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«Dottor Circosta, quanto ci costa la sicurezza sul volo?»

Circosta è riuscito ad aggiudicare alla società che dirige l’appalto da 24 milioni di euro necessari per garantire la sicurezza dell’aeroporto di Bergamo, Orio al Serio

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La nostra intervista Vincenzo Circosta se la merita tutta perché è originario di Rimini, ma si è trasferito a Trento per lavoro, dove ha formato la sua famiglia. E si quando si è trovato costretto a portarsi a Milano per proseguire la carriera, ha mantenuto casa qui.
Di tanto in tanto leggiamo le sue gesta, ma stavolta ha suscitato la nostra attenzione perché è riuscito a portare a casa della società che dirige (la Sipro - Sicurezza Professionale Srl) un contratto davvero importante: la sicurezza dell’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo).
Un importo da 24 milioni in quattro anni, lavoro per 150 guardie giurate a specializzazione verticalizzata.
Come si sa, vincere un concorso è «solo» il passo più importante di una gara d’appalto, ma ciò che rimane da superare sono i ricorsi dei perdenti ai tribunali amministrativi che – comunque vadano le cose – quantomeno un anno lo fanno perdere. Questo non vale solo per le società di sicurezza ma per tutti i concorsi.
Comunque sia, al momento il contratto se l’è portato a casa Circosta e abbiamo deciso di intervistarlo per sapere alcune cose che la gente non conosce, trovandosi solitamente da questa parte della barricata.


L'aeroporto di Orio al Serio.

Dottor Circosta, facciamo conto che l’appalto venga confermato a voi (cosa che le auguro).
«Sicuramente è un eccellente risultato e non solo commerciale, – ci risponde. – Faccio presente che alla nostra società è stata recentemente affidata anche la sicurezza dell’Aeroporto di Firenze e dal 1° marzo anche dell’Aeroporto di Bari, una dimostrazione inequivocabile di grande professionalità, a tutti i livelli, del nostro Gruppo.»

Al di là dei complimenti che le facciamo da buoni trentini, è possibile che costi così tanto l’impianto di sicurezza di un aeroporto?
«Ovviamente il costo di queste operazioni è direttamente proporzionale alla grandezza del sito e al conseguente numero di addetti dedicati. Ma, oltre a un programma di formazione specialistico e peculiare, il servizio presso un insediamento aeroportuale è un’attività molto delicata che va effettuata sulla base di rigorose norme di riferimento.
«I fatti dell'11 settembre 2001 hanno dimostrato che gli attentati aerei possono minacciare qualsiasi nazione e non solo le aree geografiche coinvolte in situazioni di evidente criticità.
«Si è reso così necessario aprire un capitolo nuovo, garantendo misure di prevenzione e controllo severissime, strutturate su standard internazionali e abbinate a un'attività di continuo monitoraggio sull'intera organizzazione del trasporto aereo: e cioè su infrastrutture, gestori, compagnie, scuole di volo, oltre che su passeggeri, bagagli, merci, aeromobili.»

Da quali organi dello Stato dipendono le normative sulla sicurezza cui dovete attenervi?
«Le amministrazioni dello Stato coinvolte in materia di security dell'aviazione civile sono principalmente la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell'Interno, il Ministero dei Trasporti.
«All'Enac in particolare spetta il compito di definire e coordinare le misure di sicurezza del trasporto aereo, stilando il cosiddetto Programma Nazionale di Sicurezza, verificandone costantemente lo stato di applicazione e predisponendo quando necessario gli opportuni aggiornamenti.
«Inoltre sono di sua competenza gli adempimenti attuativi relativi all'affidamento in concessione dei servizi di security e alla vigilanza sulla loro regolarità ed efficienza, da svolgere in stretta correlazione con le autorità di Pubblica Sicurezza.»

