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Una solidarietà internazionale che si chiama Lia Beltrami – Di Minella Chilà e Stefania D'Elia

Un meraviglioso viaggio nella solidarietà che il Trentino esporta nel mondo a costi zero, perché la vera grande risorsa della nostra comunità è il volontariato

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La Provincia autonoma di Trento ha votato anni fa una legge che pochi conoscono in Trentino e pochissimi nel resto del Paese, per cui almeno lo 0,25 percento del bilancio provinciale deve essere destinato alla solidarietà fuori dai confini provinciali.
Una cifra di tutto rispetto, perché si tratta di 12,5 milioni di euro.
Ma la cosa che più qualifica la nostra Provincia non è tanto l’importo, quanto il fatto che per realizzare questa beneficienza si spendono pochi punti percentuali, contro valori che nel resto del Paese superano il 50 percento.
Questo perché la vera grande risorsa del Trentino è il volontariato.
Tanto per rendere l’idea, senza i volontari che hanno rinunciato alle proprie ferie per costruire le casette che la Provincia aveva regalato ai terremotati dell’Abruzzo, il costo sarebbe stato il doppio.
 
Mettere ordine nel mondo delle 250 associazioni di volontariato, che in Trentino realizzano almeno un’iniziativa umanitaria fuori dal Trentino all'anno, è stato il più grande sforzo e il più grande successo dell’Assessore Lia Beltrami. Se prima a vollte si trovavano anche in concorrenza, ara sono coordinate, integrate, sinergiche, pronte a fare quadrato in ogni frangente.
Per questo abbiamo deciso di intervistare chi ha ottenuto questo successo, l’assessore provinciale alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami.
Per l'Adigetto.it sono andate Stefania D’Elia e Minella Chilà.
Ne è nato un servizio giornalistico che merita essere letto da tutti noi, perché il Trentino siamo noi.


 
In una insolitamente calda giornata tra Natale e Capodanno, siamo state accolte negli uffici della Provincia autonoma di Trento e precisamente in quelli dell’assessore Lia Giovanazzi Beltrami che, con un invidiabile entusiasmo, ci ha raccontato la sua missione.
Questa donna, con una grinta e una determinazione incrollabile, è Assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza della Provincia Autonoma di Trento dal 2008.
Le sue competenze spaziano dagli aiuti nel settore dell’immigrazione extracomunitaria alle iniziative per la promozione della pace, agli interventi per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna.
E, come sottolinea lei stessa, tutte le azioni sono improntate non solo a estendere i privilegi che riguardano gli uomini alle donne, ma spaziano in quei campi strettamente femminili che dovrebbero e potrebbero diventare territori condivisi.
 
L'Assessore con orgoglio ci racconta che il 25 novembre scorso, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne proclamata dall'Assemblea dell'Onu nel 1999, assieme ai dirigenti e ai tecnici del settore e agli altri soggetti che operano sul territorio per contrastare il fenomeno e assistere le donne vittime di violenza, ha presentato le iniziative previste per il 2011, assieme ai dati relativi agli accessi ai servizi socio-assistenziali.
Tra queste, spicca il vademecum realizzato dall'Osservatorio provinciale sulla violenza di genere «Uscire dalla violenza si può», una pubblicazione che rappresenta uno strumento di concreta utilità per tutte le donne che intendono uscire dal "sommerso" che hanno deciso di denunciare e quindi di uscire dalla morsa della rassegnazione e della solitudine.
E' stato anche accennato ad un progetto che riguarda l'educazione all'affettività già attivo presso alcuni Istituti scolastici del Trentino, questo assieme ad altre iniziative in programma rappresentano alcuni tra gli strumenti più importanti di prevenzione del fenomeno della violenza.
Educare sin dai primi approcci con l'altro sesso, al rispetto verso la donna e insegnare alle donne ad avere una maggiore consapevolezza dei propri sentimenti, dei propri diritti e del proprio sentire è uno degli obiettivi primari dell'Assessorato.
 
