«Storia della scuola trentina. Dall’umanesimo al fascismo»
Presentato il libro di Quinto Antonelli che offre un racconto complessivo della storia della scuola trentina
Titolo: Storia della Scuola Trentina
dall’umanesimo al fascismo
Autore: Quinto Antonelli
Editore: Il margine 2013 – Collana I Larici
Pagine: 512, illustrato
Prezzo di copertina: € 22
È stato presentato venerdì 29 novembre il nuovo volume di Quinti Antonelli intitolato «Storia della scuola trentina. Dall'Umanesimo al fascismo».
La presentazione è avvenuta al Liceo Leonardo Da Vinci, Via Madruzzo 24, Trento, alla presenza dell’autore, del dirigente del Liceo Da Vinci Alberto Tomasi e del docente e scrittore Alessandro Tamburini.
Il volume offre un racconto complessivo della storia della scuola trentina, sia di quella destinata all’alfabetizzazione popolare, sia di quella ginnasiale indirizzata a formare i ceti dirigenti.
Con l’aggiunta, a metà Ottocento, dell’istruzione tecnica e professionale. Il periodo preso in considerazione è molto lungo, copre cinque secoli: ha inizio nel Quattrocento quando a Trento e a Rovereto appaiono le prime scuole pubbliche, dove maestri assunti dai governi locali insegnano la grammatica latina, per giungere all’articolato sistema scolastico che caratterizza la prima metà del Novecento.
Contemporaneamente questo volume può essere anche letto come un crocevia piuttosto affollato di «storie»: la storia, innanzitutto, della difficile, contrastata, lunga conquista dell’alfabeto e dell’ingresso dei trentini (di tutti, non solo della minoranza più colta) nella cultura scritta.
Di qui passa la storia della realizzazione pratica dei progetti educativi degli Stati, che devono misurarsi con una società segnata da un’endemica povertà e che non di rado finisce per collocare l’istruzione tra i beni opzionali.
A partire da un minuzioso lavoro pluridecennale di indagine sulle fonti relative ai processi di alfabetizzazione e di educazione, Quinto Antonelli propone in questo libro un'accurata storia della scuola in Trentino raccontata come un grande e appassionante romanzo collettivo, un «crocevia» di tante altre storie: la storia sociale di un'infanzia, quella più povera, perennemente combattuta tra obbligo scolastico e precocissimo avvio al lavoro; la storia dei saperi, della loro organizzazione sistematica e della loro mediazione didattica.
La storia culturale di popolazioni e comunità a lungo sospese tra due nazioni e molteplici appartenenze; la storia politica dei tentativi di rendere i trentini sudditi fedeli dell'Austria prima, del Regno d'Italia poi; la storia dei progetti educativi portati avanti da ideologie, movimenti, Chiese, Stati, governi.
Ma anche e soprattutto la storia personale di bambini e bambine, di maestri e maestre, di studenti, professori, presidi, e poi di uomini politici, funzionari dello Stato, parroci, decani e vescovi, filosofi e poeti, intellettuali e giornalisti.
Una grande opera, unica nel suo genere. Un emozionante atto di amore verso la scuola e i suoi protagonisti, a partire dai più piccoli, i bambini, quelli di tanti secoli fa come quelli di oggi.
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