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Sonno e insonnia – A cura della dottoressa Paola Maria Taufer

La qualità del sonno è uno dei più sensibili indicatori della nostra vita emozionale

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Trascorriamo circa un terzo della nostra vita dormendo eppure gli studiosi che nel mondo si occupano del sonno potrebbero essere raccolti in una sola aula congressuale.
Gli antichi utilizzavano il sonno per conoscere se stessi: nel variare del sonno leggevano i cambiamenti delle proprie reazioni emozionali davanti agli eventi di vita.
I contemporanei invece non sanno ascoltarsi e comprendere il sonno come punto di partenza per un equilibrio psicologico.
 

 
La qualità del sonno è uno dei più sensibili indicatori della nostra vista emozionale: una grande gioia o un immenso dolore si riflettono su un sonno frammentato e leggero.
È importante quindi esserne consapevoli e conoscere anche i cambiamenti del sonno legati all'età, nonché le principali regole di igiene del sonno da seguire per dormire meglio.
 
L'età è la variabile che influenza maggiormente la qualità e la durata del sonno: dalle 16-18 ore del neonato si va via via decrescendo, passando alle 9 ore circa dell'adolescente fino all'età adulta in cui il sonno si stabilizza sulla media di 7-8,5 ore per notte e tende a decrescere man mano che si invecchia.
Con l'avanzare dell'età biologicamente si tende ad avere sonno prima la sera
Anche il tipo di sonno varia con l'età: vi è una marcata riduzione del sonno profondo e un  aumento della durata degli stadi 1 e 2 (di sonno leggero).
 
Dormire bene è un'azione indispensabile per mantenere una buona qualità della vita e un benessere in tutti gli ambiti: personale, lavorativo, sociale. Ma il sonno è estremamente sensibile allo stress e alla sofferenza emotiva.
Una persistente preoccupazione ad esempio per un familiare o per una decisione importante da prendere magari in campo lavorativo influisce sul sonno, incrementando il livello di attivazione (arousal) prima dell'addormentamento e durante i risvegli notturni.
Il rischio è che le difficoltà a dormire si cronicizzino. È così che un'insonnia occasionale si trasforma in un'insonnia cronica, che dura mesi o anni, nonostante le cause che l'hanno determinata siano state da tempo superate.
 
Più frequente nelle femmine, l'insonnia aumenta con il progredire dell’età. Nei maschi il primo picco appare tra i 24 e i 34 anni e il secondo picco dopo i 65 anni.
Nelle femmine inizia in coincidenza della menopausa e nuovamente dopo i 65 anni. Spesso è presente in concomitanza di ansia e sintomi depressivi.
 
 IGIENE DEL SONNO
I fattori concernenti lo stile di vita hanno notevoli ripercussioni sul sonno:
Dieta (mai coricarsi a digiuno o troppo sazi).
Esercizio fisico (da praticare almeno 2 ore prima di andare a letto, meglio se durante il giorno).
No a caffeina e bevande eccitanti nelle 4 ore precedenti il sonno.
 
Mantenere condizioni ambientali adeguate: stanza ben areata, priva di rumori e di illuminazione (specialmente luce bianca).
Inoltre, utilizzare il rilassamento, il metodo che più aiuta a dormire bene.
Infine, soprattutto in età avanzata, per dormire meglio la notte è bene evitare i sonnellini diurni e invece fare una passeggiata di 20-30 minuti durante la giornata, che mantiene in forma, accresce l'umore e “stanca”, predisponendo così ad un sonno ristoratore.
  
Dottoressa Paola Taufer
p.taufer@ladigetto.it

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