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Libri da leggere a Natale – Ultime novità del Museo Storico trentino

Un parco di storie: alla scoperta delle statue di Piazza Dante – Italcementi: Trento 2005-2013 – La rosa dell’esilio: 1931-1949 – Lo sguardo obiettivo

 Gli ultimi quattro libri editati dalla Fondazione Museo Storico del Trentino
 
Tommaso Baldo, Luca Caracristi, Elena Tonezzer (a cura di), Un parco di storie: alla scoperta delle statue di Piazza Dante, pp. 95, € 10,00 (Mostre).
 
Catalogo dell’omonima mostra ospitata presso la Biblioteca comunale di Trento dal 23 novembre 2013 al 1° febbraio 2014.
«La mostra Un parco di storie è il quinto episodio del percorso di ricerca e divulgazione iniziato nel 2008 dal settore di ricerca della Fondazione Museo storico del Trentino dedicato alla storia della città di Trento.
Come nelle esposizioni precedenti, il tema di questa mostra è dato da un luogo che viene proposto al pubblico per il suo significato sociale e culturale. Non la storia dei protagonisti o dei luoghi istituzionali, ma un’attenzione particolare per gli spazi apparentemente comuni, che vengono raccontati per l’importanza che hanno avuto per gli abitanti del passato della città.
Questa volta il protagonista è uno spazio importante per le centinaia di persone che vi si sono accalcate nelle inaugurazione dei monumenti e hanno passeggiato lungo i suoi viali: il parco di piazza Dante.
 
Ora attraversato per lo più frettolosamente, ha avuto un peso importante per la vita sociale cittadina e per la sua valenza simbolica. Una centralità su cui riflettere per comprendere meglio il passato di Trento e del Trentino.
Alla fine del XIX secolo il giardino pubblico di piazza Dante si colloca rispetto alla storia della città come un elemento della sua modernizzazione, insieme agli interventi che erano succeduti allo spostamento del corso dell’Adige: l’arrivo della ferrovia, la costruzione della stazione, la pianificazione della zona di via Verdi.
Non solo l’imponente monumento a Dante Alighieri, ma tutto il parco e i suoi busti sono raccontati nella mostra e in questo catalogo per dare nuove conoscenze e consapevolezza dell’importanza che questo luogo ha avuto per i nostri predecessori e per guardare ai suoi monumenti con uno sguardo nuovo».
(Dall'Introduzione di Giuseppe Ferrandi).
  
Pierluigi Cattani Faggion, Clinker Motel: ex-Italcementi: Trento 2005-2013, a cura di Layla Betti, pp. 76, € 8,00 (Mostre).
 
Catalogo della mostra omonima - ospitata a Trento, presso Le Gallerie a Piedicastello, dall'8 novembre 2013 al 19 gennaio 2014 -  che raccoglie 44 fotografie scattate da Pierluigi Cattani Faggion all’interno dell’ex Italcementi di Trento tra il 2005 e il 2013.
Il catalogo, così come la mostra, è ripartito in tre sezioni, le stesse che hanno caratterizzato gli ultimi anni di esistenza della struttura, dalla chiusura definitiva alla demolizione.
 
«Clinker 2005-2006» racconta della fabbrica come luogo dove il lavoro non c’è più, ma dove sono ancora ben tangibili i segni del passaggio degli operai. Da un momento all’altro sembra che la fabbrica possa tornare in funzione, che sia stata abbandonata solamente il giorno prima.
Eppure, in alcuni dettagli, è chiara l’inesorabile fine di ogni attività produttiva. Il lungo tubo di metallo alto tre metri, ovvero il forno rotante deputato alla produzione del clinker, il componente base del cemento, è ancora lì, spento alla fine degli anni settanta ma integro.
«Motel 2010» mostra come l’ex Italcementi sia diventata abitazione per i senzatetto. Collocata alle porte del centro cittadino e al contempo isolata, la fabbrica chiusa si anima di persone che la vivono, ricostruendo in essa un preciso ordine domestico.
La cucina, ben rintracciabile tra le stoviglie impilate e ordinate, la camera da letto e gli oggetti del quotidiano di chi ha trovato casa negli spazi dismessi: è il caso di Jamil, ragazzo pakistano di 27 anni, due dei quali vissuti all’Italcementi.
 
