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Il pericolo delle idee - Le grandi questioni del nostro tempo

Può esistere un dibattito costruttivo tra due concezioni del mondo e della fede che tutto fa sembrare opposte l’una all’altra?

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Titolo: Il pericolo delle idee - Le grandi questioni del nostro tempo
 
Autori: Edgar Morin, Tariq Ramadan, Claude H. du Bord
Editore: Erickson libri 2016
 
Pagine: 271 15x21
Prezzo di copertina: 17,50


Può esistere un dibattito costruttivo tra due concezioni del mondo e della fede che tutto fa sembrare opposte l’una all’altra?
Il dialogo imbastito fra il grande pensatore francese e il più accreditato studioso musulmano è un parto davvero inaudito, poiché ne scaturiscono esiti e indizi gravidi di conseguenze per il futuro del mondo globalizzato in cui viviamo.
 
Una quota sempre più crescente di musulmani vive infatti in occidente e le persone si interrogano sempre più sul pericolo reale delle derive fondamentaliste - come il recente assalto al museo di Tunisi e quelli a Charlie Hebdo e Copenhagen - e sul pericolo possibile suscitato dalla presenza degli islamici sul nostro territorio.
Essere islamici non significa affatto essere potenziali terroristi, così come essere cristiani non equivale a essere integralisti (e sappiamo di quali attentati si siano macchiati alcuni cristiani integralisti).
 
L’ipersemplificazione a cui ricorrono alcuni politici per instillare paure utili a raccogliere voti è paradossalmente il modo migliore per radicalizzare alcuni degli islamici più permeabili nel noto gioco al massacro del «noi contro di loro» ingenerato dall’umiliazione e dal rifiuto di chi si vede rifiutato.
Ecco allora il filosofo della complessità Morin e il più illuminato degli studiosi islamici Tariq Ramadan, che insegna all’università di Oxford ed è citato nel romanzo Sottomissione di Houellebecq, sfatare alcuni miti come la staticità del Corano che è invece in perenne rielaborazione e adeguamento con la modificazione della società, lo status della donna che non è complementare a quello dell’uomo poiché sono assolutamente pari benché gli apporti che offrono siano diversi e comunque ugualmente preziosi, la priorità dell’educazione rispetto ai segni esteriori di adesione all’islam come il velo o il foulard.
 
Edgar Morin e Tariq Ramadan danno vita a una conversazione intensa e autentica, antidogmatica ed estremamente attuale, che tocca i nodi più critici del dibattito contemporaneo: dal conflitto israeliano-palestinese al fondamentalismo, all’antisemitismo e all’islamofobia, fino alla laicità e ai diritti delle donne.
Ne risulta un dialogo che è la dimostrazione di come l’ascolto dell’altro rispettandone la diversità, non solo è possibile, ma può diventare la chiave di lettura per comprendere il passato e interpretare la complessità del presente.
 
In un periodo come quello presente, in cui i principi fondativi della democrazia e del vivere comune sono minacciati e offesi, ciò che rende attuale questo libro è anche ciò che lo rende «pericoloso»: l’ambizione di poter vivere insieme anche essendo diversi, la speranza che la pluralità — di opinioni, fedi, culture — possa non ridursi a scontro fra civiltà.

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