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Paolo Pedri: «Genesi di un ardito 1915-19: Francesco Giangrande»

Un saggio storico presentato in forma narrativa, risultato di un’approfondita ricerca storica, documentata con un vasto archivio fotografico

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Titolo: Genesi di un ardito 1915-19: Francesco Giangrande
Autore: Paolo Pedri
 
Editore: ‎Independently published 2022
Nota: Autore trentino di Rovereto

Pagine: 374, illustrato con 200 foto, brossura
Prezzo di copertina: € 36
 
 Il contenuto  
Il libro ripercorre le straordinarie vicende militari del Tenente Francesco Giangrande, dall’inizio della Grande Guerra fino alla Spedizione di Fiume.
Grazie al vasto e prezioso archivio documentale e fotografico che lui ci ha lasciato, è stato possibile ricostruire nei particolari la sua avvincente storia personale.
Ottimamente contestualizzata dall’autore, essa permette di comprendere nel profondo le ragioni, materiali ed ideologiche, che l’hanno spinto ad aderire con entusiasmo ai Reparti d’Assalto e a viverne l’incredibile epopea.
 
Fante nel 36° Reggimento Brigata Pistoia
Mitragliere con la 1386ª Compagnia FIAT
Ardito nel XXIX° Reparto d’Assalto Alpino
Legionario Fiumano nel Battaglione Volontari Dalmati F. Rismondo
 
Nel 1916 Giangrande fu impegnato nei combattimenti in val d’Astico, poi sul Carso e sul Piave fino ad approdare al 29° Battaglione d’Assalto, che era operativo in val Lagarina.
Con gli Arditi partecipò a tutti i più furiosi combattimenti, distinguendosi tra i tanti valorosi ufficiali guidati dal Capitano Gastone Gambara e guadagnandosi ben due Medaglie al Valore (una d’Argento ed una di Bronzo), una Croce di Guerra al Valor Militare e due Croci al Merito di Guerra. Insieme ai suoi compagni, fu tra i primi ad entrare a Trento il 3 novembre 1918.
Successivamente, aderì con entusiasmo al progetto dannunziano che aspirava ad annettere Fiume e la Dalmazia, entrando a far parte del Battaglione Volontari «F. Rismondo», ma nel 1920 quel sogno venne bruscamente interrotto.
 
Un testo storico che non può mancare nella libreria di un appassionato di storia della Grande Guerra e di Arditismo in particolare.
 
 Nota dell’autore Paolo Pedri  
Mi sono avvicinato alle vicende della Prima Guerra Mondiale da bambino, cercando tracce e reperti in giro per le montagne vicino a casa. Erano i primi anni ’80 e in superficie c’era ancora di tutto. Poi ho cominciato a leggere libri e a studiare, per capire cos’era successo.
Mi hanno sempre attratto gli oggetti provenienti dal passato. Li cerco e li colleziono, perché li vedo come dei testimoni silenziosi, che non parlano, ma che si lasciano leggere.
Mi emoziona l’idea che abbiano attraversato il tempo e lo spazio per giungere fino a noi e sono consapevole della responsabilità che abbiamo di non interrompere questo loro viaggio per permettere ad altri dopo di noi di prendersene cura.
Molti di essi, infatti, sono destinati a durare ben oltre la nostra stessa esistenza e noi siamo solo dei custodi temporanei.
 
Per gli appassionati di questa tematica, i cimeli della Prima guerra mondiale hanno un valore speciale perché sono il tramite per tornare mentalmente indietro nel tempo, nell’affascinante ma difficile tentativo di scoprire e comprendere quei drammatici accadimenti che hanno stravolto le famiglie e l’intera società dell’epoca.
Nessun’altra guerra ha coinvolto ogni aspetto della vita sociale ed economica come ha fatto quella del 1915-18. Essa ne ha modificato radicalmente lo sviluppo e tutte le prospettive.
Studiare ciò che è successo è, quindi, anche un modo per capire meglio il presente visto che quest’ultimo è, inevitabilmente, anche figlio del passato.
Il caso vuole che io stia scrivendo questo testo proprio in un momento storico molto difficile e delicato. È in corso la terribile invasione dell’Ucraina da parte della Russia e, oggi, ancora non si sa come potrà finire.
 
In questo senso, la voglia di Conoscenza non è quindi dettata da un approccio nostalgico o passatista, tutt’altro.
Essa è, piuttosto, un’operazione culturale estremamente contemporanea e anticonformista.

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