«Il Brenner» alla Biblioteca Civica
Qualificante dibattito sulla storica rivista di Trakl, Loos, Ebner e Dallago
Mercoledì 18 aprile alle 17,30, la
Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale ospita Il «Brenner".
La rivista di Trakl, Loos, Ebner e Dallago, conferenza organizzata
dal Centro studi sulla storia dell'Europa Orientale all'interno del
ciclo di incontri «Il Trentino e la Mitteleuropea». Interverrà
Massimo Libardi (del Centro studi), a introdurre sarà Fernando
Orlandi. Il ciclo di conferenze è realizzato in collaborazione con
la Biblioteca austriaca della Biblioteca Comunale di Trento.
Il «Brenner» è stata certamente l'unica pubblicazione tirolese del
Ventesimo secolo di rilevanza europea. È l'unica rivista che ha
attraversato l'intera temperie culturale della prima metà del
Novecento, vivendo la Grande guerra, la scomparsa della Duplice
Monarchia, il nazismo, la Seconda guerra mondiale e gli anni del
primo dopoguerra. Pubblicazione tanto rilevante quanto negletta e
sicuramente poco conosciuta.
Fondata a Innsbruck da Ludwig von Ficker esce, con periodicità e
fasi alterne, dal giugno del 1910 al maggio del 1954. Con la
rivista e il suo ideatore, in forma diversa ebbero rapporti due dei
principali pensatori del Novecento: Ludwig Wittegenstein e Martin
Heidegger.
La rivista nasce quando Ficker si incontra con il poeta e filosofo
tirolese Carl Dallago, che lo affascina, ma che nell'ambiente
conservatore e cattolico del Tirolo non trova spazio per
esprimersi. Di Dallago, Ficker accetta il rifiuto della tirannide
della stampa, l'avversione verso lo sviluppo tecnologico e il
predominio dell'economia e l'opposizione alla Chiesa cattolica
ufficiale, che Ficker aveva abbandonato nel 1908. Dallago infatti
sogna una società libertaria e preindustriale, rifiuta la modernità
in nome di una natura originaria, insegue il sogno di un «uomo
puro», nemico di ogni istituzione.
La rivista, comunque, nasce con l'obiettivo di creare un
laboratorio intellettuale in Tirolo. È concepita come luogo di
incontro di opinioni diverse purché fuori del comune, non ponendosi
il problema che queste risultassero tra loro inconciliabili. Di
contro all'ostilità e ironia della stampa locale, Karl Kraus la
sostenne e contribuì significativamente alla sua diffusione: «Che
l'unica, autentica rivista austriaca si trovi a Innsbruck, dovrebbe
essere noto, se non proprio in Austria, certamente in Germania, la
cui unica autentica rivista si trova parimenti a Innsbruck».
Ignatz Zangerle, che del Brenner fu collaboratore, distingue in tre
fasi la sua vicenda: dal 1910 al 1914, segnata dai contributi di
Dallago e Georg Trakl, fu «religiosa». Dal 1914, con l'arrivo di
Theodor Haecker (cui seguì quello di Ferdinand Ebner), al 1925 fu
«cristiana»; mentre dal 1926 al 1954, con i contributi di Gertrud
von Le Fort e Paula Schlier, fu «cattolica».
Nel suo periodo iniziale il Brenner è in consonanza con le
posizioni di Kraus, Adolf Loos (di cui pubblica tutta l'opera
saggista) e Arnold Schönberg - la critica all'ornamento. La
fiorentina Voce scrive: «Rivista d'avanguardia, senza colore
politico, fatta da giovani. La sua nota dominante: sincerità…
Bisogna leggere il Brenner per sapere cosa sia vivo nell'Austria
intellettuale di oggi».
Nei primi anni la rivista rappresenta un centro di sperimentazione
linguistica: i temi trattati sono di carattere poetico, letterario
e artistico che ne danno una connotazione «espressionista».
Il 14 luglio 1914 Trakl si congeda da Ficker e parte militare,
addetto alla sanità, per la Galizia. All'inizio di settembre,
mentre è in corso la battaglia di Grodek-Ravaruska si trova ad
assistere da solo e senza medicine 90 feriti gravi. Nel corso della
ritirata tenta il suicidio, ma è salvato dai compagni. La vicenda
lo segna in modo ineluttabile e il 3 novembre si suicida con
un'overdose di cocaina - lascia il suo testamento poetico a
Ficker.
L'orrore della guerra, così tragicamente incarnato da Trakl, oltre
che declinato nella sua poesia, è all'origine del profondo
mutamento della rivista dopo il 1919 (nel corso del conflitto aveva
sospeso le pubblicazioni). Si apre una seconda fase, che può essere
definita ideologico-religiosa. Fondamentale è l'incontro di Ficker
con Ebner, che diventa la figura centrale di questo periodo, il
filosofo della rivista. L'esperienza della guerra ha come portato
l'interesse per la dimensione religiosa. Di fronte alla "selva
della disperazione", il Brenner apre un confronto sulla possibilità
che il Cristianesimo rappresenti una via d'uscita.
Ma pubblicando Ebner Ficker rinuncia all'edizione di un testo
fondamentale del Novecento: il Tractatus di Wittgenstein. La
mancata pubblicazione porta all'interruzione dei rapporti tra
Wittgenstein e Ficker, mentre all'interno della rivista si
inaspriscono le tensioni tra Haecker, Ebner e Dallago, che portano
alla fuoriuscita dalla redazione del filosofo bolzanino e alla
separazione totale dalla rivista.
La terza fase, decisamente meno rilevante, del Brenner va dal 1927
al dopoguerra (negli anni dal 1945 al 1954 se ne pubblicarono solo
tre numeri). Nel 1926 Ficker si era infatti avvicinato gradualmente
alla Chiesa cattolica, grazie anche alla conversione dell'amica e
collaboratrice, la poetessa espressionista Schlier. Da quel momento
la rivista fu «dichiaratamente cattolica».
Il dopoguerra segna il declino della vicenda del Brenner. Vicenda
intellettualmente straordinaria e assai stimolante che ora viene
ricostruita e ripercorsa nella conferenza di Massimo Libardi.
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