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Enzo Osella e i suoi bolidi al Mart di Rovereto - Di Antonio Peca

Sotto la cupola del museo, l'arte vera e propria di queste auto, che non sono solo strumenti tecnico-aerodinamici

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Questo pomeriggio al Mart di Rovereto si sono riuniti gli appassionati di motori per rendere omaggio a Enzo Osella costruttore di automobili prototipi e per circa dieci anni costruttore di auto da Formula 1.
L’occasione è stata la presentazione della biografia a lui dedicata scritta da Gianni Tomazzoni.
 
Il primo a prendere la parola è stato Ezio Zermiani, giornalista sportivo di lungo corso che per molti anni ha seguito la Formula 1 da vicino quale inviato Rai ai GP.
Zermiani ha evidenziato da subito come è cambiata la formula 1 dagli anni 80 ad aggi, oltre agli evidenti cambiamenti delle macchine che sono divenute molto più performanti ma allo stesso tempo molto più sicure, si possono riscontrare cambiamenti anche nei piloti.
Il connubio, tipico delle corse, tra aspetto tecnico e aspetto umano un tempo perfettamente bilanciato, vede nell’epoca moderna uno sbilanciamento a favore della tecnica.
 
Se negli anni 80 infatti giornalisti come Zermiani instauravano un rapporto umano con i piloti «cercando di capire cosa passava in quella testa dietro la visiera del casco», al giorno d’oggi questo non è più possibile in quanto i piloti sono divenuti parte di un business che li ha privati del loro tempo e della loro personalità.
 
Tra i molti presenti in sala c’era l’Assessore allo sport del Comune di Rovereto Franco Frisinghelli che ha sottolineato l’attenzione del Comune per i motori.
Lui stesso definisce le gare automobilistiche locali come un ritrovo per famiglie. Il rombo dei motori per una volta non è visto come fastidio ma come risveglio degli animi dei presenti.
Interessante il sodalizio tra arte e motori (Mart e Automobili), testimoniato da alcune auto costruite da Osella messe in mostra sotto la spettacolare cupola del museo (foto).
Il design di queste auto non è solo uno strumento tecnico aerodinamico ma spesso è vera e propria Arte.
 
Presa la parola, il protagonista dell’incontro Enzo Osella ha fatto un excursus della sua carriera tra vittorie nelle gare con prototipi su pista e in montagna.
Poi è passato al tasto dolente dei dieci anni passati in Formula 1, dove purtroppo è stata una battaglia in prima linea, con i continui cambiamenti di regolamento da parte della Federazione che rappresentano una follia pura per i piccoli team.
 
Si parlava prima di rapporto tra macchine e uomini e lo stesso aspetto è stato sottolineato da Gianni Tomazzoni, autore del libro.
Nelle sue 280 pagine di biografia si è preposto il compito di analizzare 50 anni di carriera di Enzo Osella, non tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello umano.
Oltre un anno e mezzo di ricerca raccogliendo immagini e analizzando archivi storici hanno portato a questa splendida opera.
 
Un velo di nostalgia si è alzato alle parole di Gianfranco Palazzoli, anche lui giornalista sportivo che segue i motori, al quale si sono uniti Zermiani e lo stesso Osella.
I tre hanno (foto in basso) ricordato come il rapporto tra pilota e box fosse stato diretto.
«Era il pilota stesso a tornare ai box a raccontare il comportamento della vettura e le eventuali modifiche da apportare, facendo passando notti insonni a cercare la modifica vincente. Oggi non è più così, tutti i dati vengono acquisiti dai computer facendo svanire quel feeling tra pilota e box.»
 
Tutti i presenti su una cosa sono d’accordo: prima o poi bisognerà fare un passo indietro.
E se lo dicono loro potete scommetterci.
 
Antonio Peca
a.peca@ladigetto.it
 

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