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Verso il Conclave – Parliamone con Mons. Umberto Giacometti

Autore de «Il primato educativo – Un percorso culturale-pedagogico lungo trentasei anni» – Di Nadia Clementi

Mons. Umberto Giacometti, come Lei ben sottolinea nel Suo libro la religione è un fatto sociale, culturale ed esistenziale; che importanza ha l’insegnamento religioso nelle scuole per i giovani d’oggi?  
«Aprire ad una nuova e forte dimensione orizzontale fra tutti gli uomini e ad una dimensione verticale che porti all’incontro personale, singolo e comunitario, con Dio.
«La dimensione orizzontale - umanesimo cristiano - aiuta a scoprire in tutti gli uomini non un estraneo, ma un fratello da amare e una autentica risorsa a tutti i livelli. La religione quindi vuole portare la pace e la collaborazione tra tutti gli uomini. Per queste mete così alte e così belle assicura anche luce per vedere, forza per operare.»
 
In più di trentasei anni alla guida della più importante scuola paritaria trentina, ha visto dei cambiamenti nei giovani?
«Fra i giovani di oggi e quelli di ieri mi pare di aver visto un annacquamento degli ideali. I giovani del nostro tempo - non avendo avuto chi ha passato loro una fiaccola alta e risplendente - fanno più fatica nel credere negli ideali forse perché lo stile della nostra società è scoraggiante, li frena nel loro entusiasmo di apertura a qualcosa di veramente grande. La nostra società è disorientata da un vuoto etico dilagante in ogni ambito (non solo nel campo politico).»
 
Come vede oggi il rapporto dei giovani con la fede?
«Lo vedo allo stesso tempo problematico e bello. Problematico perché forse mancano non tanto maestri quanto piuttosto testimoni di fede credibili e in grado di coinvolgere, di entusiasmare. Rapporto bello con la fede perché essa è in grado di sollevarci con ali d’aquila in alto, più vicino a Dio.»
 
Cosa dovrebbe fare la Chiesa nei confronti dei giovani nel futuro?
«Credere e operare nel campo educativo, a tutti i livelli: nella liturgia, nella famiglia, nella scuola (statale e cattolica), negli oratori, nei gruppi giovanili. Assicurare un’acuta sensibilità per dare cuore e intelligenza al primato educativo nella nostra società chiamata ad affrontare sfide nuove e che richiedono un impegno diffuso e sempre più consapevole.»
 
Essendo Lei stato insignito nel 2009 dell’onorificenza di Prelato d’Onore di Sua Santità Benedetto XVI, che cosa ha apprezzato maggiormente nel Papa e che ricordo ne conserva?
«Il suo grande spirito di fede e di preghiera. Poi un’intelligenza tanto acuta quanto libera. Non aveva paura ad esporsi contro la dittatura della moda del momento.»
 
Che Papa vedrebbe per il futuro della Chiesa?
Non è facile dirlo. Un uomo di Dio, unito profondamente a lui lasciandosi guidare da Lui con gli occhi aperti e sensibili ai bisogni più veri e profondi dell’uomo del XXI secolo dando una iniezione di forte solidarietà, planetaria, ma incominciando a raggio familiare e locale con l’occhio che non smette di spaziare lontano sapendo cogliere i bisogni più urgenti.

 Mons. Umberto Giacometti
E’ nato a Riva del Garda nel 1940, frequenta il Liceo classico e gli Studi Teologici presso il Seminario Maggiore di Trento, viene poi ordinato sacerdote nel 1966, dopodiché frequenta l’Università La Sapienza di Roma dove si laurea in Filosofia.
Studia presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, ove ottiene la Licenza in Scienze dell’educazione con indirizzo in Psicologia e la conseguente abilitazione in Scienze Umane .
È stato Docente, Rettore del Convitto Arcivescovile di Trento dal 1975 al 2009, Rettore del Collegio Arcivescovile Celestino Endrici dal 1977 al 2009 (Sede di Trento) e dal 2002 al 2009 sede di Rovereto.
Dirigente Scolastico degli Istituti Superiori del Collegio Arcivescovile dal 1979 al 2010 (Sede di Trento ) e del Liceo Internazionale di Rovereto dalla sua fondazione dal 2006 al 2010; è stato Presidente Regionale della Scuola Cattolica F.I.D.A.E. dal 1979 al 2009.
Ha pubblicato studi e articoli su quotidiani e riviste locali e nazionali specialmente su tematiche psicologiche educative scolastiche, fra cui il suo libro intitolato «Il primato educativo – un percorso culturale-pedagogico lungo trentasei anni».

 

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