Alla Biblioteca Civica di Trento
«I vandali in casa» - Presentato il libro di Antonio Cederna
«Il più agguerrito,
attrezzato, rigoroso scrittore e polemista sulle vicende
dell'urbanistica, della natura, dei centri storici, dei monumenti
sempre minacciati». Così Vittorio Emiliani ha definito Antonio
Cederna all'indomani della scomparsa del giornalista-scrittore
avvenuta il 27 agosto 1996.
Per oltre quarant'anni Cederna ha incarnato il ruolo spesso scomodo
di «fustigatore di malefatte», già perpetrate o in procinto di
esserlo, firmando articoli dapprima sulle pagine del Mondo e
successivamente su quelle del Corriere della Sera, di Repubblica e
dell'Espresso, scrivendo libri, partecipando alle battaglie civili
e politiche per la salvaguardia dei beni ambientali e culturali. Un
fustigatore non astratto o apocalittico, ma puntigliosamente
documentato e in grado di suggerire soluzioni concrete. Rileggendo
Cederna, il cittadino e l'amministratore possono forse apprendere
meglio la responsabilità nei confronti di un futuro nascosto,
almeno in parte, nei segni terrestri del passato. Che poi sia una
lettura che mescola al piacere l'amaro è soltanto un altro motivo
di riflessione.
Il curatore del libro, il giornalista Francesco Erbani, lavora
nella redazione culturale del quotidiano La Repubblica ed è il
vincitore del Premio di Giornalismo civile nel 2003.
Il contenuto del libro in breve:
«Vandalo è chi distrugge l'antico. Ma non solo. Vandalo è chi
distrugge l'antico perché la città assuma una fisionomia più
consona a interessi privati e non pubblici, perché il suo
territorio venga spremuto al pari di una risorsa dalla quale
ricavare quanto più reddito possibile. La degradazione della storia
e della sua eredità, la manomissione della natura non sono solo
violazioni inammissibili di quanto il passato ha elaborato. Sono
anche uno dei modi di essere dell'Italia in quegli anni. Questo
libro dà il tono di un paese che sarebbe potuto essere diverso da
com'è».
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