Ma la maggior parte dell'intervista è stata dedicata al mondo del volontariato, della cooperazione internazione e dei nuovi trentini.
Ed ecco di nuovo riaccendersi il caloroso sorriso della Beltrami, lo stesso che per tutta l'intervista non ci ha mai lasciate, in una stanza in cui l’intercontinentalità si respira a pieni polmoni.
Quadri, foto e tele dal sapore sahariano, ci ammiccano dalle pareti, come a sottolineare ancor prima di scoprirlo, l’impegno che questa donna mette nell’integrazione tra i popoli.
 
Prendendo spunto dal nostro precedente articolo (vedi) abbiamo iniziato a parlare della recente pubblicazione redatta insieme al Cinformi, in cui sono riassunte le attività e i campi d’azione delle sessanta e oltre associazioni straniere che militano sul territorio trentino.
Viene sottolineato dal dott. Rocchetti, del Servizio Emigrazione e della Solidarietà Internazionale della Provincia autonoma di Trento, che negli anni di assessorato della dottoressa Beltrami le innumerevoli e sparpagliate associazioni straniere presenti sul nostro territorio sono state raggruppate e unite attorno a un comune scopo: l’integrazione, la condivisione di una realtà e la solidarietà verso i connazionali rimasti in patria.
 
E’ una donna con uno sguardo lucente la nostra assessore provinciale (lei vuole essere chiamata così, al maschile) quando descrive i mille mondi che è riuscita ad attraversare, da quando le è stato affidato questo compito direttamente dal Presidente Dellai.
Durante l'interessante chiacchierata, tre sono stati i punti, più volte ribaditi dall'assessore, insieme rappresentano la sua mission, una specie di manifesto, una sorta di dichiarazione di intenti, una promessa, secondo noi ampiamente mantenuta:
- far crescere comunità;
- creare una rete tra associazioni;
- puntare sulla formazione.
 
Mentre ci racconta le tante storie che sono andate a buon fine, di uomini salvati, di donne affrancate da un destino misero, di bambini strappati a malattie terribili, il suo viso si illumina e quel sorriso ci contagia e anche noi restiamo come ammaliate dal calore che sprigiona.
 
«Niente si crea se non c’è quel collante, niente lievita e cresce attorno a noi se non ci mettiamo quello che abbiamo dentro». E lei, l'assessore Beltrami, sembra avere tanto di quell’entusiasmo e di ardore che immediatemente veniamo investite dalla potenza dei suoi racconti, intrisi e ricchi di pensieri buoni, positivi.
L'immagine che serberemo di questo intenso incontro è che, attorno a queste storie, sia veramente riuscita a creare un mondo nuovo, una nuova comunità.
 
Far crescere comunità, come quei giovani di Tione che dopo essere stati in Abruzzo per il terromoto, hanno deciso di seguire il parroco abbruzzese in Kenia, mettendosi al servizio di altri popoli colpiti dalla guerra e dalla miseria.
Altra storia a lieto fine, quella del cuoco di Rumo, affetto dalla SLA, che continua, grazie ai volontari, a tenere dei corsi per le donne straniere a cui insegna a fare la polenta e altri piatti tipici della cucina trentina.
  
Ma anche storie «al contrario» di stranieri che aiutano gli italiani, come il suonatore di tamburi arrivato dall’Africa senza avere nulla con sé molti anni fa, che ora senza ricevere alcun compenso, si dedica ai bambini disabili insegnando loro a suonare il suo strumento.
«Lo fa per ringraziare per tutto l’aiuto ricevuto qui in Trentino.»
Ed è qui che lo straniero diventa risorsa e quello che si è costruito lievita e diventa pane buono da spezzare e condividere assieme.
 
