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«Renato Ballardini» – Di Mauro Marcantoni e Milena Di Camillo

Presentato il nuovo volume editato dalla Fondazione Museo Storico del Trentino per la collana '900 testimonianze, con la prefazione di Giorgio Napolitano

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È stato presentato il volume Renato Ballardini, edito dalla Fondazione Museo storico del Trentino per la collana «'900 testimonianze», che si propone di parlare della vita di uomini trentini, in vita, che hanno scritto pagine di storia.
Il principio è quello di scrivere biografie con la collaborazione stessa degli interessati, formula che secondo noi ha il vantaggio indiscutibile di avere riscontri oggettivi.
 
Se nel primo volume era stata ricostruita la vita del senatore Giorgio Postal, democristiano doroteo che ha operato nel corso di tutta la Prima Repubblica stando dalla parte del potere, stavolta Mauro Marcantoni e Milena Di Camillo hanno voluto parlare di un illustre parlamentare che stava dalla parte opposta, essendo stato sempre di sinistra.
Socialista, per la precisione, perché a Ballardini sembrava che fosse un partito meno dogmatico del Partito Comunista Italiano.
 
Il primo insegnamento di questa meticolosa ricostruzione sta nella conferma che le opposizioni della Prima Repubblica avevano un ruolo decisamente importante. Forse era il dialogo il segreto della Democrazia Cristiana, cosa che negli ultimi 20 anni pare scomparso. E ne vediamo i risultati.
Fatto sta che anche Ballardini si è trovato al posto giusto al momento giusto sia per quanto riguarda la storia locale che quella nazionale.
 
La rilettura della vita politica e dell’attività istituzionale di Renato Ballardini ci riporta agli anni delle grandi battaglie civili e dei cambiamenti sociali nel nostro Paese.
Lo ha scritto il presidente Giorgio Napolitano nella prefazione che dà alto lignaggio all’opera.
«Dinanzi ai fermenti che percorrevano la società italiana – scrive Napolitano, con chiari riferimenti alla litigiosità politica del nostro tempo – il Parlamento italiano seppe operare come arena di confronto civile, di composizione dei conflitti, di sintesi delle esigenze del Paese, di elaborazione di risposte meditate.»
 
Due i momenti che hanno visto Ballardini a scrivere pagine di storia.
Il primo è il ruolo che ha avuto nella ricomposizione della vertenza dell’Alto Adige, che dai tempi della Notte dei Fuochi in poi ha sofferto per qualcosa come 360 attentati dinamitardi. L’onorevole Ballardini era riuscito a rappresentare a Roma, anche presso i suoi compagni di partito, le legittime stanze di Silvius Magnago, avviando il processo che portò alle due Autonomie di Trento e di Bolzano. E alla Commissione del 19.
Il secondo è il ruolo che ha potuto giocare nella faticosa legge sul divorzio. Allora era presidente della Commissione affari Costituzionali ed è toccato a lui formulate la relazione che doveva consentire al paese di votare la legge senza violare, con il Concordato, la Costituzione italiana. E c'è riuscito.
 
Nel leggere la vita di Renato Ballardini, grazie a Mauro Marcantoni e Milena Di Camillo, si ripercorre la storia della nostra regione e del nostro Paese.
Per Marcantoni, parlare di Ballardini è stata una scusa per scrivere la storia d’Italia del dopoguerra.
Così come ha fatto con Giorgio Postal, è riuscito a comporre tassello per tassello i fatti e gli avvenimenti stando dalla parte delle opposizioni.
Milena Di Camillo ha saputo inserire nella portante storica i mille aneddoti che fanno della vita di Renato Ballardini un insieme di saggezza umana e coerenza politica che pochi possono vantare.
 
Al termine della presentazione, Renato Ballardini (foto in basso) ha commentato il libro che parlava di lui. Ed è questo l'interesse principale suscitato dalla collana del Museo Storico, perché consente al personaggio della biografia di esprimere il proprio parete, essendo in vita.
«Non ho scritto la storia. – Ha detto con la sua solita modestia. – Mi trovavo lì per caso. È la storia che ha scritto me.»
Ha ripercorso i fatti raccontati da Marcantoni e Di Camillo, cercando di farli apparire più che normali, come se avesse potuto viverli qualsiasi altra persona se avesse avuto la stessa possibilità di trovarsi al suo posto.
Noi sappiamo che le cose non accadono mai da sole, né per caso.
E, certamente, lo sa anche Renato Ballardini.
 
Guido de Mozzi
g.demozzi@ladigetto.it
 

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