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«Dedico l'elezione a mio padre, che dovette emigrare dal Trentino negli anni Cinquanta»

Queste le prime parole pronunciate da Ugo Rossi per redere onore al valore fondante della nostra preziosa autonomia

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Una festa vera e propria quella cui abbiamo assistito oggi in sala stampa della Provincia autonoma di Trento, interrotta solo da un attimo di emozione quando Ugo Rossi ha pensato a suo padre.
«In questo momento il mio pensiero va a lui, scomparso ormai da 15 anni, – ha detto. – Aveva dovuto emigrare dalla Val di Sole per fuggire alla povertà.»
Oggi i tempi sono cambiati, ma non va dimenticato cos’era il Trentino un paio di generazioni fa, prima dell’avvento della nostra Autonomia, perché dovremo sempre ricordarlo a quelle frange dello Stato che ci rinfacciano regolarmente la nostra presunta opulenza.
 
Presidente, l’aspettano anni difficili.
«lo so. Lo sapevamo già nella scorsa legislatura. E lo sapevamo quando ci siamo assunti l’impegno di candidare alla guida della Provincia. Noi siamo sicuri che sapremo fronteggiare con serietà gli anni difficili così come siamo riusciti a far tesoro nei momenti migliori.»
 
È felice? Sente il peso delle responsabilità?
«Certo la gioia di essere stato eletto è inibita dall’impegno che mi aspetta. Ma ho retto l’assessorato alla Salute e alle Politiche sociali negli anni della crisi. Credo di aver superato bene la prova.
«Ho avuto anche un grande maestro, perché Lorenzo Dellai ci ha insegnato ad avere una visione strategica degli obbiettivi, una volontà incrollabile e una grande capacità di lavoro.»
 
Come si spiega il successo che ha avuto?
«Il Trentino ha dimostrato sì di voler cambiare, ma facendo tesoro dell’esperienza maturata fin qua. Evidentemente non è stata poi così male l’esperienza degli anni passati.
«Quando ho letto l'aumento dell’astensione mi sono domandato che cosa potevamo aver sbagliato. Ma evidentemente chi non è andato a votare non apparteneva al nostro elettorato.»
 
Ha sentito Diego Mosna?
«Sì, l’ho chiamato per significargli la mia gratitudine per la signorilità dimostrata nella lotta politica della campagna elettorale. Poteva essere molto duro con noi, ma non ma mai superato la soglia della correttezza. Un vero gentiluomo.»
 
Cosa farà per prima cosa?
«Raccordare le forze economiche e sociali per fare un patto di stabilità finalizzato a superare i momenti difficili che ci aspettano. Le priorità le conosciamo tutti. Lavoro, economia, povertà, servizi.»
 
Gli investimenti nella ricerca subiranno sensibili riduzioni in tempi di ridimensionamento della spesa?
«No, abbiamo detto più volte che non ci sono settori della spesa pubblica che possano considerarsi esenti da sacrifici. Anche la ricerca è chiamata a questo sforzo, ma se vogliamo garantire competitività al sistema Trentino dobbiamo puntare sull’innovazione,
«Io considero un investimento dell’innovazione anche il progetto di una popolazione trentina trilingue. Una regione di confine non può sottrarsi a questo sforzo e comunque conoscere le lingue è un vantaggio in assoluto.»
 
L’assessore Rossi ha poi abbracciato il presidente Pacher, che con il suo gran rifiuto ha aperto la strada alle primarie e di conseguenza a Ugo Rossi.
Presidente Pacher, cosa ne pensa del successo di Rossi?
«Ne sono veramente felice, perché dimostra che il nostro progetto era valido al punto che i Trentini hanno deciso di andare avanti con questo progetto di squadra.»
 
Guido de Mozzi

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