E che dire di quei bambini idrocefali che grazie alla formazione dei medici in loco, promossa e sostenuta dall'assessorato, sono riusciti a scampare una vita breve e dolorosa?
Pensate, con soli 10.200 Euro investiti per la formazione di chirurghi locali nel Ghana (5 medici) - adesso il progetto è stato esteso allo Zimbawe (11 medici) - hanno salvato e continueranno a salvare decine di bambini colpiti da quella grave malattia con un’operazione mirata.
Ma gli esempi sono davvero tanti e toccanti e con la sua voce vibrante, ce le ha raccontate senza incertezze, senza pietismi, senza vantarsene, ma solo con consapevolezza di svolgere una missione, come donna di fede, come essere umano che aiuta un altro essere umano a migliorare la propria esistenza.
Ecco la sua forza, la forza delle donne.
 
Altro grande motivo di orgoglio per l'Assessorato e per il Trentino, è il mondo del volontariato i cui iscritti fanno registrare una percentuale pro-abitante altissima. Una risorsa che permette spesso di abbassare i costi del sociale.
L'accoglienza dei profughi del Nord Africa ha suscitato qualche polemica e diverse critiche, ma a conti fatti quando scopriamo che nelle altre parti d’Italia un soggetto costa allo Stato 43-45 euro al giorno, contro i 25 euro del Trentino…
E, in più, la Provincia finanzia corsi all’avviamento lavorativo, corsi di italiano e infine li aiuta a trovare un alloggio, il tutto per permettere una totale integrazione nella nostra realtà... non ci sono altre considerazioni da aggiungere.
Tutto questo è possibile grazie al volontariato e alla miriade di associazioni che esistono sul nostro territorio, gravido di gente abituata a dare una mano all’altro.
 
Ma non è, come già detto, la solidarietà in provincia il fiore all’occhiello della nostra assessore.
«Quello su cui puntiamo e in cui crediamo – ricorda Lia Giovanazzi – è il miglioramento delle condizioni di vita nei paesi in cui l’immigrazione è forte. Come a Scutari, città dell’Albania nord occidentale. La forte e pericolosa migrazione dei minori rappresentava una vera piaga sociale.
«Sono bastate la costruzione di una scuola e l’introduzione di 40 borse di studio per gli studenti più meritevoli, per ottenere immediatamente il crollo dell’abbandono scolastico, che era del 75%.»
 
Lo stesso discorso vale per un caseificio costruito in Siria vicino a un importante monastero che rappresenta ormai da molti anni una zona franca per il dialogo tra le popolazioni cristiane e islamiche della zona.
«Alimentato mediante pannelli solari, e quindi autosufficiente, ha dato lavoro a ben 110 famiglie della zona. Rappresenta un esempio per i villaggi limitrofi.»
Ciò ha permesso ad un intero paese di non scomparire, ma anzi di crescere e di sviluppare il proprio territorio, senza costringere gli abitanti a dover emigrare.
 
L'assessore ha poi indicato una «terza via» trentina verso la convivenza e la coesione sociale attraverso l'incontro e il dialogo fra le culture. La parola integrazione viene adesso considerata quasi superata e sostituita da nuovi concetti che portano al comune rispetto delle proprie tradizioni e religioni.
Solo questa potrà essere la strada, per un futuro di pace.
 
I nuovi trentini così come sono stati definiti anche dal Presidente Dellai nel suo discorso di fine anno devono essere considerati una risorsa e non un peso, e l'ultima pubblicazione del Cinformi sostenuta dall'assessorato ne è una testimonianza diretta, un esempio positivo di autonomia e partecipazione alla vita sociale nella loro nuova patria come protagonisti e non più come soggetti passivi.
 
Usciamo da quella stanza ancora frastornate da tante storie e da tanta umanità al punto che diventa quasi difficile ritornare alla vita di tutti i giorni fatta di piccole cose quotidiane, che di fronte a tutto questo appare banale, e viene voglia di tufffarsi in questo mondo dove veramente è possibile cambiare il corso della vita di altri fratelli a volte con poco, davvero...
 
Minella Chilà                               Stefania D’Elia
minella.chila@ladigetto.it          stefania.delia@ladigetto.it

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