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I sentieri dei libri. Il Premio Itas «In montagna»

Al Rifugio Lancia sabato 17 agosto un omaggio alla grande storia d’amore tra la poetessa Antonia Pozzi e Dino Formaggio

Una grande storia d’amore quella che lega il Premio ITAS con la montagna. E una grande storia d’amore sarà quella che racconterà il nuovo appuntamento promosso dal Premio in alta quota, al Rifugio Lancia, alle pendici del Pasubio.
Sabato 17 agosto, alle 14, Giuseppe Sandrini, professore di letteratura italiana dell'Università di Verona, dialogherà con Lorenzo Carpanè, docente dell’Università di Verona e giurato del Premio ITAS, in un viaggio che porterà ad esplorare le poesie di Antonia Pozzi e le sue lettere a Dino Formaggio. Un flusso di parole ricco di sentimenti, emozioni e riflessioni tratto da Soltanto in Sogno, opera di Sandrini, segnalato al 41° Premio ITAS del Libro di Montagna.
 
L'appuntamento al Rifugio Lancia cercherà di scavare nell’animo di una «ragazza traboccante di vitalità, che andava in montagna con le guide alpine, cavalcava, nuotava», innamorata della vita, destinata a diventare una grande poetessa.
Un racconto reso ancora più avvincente e suggestivo dai versi della Pozzi che Eugenio Montale apprezzò per «il fuoco che compongono nell’animo del lettore», e dalle sonorità della HLVS, la band di Palestra della Scrittura di Milano, un gruppo di affiatati musicisti dediti a performance di fusione ritmica tra parole e note. Il tutto alla ricerca della completa sintonia con l'ambiente naturale circostante.
 
Il prossimo appuntamento con il Premio ITAS del Libro di Montagna sarà a settembre, in occasione di  PordenoneLegge, evento al quale parteciperanno il Presidente del Premio, Enrico Brizzi, e Mario Casella, vincitore della 41ª edizione. 
 
 Soltanto in sogno
A cura di Giuseppe Sandrini, Alba Pratalia, 2011.
Dalla IV di copertina.
In questo libro sono riunite per la prima volta le appassionate lettere che Antonia Pozzi (1912-1938) inviò a Dino Formaggio, suo compagno di studi all’Università di Milano, negli ultimi due anni della sua vita, prima di morire suicida e di diventare, con la pubblicazione postuma di Parole, una delle poetesse italiane più lette ed amate.
 
A Dino Formaggio (1914-2008), destinato a una lunga e brillante carriera di filosofo dell’arte, Antonia affidò anche quella che considerava la sua più importante eredità: una busta piena di fotografie scattate nei suoi «luoghi dell’anima» (da Pasturo alle Dolomiti, dalla Liguria alle campagne lombarde), dietro alle quali scrisse, appositamente, delle didascalie che specificano impressioni, fantasie,sentimenti.
 
Le lettere, quasi tutte inedite, sono pubblicate nel loro testo integrale e accompagnate da una scelta di 75 fotografie che bene esprimono l'amore di Antonia per la natura e per le umili figure del lavoro umano: ne esce il ritratto veridico di un giovane donna in bilico tra la «fatica sacra» della poesia e l'urgere di una vita fortemente «sognata».

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