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L’emozionante conferenza stampa di Zigmunt Bauman

«Le crisi hanno un aspetto positivo: La gente, per un po', torna a vivere di ciò che è necessario e non di ciò che appare»

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Stamattina, alla conferenza stampa del Festival, abbiamo parlato con Bauman, il personaggio più importante di questa edizione del Festival dell'Economia, che certamente ha riscattato la delusione che un altro grande dell'economia, il premio Nobel Amartya Sen, aveva lasciato ai giornalisti evitando accuratamente di dare risposte.
Zigmunt Bauman ha invece risposto a tutti, non solo con conoscenza e chiarezza, ma anche dando sempre il meglio di sé e della sua esperienza. A volte sembra proprio che voglia assicurarsi che hai capito bene ciò di cui parla.

Al collega Ghezzi dell'Adige, che gli aveva posto un tema che noi avevamo provato a porre sul tavolo di Sen (vedi), ha espresso la propria posizione sull'Europa senza lasciare dubbi.
Ma per evitare che magari qualcuno lo fraintendesse, ha citato un aneddoto.
«Io vengo considerato pessimista - ha ammesso, - anche se in realtà vedo le cose semplicemente come stanno. Ma quando parlo dell'Europa, la gente poi mi dice che la volta precedente ero stato ottimista…»

Questa la nostra domanda.
Professor Bauman, nei suoi studi ha commentato che il consumismo porta all'impoverimento dello spirito. Adesso che la crisi ha ridotto i consumi, assistiamo all'impoverimento materiale degli individui.
E mentre ci occupavamo del consumismo, non ci siamo accorti che il lupus stava nella speculazione…
«La ringrazio per aver distinto nella sua domanda il termine consumismo dal termine consumo. Nel mio intervento di oggi distinguerò i due concetti, perché non si deve confondere la speranza con la disperazione.
«Le crisi hanno l'aspetto positivo di arrestare per un momento la corsa a quello che si pensa sia il benessere. La gente torna per un poco a vivere di quello che gli è necessario e non di quello che appare.
«Sì, la crisi si è alimentata da sola perché sono calati i consumi. E, mi creda (anche se non sono certo l'unico a dirlo), nulla tornerà più come prima, perché la gente in questi momenti riscopre i valori reali della vita.
«Per questo sono contrario alle campagne pubblicitarie dei governi che invitano la gente a consumare per sostenere l'economia: Comperate una brioche o una nave, ma comperare qualcosa. È sbagliato: lasciate che l'economia si adegui alla crisi e che il mondo riprenda il fiato.»

Di speculazione non ha parlato, non ce n'era più bisogno.

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