Dato che le misure di sicurezza sono gestite da istituti privati, com’è che lo Stato si rapporta con loro?
«Per definire le misure di security e stilare il Programma Nazionale di Sicurezza, l'Enac opera attraverso il Cisa, il Comitato Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti Aerei e degli Aeroporti del quale ha la presidenza e la segreteria tecnica. Per il coordinamento delle attività a livello locale si avvale invece delle proprie Direzioni Aeroportuali e dei Csa (Comitati di Sicurezza Aeroportuale).
«Un altro aspetto importante in materia di security è il coordinamento con altre organizzazioni e amministrazioni, a livello sia nazionale che internazionale. In particolare, oltre a relazionarsi quotidianamente con i vari soggetti coinvolti nell'attuazione del Programma Nazionale di Sicurezza, l'Enac gestisce i rapporti con autorità governative estere e partecipa a gruppi di lavoro in sede comunitaria, Icao ed Ecac.»


Sistemi di controllo passeggeri e bagaglio a mano.

Sono necessarie apparecchiature complesse sofisticate. Le proponete voi o le impone lo Stato?
«Per effettuare i controlli di security si utilizzano apparati metal detector, apparecchiature per l'ispezione radioscopica del bagaglio a mano, apparati per la rilevazione di esplosivi. L'attività di controllo può essere svolta dal personale aeroportuale autorizzato ai sensi del DM.85/99, professionalmente addestrato in conformità alle disposizioni dell'Enac, utilizzando apparati omologati di controllo della sicurezza.
«Anche le compagnie aeree nazionali ed estere che operano negli aeroporti italiani devono dotarsi di un proprio Programma di Sicurezza conforme a quello nazionale. Dalla fine del 2002 (da quando cioè il PNS è stato varato, in base alle linee guida dell'ICAO recepite dal Documento 30 dell'ECAC e dal Regolamento europeo 2320/2002) l'Enac ha svolto una notevole attività nell'ambito della security, monitorando tutte le società e le compagnie aeree nazionali ed estere che compongono il panorama dell'aviazione civile italiana.
«Il lavoro compiuto appare ancora più significativo, se si considera che al contempo è stato necessario adeguare il PNS a nuovi regolamenti emanati dell'Unione Europea.»

Non si è mai allentato il livello di guardia dal 2001?
«Anzi, al contrario. Nel 2006 il settore della security ha registrato un ulteriore e sensibile incremento di attività: il livello di allarme è infatti tornato altissimo, quando si è avuta cognizione di un piano terroristico che prevedeva diversi attentati aerei nel Regno Unito. Gli attacchi in preparazione, fortunatamente sventati dalla polizia londinese, prevedevano l'uso a bordo degli aerei di esplosivo liquido.»

È per questo che adesso non si possono portare nel bagaglio a mano dei liquidi?
«Esatto. Al fine di proteggere i passeggeri da questa nuova tipologia di minaccia, l'Unione Europea ha aggiornato la normativa in materia di security, emanando il Regolamento 1546/2006 che limita in particolare le tipologie e la quantità di sostanze liquide che i viaggiatori possono portare con sé a bordo.
«Non sono previste limitazioni specifiche per quanto riguarda il bagaglio da stiva, mentre nel bagaglio a mano sono consentite solo piccole quantità di liquidi, contenute in recipienti dalla capacità massima di un decilitro, chiusi a loro volta in sacchetti di plastica trasparente con capienza non superiore a un litro.
«Le nuove regole vengono applicate dal 6 novembre 2006 in tutti gli aeroporti UE, oltre che in Norvegia, Islanda e Svizzera. La loro entrata in vigore ha necessariamente comportato una serie di cambiamenti per tutti i soggetti che operano nel settore aeroportuale e gli utenti del trasporto aereo, che vengono ora sottoposti a controlli di security ancora più rigorosi e capillari.»


Aeroporto di Firenze.

