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Quando la democrazia e il mercato trovano la discussione

Conclusioni con Guido Anselmi, Francesco Giavazzi, Guido Rossi Il presidente Dellai: «Ai primi di luglio il tema della quarta edizione. Il Festival è il luogo della conoscenza, antidoto alla paura»

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È finita con l'arrivederci alla prossima edizione, la quarta.
«Nei primi giorni di luglio - ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, sul palco del Teatro Sociale - comunicheremo il tema della quarta edizione. La formula potrà essere aggiornata, non certo cambiata. Perché ancora una volta registriamo un grande successo: di quantità, certo, e i numeri lo stanno a dire, ma soprattutto di qualità. A chi vuole costruirsi un suo libero punto di vista, questo Festival offre grandi opportunità. Non sarà mai un luogo blindato, sarà sempre il luogo delle idee libere e della democrazia effettiva. Nel dire grazie a tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato, mi piace pensare che migliaia di persone hanno cercato, in civiltà e dialogo, di sapere e conoscere. La conoscenza è l'antidoto della paura e la paura porta al declino. Combattere il declino vuol dire favorire la conoscenza. Il Festival dell'economia questo ha fatto e continuerà a fare.»

Così si è chiusa la terza edizione del Festival dell'economia, con organizzatori e sponsor sul palco, al termine dell'ultimo appuntamento di dibattito, il «dialogo» condotto da Giulio Anselmi, direttore de «La Stampa» con Francesco Giavazzi e Guido Rossi.
L'ennesima conferma di uno stile - lo «stile Festival economia» - dove si discute e non si litiga, dove le opinioni trovano la strada del colloquio pacato, dove alzare la voce è pratica sconosciuta. Lo ha detto proprio Guido Rossi: "La democrazia è discussione. E allora questo Festival di Trento è straordinario, è la forma migliore di democrazia. Per me è stata una esperienza inaspettata essere fermato al bar dai cittadini per meglio spiegare e puntualizzare quello che avevo detto la sera prima in un dibattito.»

All'ex presidente Consob e al docente della Bocconi, nonché saggista ed editorialista di fama, il compito di tirare le conclusioni di questa terza edizione in un dialogo - ricco di spunti - su mercato e democrazia. Con una sorpresa, forse: Giavazzi e Rossi si sono ritrovati d'accordo su un bel po' di argomenti. Al punto che hanno persino avanzato la proposta - «chiamiamola Giavazzi - Rossi», hanno detto - per far sì che alle banche sia impedito il controllo diretto di Fondi che gestiscono risparmi.
«Proposta trasparente.»

E' stato uno dei tanti passaggi del confronto su mercato e democrazia, in un momento, ha esordito Anselmi, «nel quale tanto il mercato che la democrazia hanno bisogno di regole, visto che le cose non vanno bene né per la democrazia né per mercato. C'è una recessione democratica: il 2007 è stato l'anno peggiore per la libertà nel mondo dai tempi della guerra fredda. Per non dire della crisi economica sottolineata proprio qui a Trento dagli allarmi di Guido Rossi».
E ancora Anselmi ha tirato alcune possibili conclusioni degli intensi dibattiti di questi giorni: «Non è detto che la democrazia favorisca la crescita e non è detto che più benessere porti più democrazia. La globalizzazione come estensione del sistema capitalista a tutto il mondo ha visto fino agli anni Settanta un certo equilibrio tra capitalismo e istituzioni democratiche, ma oggi il turbo capitalismo ha portato ad uno sviluppo che non favorisce più l'equità sociale. Per tenere il passo dei mercati alcuni paesi debbono fare passi indietro sul piano della legislazione e dei diritti. C'è una minaccia del mercato, non abbiamo certezze ed imperano i luoghi comuni. I fatti dicono che la Borsa di New York aveva il 50 per cento del mercato mondiale ed oggi è al 30 e che la Cina, fino a poco tempo fa a zero, rappresenta già il 15 per cento».

Tanti spunti, insomma, per il dialogo tra Rossi e Giavazzi. E infatti….
Guido Rossi.
«Non voglio fare la figura della cassandra, a volte temo che siamo vittime della magia delle parole. Usiamo termini che non hanno più lo stesso significato. Non sempre partecipazione al voto è democrazia. La democrazia è discussione ed è vero, per dirla con il filosofo, che l'economia è il nostro destino. Dunque difficile parlare di democrazia se non si parla di economia ma vero anche che non si parla di filosofia se non si parla di economia. E mi si lasci dire che anche il mondo dell'informazione dovrebbe rivedere certi luoghi comuni.»

Francesco Giavazzi.
«Mi hanno chiamato mercatista e ho scritto un libro nel quale dico che il liberismo - ma avrei potuto dire il mercato - è di sinistra. E' vero: perché solo un mercato che funziona dà opportunità ai giovani, ai deboli e a chi ha idee. Certo, la crisi dei mutui subprime ha fatto e farà male. Ma grazie a quei mutui i clandestini messicani che hanno superato il Rio Grande per entrare negli Stati Uniti dopo otto anni e mezzo, questa è la media, hanno potuto acquistare una casa. Possiamo dire altrettanto dell'Italia? Certo, ci sono le bolle speculative. Nel corso di un secolo hanno riguardato il telegrafo, le ferrovie, internet, i mutui casa. Però dopo ogni crollo il mondo sta meglio. Mica dobbiamo rinunciare ad internet per la bolla speculativa su internet. Il mercato può aiutare i deboli. Aiuta nuovi settori ad aprirsi, basta che funzioni e che non dia spazio agli insider trading. Regolamentare il mercato non vuole dire non volere il mercato. Non va buttato, va imparata la lezione, va tenuto quello che va. Il problema della sicurezza sulle strade va affrontato con i limiti di velocità, non eliminando le automobili.»

Guido Rossi.
«Mi si chiede dell'Agenzia europea per il controllo della finanza. Certo, purché abbia poteri veri. Qui non ci vuole autoregolamentazione, ma chi fa rispettare le leggi. La Consob? Talvolta è senza potere, talvolta un po' distratta.»

Francesco Giavazzi.
«Regole antitrust e regolatori a livello europeo sono importanti. Non solo: controllori e controllati devono essere ben distanti, ad evitare commistioni. Le sedi delle Autorithy non devono essere a Roma, semmai a Trento o a Udine. Mi si chiede dell'Alitalia. Una società che in 12 anni ha il bilancio in attivo solo per un anno e che oggi perde due milioni di euro al giorno va chiusa, e basta. Prima fallisce, meglio è.»

Guido Rossi.
«Alitalia? Doveva fallire tempo fa. La questione del salvataggio delle banche è un po' diversa, va misurato con una bilancia sensibile.»

Francesco Giavazzi.
«Qui a Trento avete ospitato in questi giorni alcuni giovani economisti che saranno i premi Nobel dei prossimi vent'anni. Andrei Shleifer è uno di questi.»
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