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«Il valore dell’impegno»: i volti della cooperazione in Val di Non

Scritto da Marco Romano, è editato nella collana «Vesti del Ricordo» della Fondazione Museo Storico del Trentino

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Titolo: «Il valore dell’impegno»
Autore: Marco Romano
 
Editore: Museo Storico del Trentino 2016
Collana: Vesti del Ricordo
 
Pagine: 181, brossura
Prezzo di copertina: € 14
 
«Il valore dell’impegno», ancora fresco di stampa, raccoglie le testimonianze della cooperazione in Val di Non. L’autore, Marco Romano, propone storie di vita di personaggi strettamente legati al contesto imprenditoriale e di lavoro.
«L’impronta – si legge sulla quarta di copertina – autobiografica, di cui sono imbevuti questi racconti, arricchisce il resoconto delle attività trasformandole in una conversazione intima e personale.
«Ne è nato, così, un libro che cerca di cogliere un segmento di vita cooperativa, tra gli anni Cinquanta e oggi, con un registro originale e senza dubbio più coinvolgente di quello suggerito solitamente dalla documentazione d’archivio.»
 
Un tocco umano e d’impegno professionale e civile i cui protagonisti sono Graziella Berti, Mariangela Franch, Giuliana Cova, Remigio e Romana Canestrini, Girolamo Franchini, Giovanni Corrà, Giulio Turri e Ottorino Angeli.
Ma non sono gli unici nomi che compaiono nell’indice dei nomi.
Una presa diretta sulle realtà imprenditoriali come le cooperative di consumo, le casse rurali, magazzini di frutta, caseifici sociali e cooperative sociali.
Uomini e donne che hanno maturato una cultura organizzativa, sociale e territoriale, affidandosi anche a un pizzico di sano umorismo nel descrivere alcune situazioni.
 
 I volti dei protagonisti 
Graziella Berti è stata responsabile amministrativo dell’Unione frutticoltori di Rallo, consigliera di amministrazione della Famiglia cooperativa Castelli d’Anaunia.
Una famiglia impegnata nella cooperazione. Il padre di Graziella, Luigi, era stato vicepresidente del Consorzio frutta di Rallo e confidava alla figlia che «la cooperazione univa la gente più povera e più piccola per non essere sopraffatta dai cosiddetti grandi».
 
Mariangela Franch, docente di marketing al Dipartimento di economia e management dell’Università di Trento.
È stata presidente della cooperativa sociale Stella Montis di Fondo, una casa-soggiorno per anziani.
Nell’83, anno di fondazione della cooperativa, ricorda, i soci dovevano perfezionare l’adesione davanti al notaio: «Si sono presentate 220 persone, sostanzialmente tutti i capifamiglia di Fondo. Era previsto che il notaio iniziasse l’attività alle 15 e chiudesse un’ora dopo: ha terminato a mezzanotte!»
 
Giuliana Cova, direttrice della cassa rurale d’Anaunia.
Prima lavorava in una banca assorbita da un grande gruppo bancario e ha deciso di mollare l’impiego perché si badava più ai grandi numeri, «l’antitesi di quello che desideravo nel mio lavoro.
«Ho deciso di cambiare per la cassa rurale d’Anaunia che soddisfaceva la mia richiesta di valorizzare i territori. Un lavoro che mi piace proprio perché si basa sul rapporto fiduciario personale con i clienti.» Lavorare nella cooperazione per Giuliana significa farlo «con il cuore e con valori che devono per forza emergere per uscire dalla crisi».
 
Remigio e Romana Canestrini, fratelli.
Remigio, agricoltore, è stato nel cda del Caseificio sociale di Cloz. Romana, è stata commessa della Famiglia cooperativa di Cloz e delle Aziende agrarie di Fondo.
Il sentimento cooperativo è stato trasmesso dal padre. Per loro la cooperazione è viva più che mai nei momenti difficili e occorre puntare sull’onesta e serietà, «come si gestisce una famiglia».
 
Girolamo Franchini, è stato direttore della Famiglia cooperativa di Condino, membro del cda del Sait di Trento.
Sulle orme del padre che già lavorava nella cooperativa del paese di Bolbeno. Della sua esperienza cooperativa dice: «Io dico sempre che nel mondo del lavoro c’è l’osso e la polpa. Se uno lavora volentieri fa metà fatica, passa la giornata più in fretta ed è più gratificato.
«Se un socio mi avvicina e mi dice “ho questo problema”, devo ascoltarlo. Non posso dire “vieni domani mattina che l’ufficio è aperto”.
«Io la concepisco così: tendere sempre verso i soci.»
 
Giovanni Corrà, insegnante, ideatore e promotore di corsi di lingua italiana per stranieri.
È stato presidente delle casse rurali di Revò, di Revò-Cagnò, di Novella e di Novella-Alta Anaunia.
È stata una cassa rurale a prestare i soldi ai suoi genitori, «prestiti necessari per poter emigrare negli Stati Uniti. Per emigrare avrebbero dovuto vendere in fretta i campi, anzi svenderli, con il prestito della cassa rurale questo non è successo.»
 
Giulio Turri, già allevatore e frutticoltore.
È stato presidente del Caseificio sociale di Castelfondo. Ricorda anche i contrasti fra i soci, i miglioramenti della qualità del latte nel corso degli anni, i contatti con gli allevatori.
E «le rognette» da risolvere quasi quotidianamente.
 
Ottorino Angeli, agricoltore presidente di varie cooperative, l’ultima la Famiglia cooperativa Primanaunia. Il desiderio di rinnovamento matura nel ’73 quando un gruppo di soci della Famiglia cooperativa di Campodenno lo votano, a soli 24 anni, perché «ragazzo giovane», mentre nel vecchio cda c’erano «un mucchio di persone anziane».
Già il suo bisnonno era stato uno dei soci fondatori della Famiglia cooperativa nel 1895, al tempo di don Lorenzo Guetti, fondatore della cooperazione trentina.
 
Dunque una raccolta di testimonianze orali, riproposte ora in un libro: per non perdere la memoria e da consegnare alla storia.
L’autore, Marco Romano, vive a Fondo e ha pubblicato volumi di carattere etnografico, ha collaborato con l’Archivio provinciale della traduzione orale del Museo degli usi e costumi della gente trentina di San Michel all’Adige e con l’Archivio delle fonti orali dell’Alta Anaunia dei Musei di Ronzone.
Il libro è in vendita, al prezzo di 14 euro, presso la Fondazione Museo storico del Trentino e nelle librerie della provincia.
Per informazione e per richiedere la presenza dell’autore a eventuali incontri: tel. 0461 264660 – biblioteca@museostorico.it.

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