributori di frasi fatte.»
 
 L’autore  
Giovanni Coppola è nato a Catania, dove vive e lavora. Ha pubblicato il saggio Il Cavaliere, l’elefante e il Leviatano, la raccolta di poesie L’estasi della menzogna (Premio «Fortunato Pasqualino» 2011) e, per i nostri tipi, il romanzo «Una comune storia sbagliata» (Premio della critica «Etnabook» 2022).
È autore dell’opera teatrale Morte di un giudice che ha riscosso un notevole successo di pubblico e i favori della critica.
Ha collaborato, per alcuni anni, con il quotidiano «Giornale di Sicilia» e con diversi periodici locali, occupandosi di sport, cultura e spettacolo.
Ama i suoi tre figli, il genio di Celine, il bourbon e il Catania calcio.

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