Adolescenza: istruzioni per l'uso – Di Paola Taufer
Come comunicare con l'adolescente e capire le sue emozioni
Secondo la definizione psicoanalitica, l'adolescenza indica una fase cronologica situata tra l'infanzia e la pubertà in cui caratteristiche ricorrenti sono l'incertezza, l'ansia per il futuro, il bisogno di rassicurazione e nel contempo di libertà.
Molti genitori non riescono a sostenere una comunicazione con il figlio adolescente, e lamentano il fatto che quando parlano ai figli, sembra che si debbano mettere in contatto con un altro popolo.
Va sottolineato che l'adolescenza è un momento di passaggio in cui si cerca da un parte di allontanarsi dall'essere ancora bambini e dall'altra si ricerca qualcosa di sconosciuto: il divenire adulti.
Spesso gli atteggiamenti degli adolescenti oscillano tra il bisogno di riservatezza e quello di esibizionismo, tra il bisogno di vicinanza e il bisogno di autonomia, tra momenti di solitudine e altri di condivisione e infine tra il bisogno di essere incompreso e quello di essere accettato.
L'esistenza degli adolescenti è una provocazione continua, e il ragazzo è sempre posizionato in una «zona di confine», attendendo di assumere una qualche conformazione, una identità propria, che è in divenire.
Per questo, usa spesso una maschera che può essere quella dell'oppositività (essere sempre contro a quello che dicono o fanno i genitori) oppure della compiacenza (accettare ogni cosa senza reagire).
L'età è difficile perché può dar vita anche a disagi profondi e inizio di patologie.
Solitamente l'entusiasmo dell'adolescente per argomenti come la giustizia, il bene di tutti, la solidarietà, l'ottimismo e la progettualità verso il futuro dimostrano che il ragazzo sta utilizzando quelle risorse interne che tutti possiedono per gestire i conflitti in modo relativamente autonomo.
Coloro invece che hanno difficoltà comportamentali, ovvero che riversano sull'ambiente i loro problemi attraverso degli “agiti” (ubriacarsi, correre in auto o in moto, distruggere oggetti, violenza, vandalismo, etc.), sono persone che non sanno dare un nome alle proprie emozioni, hanno difficoltà a riflettere e anziché usare il pensiero e la parola, usano l'azione.
In alcuni casi l'agito può essere rivolto anche verso di sé, cioè avere una ripercussione sul corpo e in questo caso vediamo casi di malattie ricorrenti e/o psicosomatiche (es. dermatologiche).
Considerati i frequenti cambi di umore, difficile è anche comprendere i segnali che portano l'adolescente verso una depressione: per esempio, è importante cogliere i disagi che possono partire da una insoddisfazione per il proprio corpo (sono brutto, sono troppo grassa..)
Un giovane depresso può essere visibilmente triste, malinconico, preoccupato, anche se l'irritabilità è un altro sintomo comune.
Si perde l'interesse o piacere per quelle attività, cose o persone una volta ritenute gradevoli; è frequente il ritiro sociale.
La bassa autostima è comune, così come pensieri negativi per se stessi e sul futuro. Un giovane colpito da depressione può sentirsi confuso ed avere difficoltà nel prendere decisioni.
Man mano che la depressione si fa più acuta, si hanno sentimenti di svalutazione e disperazione. Soggetti depressi gravi possono iniziare a pensare di farsi del male o perfino suicidarsi.
La depressione nell'adolescenza può spesso manifestarsi con sintomi non tipici o mascherati.
Ad esempio, l'abuso d'alcool e droghe spesso va di pari passo con la depressione giovanile e ne peggiora l'esito.
Gli adolescenti depressi possono manifestare inoltre atteggiamenti antisociali come ostilità, aggressività e comportamenti spericolati oltre a sfidare le regole e l'autorità.
La tragica verità è che il suicidio è diventata la seconda causa di morte tra i giovani tra i 15 ed i 19 anni.
Paola Taufer
p.taufer@ladigetto.it
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