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«Dalla dittatura alla democrazia» – Di Ferdinando Martinelli

E' stato presentato il volume che parla dei Comitati di liberazione nazionale di Riva del Garda, Arco, Nago e Torbole» Edizioni MAG - Museo dell'Alto Garda

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Lunedì 11 Aprile alle ore 20.30 in Rocca è stato presentato il volume di Ferdinando Martinelli «Dalla dittatura alla democrazia. I comitati di liberazione nazionale di Riva del Garda, Arco, Nago e Torbole», era presente l'autore.
Il volume prosegue una collana di studi sul Novecento realizzata dal MAG - Museo Alto Garda in collaborazione con l'associazione culturale «Riccardo Pinter».

Il tema, importante e attuale, anche se finora poco indagato e, soprattutto tra i giovani, pressoché sconosciuto, è stato affrontato da uno studioso che da tempo si occupa di storia locale: Ferdinando Martinelli.
Lo scopo era tentare di comprendere come, nel Basso Sarca, le popolazioni di Riva del Garda, Torbole, Nago ed Arco affrontarono il momento particolare di passaggio che dalla fine della guerra e del regime fascista le portò ad accogliere e approvare con larga maggioranza la repubblica e il sistema democratico.

Nello studio di Martinelli emergono i principali attori di questa transizione: Dante Dassatti (PCI) in primo piano, ma anche don Giovanni Parolari, allora cappellano a Riva, (partigiano delle Fiamme Verdi), Guido Moser e Lino Righi (PSI), Iginio Mandelli (DC) e Filiberto Poli (indipendente) in una rosa di appartenenze politiche diverse ma con uno spirito di condivisione e di ferma volontà di realizzare gli ideali sui quali avevano costruito la propria adesione alla Resistenza.

È un succedersi di dati e di notizie legate a quei giorni, in cui l'aspetto caratterizzante da parte di tantissimi citati e studiati nel volume è la convinzione e la volontà diffusa di voler cambiare modo di costruire la vita collettiva.
Per tutti, la piena condivisione degli ideali della Resistenza che, mentre auspicava uno stato repubblicano, era animata da una ferma volontà di allontanare i soprusi subiti per tanti anni da un regime totalitario.

Soggetto capace di gestire la complessità di un momento di confusione come i giorni dopo l'armistizio, fra fame, case distrutte e soprattutto violenze dell'esercito tedesco in ritirata, fu il Comitato di liberazione nazionale, presente in tutta Italia e anche nei quattro comuni qui analizzati.
Furono quegli uomini e quelle donne che riuscirono a evitare vendette, ad allontanare i soprusi e le prevaricazioni che invece caratterizzarono in altre parti d'Italia quelle giornate e a riportare la fiducia nel senso di giustizia collettivamente sentito.

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