Come mai lo Stato affida la sicurezza a Istituti privati di vigilanza?
«In Italia la possibilità di trasferire a privati concessionari parte delle attività svolte in aeroporto dalle autorità di pubblica sicurezza era stata prevista già nel 1992, nell'ambito di un provvedimento legislativo d'urgenza diretto ad adeguare gli organici delle Forze di polizia e a razionalizzare l'impiego del personale nei servizi d'istituto.
«Nel 1999 il regolamento del Ministro dei trasporti e della navigazione n. 85 del 29 gennaio '99 ha introdotto la disciplina di riferimento per l'affidamento in concessione dei servizi di controllo, disciplina in seguito completata con l'emanazione di specifici atti di indirizzo ministeriale e con i decreti di determinazione del corrispettivo dei servizi e sui requisiti di idoneità dei prestatori. Successivamente si è assistito a una rapida evoluzione di tutte le attività connesse alla security, sollecitata anche dal quadro politico internazionale e dall'aggravarsi della minaccia terroristica.
«Tra il 2004 e il 2005 l'Enac ha provveduto a completare l'affidamento dei servizi di sicurezza alle società di gestione, avviando nel contempo un ampio programma ispettivo basato sul Regolamento CE 1217/2003, per verificare la qualità della security in tutti gli aeroporti italiani aperti al traffico commerciale.»

Chi è che coordina le attività di security aeroportuale?
«Ad ogni Direzione Aeroportuale è preposto un Dirigente ENAC, che coordina in situazioni di normalità l'applicazione delle misure del Programma Nazionale di Sicurezza, con un’attività di sorveglianza sui servizi resi dalla società di gestione, dalle compagnie aeree e dalle imprese autorizzate ad espletare i servizi di security.
«Nelle situazioni di emergenza è prevista la collaborazione con le forze di Polizia, per attuare le necessarie misure aggiuntive di sicurezza.
«Un ruolo essenziale viene svolto dall'Ufficio di Polizia di Frontiera, il quale assicura che le misure e le procedure di sicurezza vengano applicate correttamente e, qualora si verifichino turbative, assume in coordinamento con il Dirigente responsabile dell'Enac la gestione diretta delle operazioni necessarie a fronteggiarle.»

Da chi sono composti i «Comitati di Sicurezza Aeroportuale»?
«I componenti del Comitato sono il dirigente dell'Enav SpA e i dirigenti degli uffici di Polizia di Frontiera, Dogana, Sanità Aerea e Postale; i comandanti del Nucleo/Comando dei Carabinieri e della Guardia di Finanza; il responsabile del Comando dei Vigili del Fuoco; un rappresentante della sicurezza della società di gestione e un Rappresentante dell'associazione dei vettori operante sullo scalo.
«Oltre a costituire un importante presidio territoriale, i Csa contribuiscono ad armonizzare l'organizzazione di ogni singolo aeroporto con quella della rete nazionale.


L'interno di un moderno aeroporto.

Gli uomini che devono lavorare per voi alla sicurezza di un aeroporto devono avere una preparazione specifica?
«Si parte dalla selezione. Nello specifico, i destinatari di questo reclutamento sono giovani di età compresa tra i 24 e i 32 anni, in possesso di un diploma di scuola media superiore in un qualunque indirizzo di studio. Ulteriori requisiti fondamentali sono un’ottima conoscenza della lingua inglese, che verrà accertata attraverso tre diverse prove, e il possesso della patente di guida di tipo B.
«Tutti i giovani selezionati verranno formati e impiegati per effettuare il controllo dei passeggeri, dei bagagli a mano e di quelli contenuti nella stiva dell’aereo.
«Presso la nostra Sede centrale è attiva un’organizzazione interna dedicata al reclutamento e alla formazione delle Guardie Particolari Giurate e fornisce un servizio di elevato standing qualitativo e reputazionale.»

Devono avere una particolare capacità di interagire col pubblico per ridurre lo «stress da controllo»?
«Le nostre Guardie destinate in Aeroporto sono in possesso dei requisiti professionali previsti dal D.M. 85/99 art. 5 comma 2 e hanno frequentato il corso di formazione per Addetti alla sicurezza aeroportuale previsto dal Programma Nazionale di Sicurezza, ottenendone l’abilitazione dopo aver superato un duro esame davanti ad apposita Commissione esaminatrice.
«La capacità di interagire col pubblico è un aspetto non obbligatorio, ma al quale noi teniamo particolarmente, perché alla fine sono i passeggeri a pagare il nostro lavoro.»

