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Alle Rotte del Mondo, le «diverse» disabilità

Nel mondo ci sono circa 200 milioni di persone con disabilità gravi e un miliardo con qualche forma di disabilità

«InternazionAbilità», ovvero: come il tema della disabilità viene affrontato e interpretato in varie parti del mondo, anche alla luce delle esperienze di cooperazione internazionale.
Questo l'argomento al centro della riflessione proposta ieri da Sulle rotte del mondo, la manifestazione organizzata dalla Provincia autonoma-assessorato alla solidarietà internazionale e dall'Arcidiocesi di Trento, giunta alla sua quinta edizione.
Molte le esperienze prese in esame, dal Kenya al Kosovo ad Haiti, nella consapevolezza che al centro di ogni progetto di cura, riabilitazione o reinserimento ci deve essere l'azione del gruppo, della comunità nel suo complesso.
E che le «diverse abilità» esistono davvero, non sono solo un'invenzione del linguaggio «politically correct», come dimostrato ad esempio dai musicisti di Cantare Suonando, che si sono esibiti in chiusura dell'incontro in sala Belli.
Nel mondo si stima vi siano circa 200 milioni di persone con disabilità gravi, un miliardo coloro che sono affetti da una qualche forma di disabilità.
 
Si è partiti dalla definizione di salute dell'Oms, ieri: non solo assenza di malattia ma completo benessere psicofisico. Ed è questo a cui puntano alcuni progetti di Croce Rossa Italiana, sostenuti anche dalla Provincia autonoma, ad Haiti, ad esempio, o in Kosovo, rivolti in particolare a bambini e ragazzi disabili e nei quali vengono impiegate fisioterapiste volontarie del Trentino, assieme anche al volontariato locale (che se necessario viene anche formato).
Paola Martinelli, fisioterapista e volontaria del Cuamm,  ha illustrato le sue esperienze in  Africa e in  Georgia. 
Nei paesi in via di sviluppo l'enfasi deve essere messa sul livello di partecipazione della comunità, sia per il suo valore intrinseco - mobilitare le risorse locali è fondamentale per il benessere sociale nel suo complesso - sia anche perché le risorse economiche e tecniche da impiegare nei processi di cura o riabilitazione sono spesso ridotte.
 
È questo ad esempio ciò che si sta facendo con successo a Nyahururu, in Kenya, nella comunità di Saint Martin, il cui motto è significativamente only through comunities. Insomma, anche in Africa il volontariato e il lavoro di rete possono essere risorse preziose.
Cristina Giovanelli ha illustrato invece la sua esperienza in Kosovo, sostenuta dalla Caritas umbra e trentina e dalla Provincia, più volte ringraziata da monsignor Gualtiero Bassetti, vescovo di Perugia, con cui il Trentino ha lavorato anche all'epoca dell'emergenza post-terremoto in Abruzzo. 
La chiusura dell'incontro, moderato da Giuliano Beltrami, è stata affidata al gruppo musicale Suonare Cantando, espressione di un’associazione culturale di volontariato nata a Trento nel 1997 con sedi staccate a Schio, a Treviso e a Rovereto. L’Associazione si dedica all’insegnamento della musica a ragazzi/e con disabilità attraverso l’apprendimento individuale della notazione musicale e l’esecuzione della musica in concerti pubblici.

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