È Jamil a invitarci, a invitare il pubblico attraverso l’obiettivo, nella propria cucina e a mostrare, in piedi in uno spazio vuoto, il luogo in cui era situato il container che racchiudeva la sua camera da letto, smantellata, con tutti i suoi oggetti, nel maggio 2010.
«2013», l’ultima sezione, rappresenta la demolizione.
Lo spazio urbano ancora una volta si trasforma e la decisione di cancellare la struttura impone un nuovo e radicale cambiamento.
La demolizione è documentata gradualmente e culmina con il vuoto che caratterizza l’enorme spianata in cui sorgeva la fabbrica, visto dalla funivia.
Restano le due ciminiere a testimoniare il passato.
 
Silvia Bertolotti, La rosa dell’esilio: Giuseppe Antonio Borgese dal mito europeo all’utopia americana 1931-1949, pp. 359, € 22,00 (Grenzen/Confini).
 
Durante la lunga stagione vissuta negli Stati Uniti, Giuseppe Antonio Borgese fu uno dei rari intellettuali italiani in grado di cogliere senza esitazione la rosa dell’esilio, rendendo così la sua condizione di esule volontario una peculiare opportunità di rigenerazione, una palingenesi esistenziale e insieme culturale.
Un’esperienza che sicuramente spiega le difficoltà di dialogo che Borgese stesso, pur essendo un convinto antifascista, incontrò al rientro in Italia, nel dopoguerra, sia con gli esponenti della destra laica o cattolica, sia con quelli della sinistra comunista.
Tacciato di ambiguità dai diversi ambienti politico-culturali, Borgese fu prima marginalizzato e poi rapidamente dimenticato.
La sua è un’inesistenza che purtroppo ha continuato a esistere fino ai nostri giorni. Eppure Piero Calamandrei affermò che l’opera di Borgese esprime una coraggiosa assunzione di responsabilità politica.
Fu sempre un liberale, un europeista e un umanista militante e l’esperienza dell’esilio americano non fece che rafforzare la sua speranza nella civiltà dell’uomo e nel sogno di un governo universale.
Si spera che anche questo testo possa contribuire a riscoprire l’opera complessiva di un grande intellettuale italiano del XX secolo.
 
Stefania Lucchetta, Lo sguardo obiettivo: Giovanni Battista Unterveger e l’illustrazione fotografica del territorio, pp. 208, € 15,00 (Vesti del ricordo).
 
Il volume ripercorre la vicenda umana e professionale di Giovanni Battista Unterveger, primo fotografo stabile del Trentino.
Dalle difficili condizioni della famiglia di origine, ai suoi primi passi in un mondo, quello della fotografia, fatto d’incertezze e di sperimentazione, di vagabondaggi, di inconvenienti, dovuti anche alla precarietà delle condizioni atmosferiche, in un tempo in cui le pose per il ritratto venivano fatte all’aperto, per sfruttare al massimo la luce naturale.
L’Autrice ci accompagna lungo tutto il percorso professionale del fotografo trentino: dalla formazione, come pittore-decoratore, alle lezioni di disegno presso Agostino Perini, all’incontro con il dagherrotipista itinerante Ferdinand Brosy.
Le circostanze lo vedranno dapprima fotografo itinerante, poi fotografo stabile in Trentino, affiancando a questa attività anche la produzione di vernici.
Accanto all’esecuzione di ritratti si dedicò con passione all’ambizioso progetto di una «illustrazione fotografica del Trentino» che lo vide impegnato nelle valli del Trentino e intento alle riprese di paesaggi d’alta quota, con la ferma convinzione che la funzione documentaria del territorio, facendosi memoria, valesse quanto una storia scritta.
 
Sergio Benvenuti, La patria incerta: contributi per una biografia di Adolfo de Bertolini, pp. 346, € 21,00 (Quaderni di Archivio trentino).
 
Il volume assai documentato si ripropone di rileggere la complessa figura dell’avvocato Adolfo de Bertolini (1871-1946), una personalità di rilievo, centrale nella storia del piccolo Trentino del XX secolo.
De Bertolini fu, infatti, per due volte coinvolto nei compiti di commissario amministrativo d Trento e del Trentino durante le due guerre mondiali (sotto l’Austria prima e sotto la Germania poi).
Fu anche amministratore di banca a livello locale, rivestendo, in particolare, un importante ruolo nella vicenda della liquidazione della Banca del Trentino-Alto Adige, di area cattolica, e della contestuale creazione dell’istituto finanziario che ne raccolse l’eredità, l’attuale Banca di Trento e Bolzano. A distanza di decenni dai fatti storici narrati, spesso tragici, l’Autore cerca di guardarvi con il distacco neutrale dello studioso.

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