E l’organizzazione, da chi dipende?
«Tutte le GpG sono gestite sotto il costante coordinamento della Direzione Operativa di Gruppo e da una struttura direzionale ad hoc presente in ogni Aeroporto composta da specifiche figure professionali, accuratamente formate e certificate in base alla normativa in vigore, che operano in team con la Società di Gestione Aeroportuale nel rispetto delle direttive impartite dagli Organi di Controllo (Polizia di Frontiera e Ente Nazionale per l'Aviazione Civile).»


L'aeroporto di Bari.

Si può conoscere come si articola l’organigramma, o è una notizia delicata?
«Esistono molte altre figure all’interno del sedime aeroportuale.
«C’è un Direttore Tecnico, che è responsabile dei controlli di sicurezza. Deve avere una idonea formazione professionale e giuridica per poter operare il coordinamento e l'organizzazione dei servizi di sicurezza.
«C’è ovviamente un Capoturno, che è la figura aziendale che coordina e gestisce il personale di turno.
«Il Supervisore è il responsabile della postazione e deve assicurare che quanto previsto dalle procedure in tema di controllo passeggeri e loro bagagli a mano venga pedissequamente e scrupolosamente rispettato.»

I suoi uomini rivestono la qualifica di pubblici ufficiali? O devono eventualmente chiedere l’intervento delle Forze dell’ordine?
«La guardia giurata che lavora alle dipendenze di un istituto di vigilanza privata è ora inquadrata giuridicamente come incaricato di pubblico servizio (ai sensi del decreto legge 8 aprile 2008 n. 59, che ha modificato l'art. 138 del TULPS), benché alcune sentenze della Corte di Cassazione ne abbiano evidenziato anche la qualità di agente di Polizia Giudiziaria.
«In ogni caso le Guardie Giurate devono sempre chiedere l’intervento delle FF.OO. ogni qual volta si presentano le situazioni in cui non possono operare in autonomia, come, a titolo esemplificativo, il controllo sulla persona.»

Come potete garantire la sicurezza senza infastidire i passeggeri, che bene o male si trovano costretti a farsi controllare tutto?
«Per prima cosa occorre avere ben chiaro l’ obiettivo dei controlli di sicurezza: la salvaguardia di vite e beni materiali non mi pare poco, mi pare altresì ovvio che l’attività venga messa in atto nel comune interesse, ovvero, nell’ interesse di ogni singolo passeggero che deve inevitabilmente accettare i controlli con la sua consapevole e preziosa collaborazione.»


L'aeroporto di Orio al Serio.

Lei è considerato uno dei massimi esperti nel settore, è vero che la stanno cercando un po’ dappertutto? È possibile che torni a casa, o a Rimini o a Trento?
«Si, è vero, ho ricevuto oltre a numerose attestazioni di stima anche interessanti proposte di lavoro da parte di società di Sicurezza in tutta Italia e da parte di importanti aziende pubbliche e private come Security Manager.
«Ma vivere a Trento è già stata una scelta di vita concretizzata che non intendo cambiare. E i viaggi per e da Trento e Rimini , dove vivono le mie sorelle e i miei nipoti, dopo oltre 30 anni non mi spaventa di certo.

Il prossimo appalto che lei cercherà di portare a casa?
«Mi piacerebbe molto essere il primo ad ottenere un appalto per un servizio antipirateria per navi mercantili o petroliere in navigazione nel Golfo di Aden…»

Quest’ultimo tema ha solleticato il nostro interesse ad approfondire un altro grande capitolo sulla sicurezza, quella dei trasporti marittimi.
Ne abbiamo parlato con Circosta e ne è uscita un’intervista articolata e complessa che da sola merita un capitolo a sé, dato che l’avventura dei due Marò in India ci ha permesso solo di conoscere un aspetto delicato, ma che rappresenta solo una piccola punta dell’iceberg.
La pubblicheremo la prossima volta e sarà più interessante che mai.

Guido de Mozzi
g.demozzi@ladigetto.it

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