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Dopo la pandemia: nuovo ruolo per lo Stato?

Ignazio Visco, governatore della banca d'Italia, al Festival dell'Economia di Trento ha voluto essere presente di persona

«Già prima della pandemia, lo Stato era molto presente in Italia, grazie al suo 45% di spesa pubblica sul totale del Pil. Fino al 1920 questa percentuale era contenuta entro il 10-20%.»
Ignazio Visco, governatore della banca d'Italia, al Festival dell'Economia di Trento ha voluto essere presente di persona. Per il numero uno della nostra Banca centrale è giusto che lo Stato si occupi di difesa, giustizia, ordine pubblico (il cosiddetto «Stato minimo»). E per coprire i cosiddetti «fallimenti del mercato».
Non abbiamo più uno Stato «produttore», come ai tempi dell'Iri, ma regolatore. Sull'efficienza dell'Italia come Stato «facilitatore» Visco non ha nascosto i suoi dubbi, ma quello che serve oggi - ha detto - è uno «Stato responsabile».
 
Con la pandemia serve un sistema meglio organizzato per guidare e gestire la complicata transizione economica, ecologica, sociale, digitale.
Ecco perché è indispensabile uno «Stato responsabile» per il governatore Visco.
Che ha anche invocato lungimiranza e flessibilità. Ma gli Stati, purtroppo, spesso hanno la visuale limitata dalla visione parziale dei governi.
Il cambiamento, fortissimo oggi, insomma, va guidato. Le imprese italiane, per Visco, sono ancora troppo piccole e hanno investito poco in innovazione.
Hanno mirato soprattutto a contenere e ridurre il costo del lavoro. I giovani si sono scoraggiati e non si sono formati adeguatamente.
Il dato di 3 milioni di giovani italiani tra i 15 e i 34 anni, Neet, ovvero non impegnati nello studio, nella formazione o nel lavoro, sono un dato preoccupante, che ci pone molto indietro in Europa.
 
Qui lo Stato deve essere presente, non con sussidi di lungo periodo, ma dando sostegno temporaneo e formazione.
La cassa integrazione straordinaria è un elemento importante da affiancare al Pnrr, ma associato a una ristrutturazione produttiva e a un'adeguata formazione, concentrata sulle competenze dei giovani che servono davvero.
Visco ha anche annunciato che la Banca d'Italia si doterà di una Carta di Sostenibilità per spiegare i propri investimenti nel settore green.
La Banca d'Italia sta già acquistando titoli green, in modo da essere parte del processo di riduzione delle emissioni di Co2.
Ma i titoli che rispondono a criteri di sostenibilità ambientale hanno ancora rating bassi e per l'istituto guidato da Visco questi titoli non superano il 7%.
 
Visco ha anche ricordato l'impegno a vigilare tanto sul rischio inflazione («chi ha la mia età lo conosce bene», danneggia i più deboli) quanto sul rischio deflattivo.
E ha escluso un ritorno dello Stato nelle banche centrali nazionali. L'indipendenza serve e evitare l'inflazione.
Se le imposte non sono sufficienti (politica fiscale), lo Stato emette titoli facendo crescere il debito.
«Il problema – ha concluso il governatore – è che in Italia abbiamo aumentato il debito ma non il prodotto interno lordo. Ci è mancata la capacità di crescita.»
Oggi, infine, con il Pnrr, c'è la possibilità, spiegando bene gli interventi. di far riconquistare fiducia nello Stato, a lungo termine. Quella a breve termine dipende dal successo della campagna vaccinale, ma a livello globale.

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