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La crisi economica dell'edilizia si affronta attaccando

La salvezza del settore dipende dalla riconversione energetica – Di Alberto Pattini

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Il  settore edile è da sempre uno dei più importanti per lo sviluppo del Paese: prima della crisi era responsabile dell’11% del prodotto interno lordo (PIL), ed era in grado di generare circa tre milioni di posti di lavoro.
Durante la crisi economica dal 2008 al 2012 si è perso il 30% degli investimenti privati ed il 40% degli investimenti pubblici.
Sono 60.000 le imprese fallite e 557.000 posti di lavoro persi, la metà nel solo settore dell'edilizia, dove si registra una caduta verticale rispetto al 2008 di tutti i valori.
 
Secondo le stime dell’Osservatorio dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), nel 2012 il calo degli investimenti è pari a -7,6%, più sostenuta che nel 2011 (-5,3%).
«La tassazione sulla casa in Italia è la più alta d’Europa. L’IMU disincentiva gli acquisti e mette in difficoltà chi ha comprato casa, – ha spiegato Buzzetti presidente dell'Ance invitando il governo a "invertire la rotta nei confronti del settore. – La crisi specifica del settore delle costruzioni che più di altri ha risentito e risente della congiuntura negativa e del crollo della domanda interna. Dal 2009 le costruzioni hanno perso 120.000 occupati l'anno, 328 al giorno. I dati congiunturali di crisi, la più devastante dal dopoguerra, segnano un record storico, con segno meno da 20 trimestri consecutivi.»
 
Nel 2012, in Italia, 10 mila imprese del settore edile hanno dichiarato fallimento. In altre parole, 35 imprese al giorno hanno chiuso i battenti nel settore.
Nemmeno nel 2013 la fase di caduta del settore non si fermerà. Anzi, segnerà una riduzione degli investimenti in costruzione del 3,8% in termini reali rispetto al 2012.
 
Il Trentino non è esente per quanto riguarda la crisi del settore edilizio, non così grave come nel resto del nostro Paese ma negli ultimi anni hanno chiuso 250 aziende artigiane, si sono perduti 3.800 posti di lavoro, hanno cessato l'attività realtà industriali come Pasqualini, Arnoldi, ora anche la Garbari, come ha dichiarato il presidente Oss dell' Associazione costruttori edili del Trentino.
A Trento dai dati del Comune si rileva almeno un 20% in meno delle domande di Dia e delle Concessioni edilizie.
Gli economisti sostengono che se non riparte il settore edilizio non ci sarà modo di incrementare la crescita dell'economia italiana e sarà sempre peggio.
Il 2013 sarà un anno ancora più difficile in Trentino per le imprese e per i cittadini, se non saranno adottate da parte della Provincia di Trento misure straordinarie. 
 
 Come si esce dalla crisi dell'edilizia
1. È necessario ridurre l'IMU: la super tassazione della casa crea difficoltà sugli acquisti.
2. Incentivare il credito delle Banche alle imprese e ai cittadini.
3. Misure di defiscalizzazioni per le ristrutturazioni.
4. Risorse economiche a fondo perduto per i cittadini che restaurano la propria abitazione attuando anche il miglioramento energetico. 
 
Alberto Pattini
a.pattini@ladigetto.it
 

In questi grafici l'andamento della situazione dettagliata nei vari indici economici del Paese.
(fonte ISTAT 2012)
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