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Controcanto a Facebook (Libro di Facce) – Di Vittoria Haziel

Credo in un Internet… Io sono il Signore Dio tuo… Non avrai altro Internet all'infuori di me… Ventunesima parte

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Ve lo dico subito: controcanto a Facebook per me che risalgo sempre la corrente come i salmoni è «Facce di libro». Questo è il finale. Ora vi spiego come ci si arriva (da scrittori viene meglio, naturalmente) e vi preannuncio un pezzo con molte illustrazioni.



Dunque, ricominciamo d'accapo. A voler tradurre «Facebook» dall'inglese diremmo «Libro di facce». Interpretando il significato verrebbe il concetto di una specie di album non cartaceo ma virtuale che raccoglie immagini di catene di amici, un network di amici. Le maglie di questa rete si possono talmente allargare che «di amico fidato in amico fidato», come dice il Manzoni, potremmo ritrovarci amici della Regina d'Inghilterra o del più temibile boss dei boss. E poi vaglielo a dire al giudice istruttore che tu non c'entri nulla.

Ma andiamo avanti. Vi racconto intanto come sono entrata nella rete del «libro di facce». È accaduto per caso, anzi rettifico: per fare un vero e proprio esperimento. La direttrice editoriale di un numero monografico del quale mio marito e io saremmo editori, secondo il progetto, butta lì sul tavolo: trasformare la pubblicazione cartacea in pubblicazione virtuale, con tanto di pagine che si possono sfogliare, immagini, eccetera. Insomma, una vera e propria rivista.
«Come il catalogo dell'Ikea», mi dice una mia amica toscana che a quanto pare lo sfoglia comodamente a casa stando davanti alla schermata del suo computer e cliccando con il mouse.
Mi pare una variante che merita approfondire e allora cosa faccio? Con l'aiuto della mia amica quella sera stessa faccio la prova: mi iscrivo a «Facebook». Dopo i soliti riti di registrazione, password, elementi chiave che possono sempre servire anche quando non te la ricordi più, come «scrivi il nome del tuo primo maestro» o «il cognome da signorina di tua madre» e dopo altre svariate violazioni necessarie alla tanto sbandierata privacy, all'improvviso mi ritrovo nel mezzo dell'album.

Più che dentro un album la mia sensazione netta è stata quella di trovarmi al centro della piazza di un grande mercato al sabato mattina. Ogni città ne ha uno, se vivete in una metropoli pensate al più grande che ci sia. Quello.
Comunque l'esperimento doveva andare avanti. Quindi ho dovuto scorrere l'elenco dei nomi della mia agenda di posta elettronica e scegliere quelli che volevo invitare come amici al «mercato» o che ero sicura avrebbero accettato. Ovviamente, mi spiegano, questi nomi a loro volta devono essere già iscritti a «face book» o se vogliono si iscriveranno proprio nell'occasione di dichiararsi tuo amico ed entrare nella «piazza del grande mercato affollato di sabato».
La conseguenza quasi immediata ve la dico subito: la mia posta elettronica è stata INONDATA di nomi che aderivano alla mia amicizia. Ma andando avanti nei giorni nella mia posta elettronica, attraverso la porta di «face book»" sono entrati emeriti sconosciuti che chiedevano la mia amicizia.
In questo caso devi dire se conosci quella persona o se comunque aderisci all'amicizia. Altrimenti rifiuti. Ho rifiutato, naturalmente, di aggregarmi a degli illustri sconosciuti: Uno di questi era addirittura un cantante (famoso o che cercava fama?) straniero. Perché una cosa è chiara: nella «piazza del mercato di sabato, ecc.» non ci sono solo gli abitanti della tua città. No. E' così affollata perché c'è TUTTO IL MONDO.

E per di più una finestra stabile ti chiede «Cosa stai facendo in questo momento?».
E la folla può raccontare i fatti suoi alle altre facce del libro, alias frequentatori del mercato più grande del mondo. Aiuto! Alt. Fermi tutti. Voglio scendere. Poi, non so per quale virtuosismo informatico dovuto a un tasto pigiato o attivato da sé come le fecondazioni per sporogonia, mi appare un universo di «emoticon» che si agitano coloratissime davanti ai miei occhi. Leggo: «tribalfusion.com.cursor!!» e ancora adesso ignoro dove sia stata catapultata.
Questa «cursomania», come leggo nella dicitura del sito senza sapere a cosa serva, è fatta di cinque file di animazioni moltiplicate per dieci. La maggior parte si muovono, appunto.
Ci sono lumache che si avvicinano, cuori di perle che battono, altri con le ali, altri ancora che vorticano in girotondo. Vedo ruote, girandole, faccette che ballano (ma non hanno neppure i piedi), serpenti di freccette multicolori, gatti e cani che scodinzolano. Ma scopro anche un cellulare che squilla e - udite udite! - persino un tostapane che sforna le fette.
Cosa sono? Messaggi in codice? Ho provato a cliccarci su per inserirli proprio in questo testo come faccio a volte con la posta elettronica, ma non succede nulla. E chiudiamo qui. Per me l'etere di Internet è un mega-mistero assoluto, e francamente mi sto avvicinando all'idea di dio, tanto che il mio ateismo si sta trasformando in Internettismo. Credo in un Internet… Io sono il Signore Dio tuo… Non avrai altro Internet all'infuori di me…
Ecco. E' la moltiplicazione all'infinito della Divinità: quest'essere superiore di fronte al quale ci sentiamo dei miserabili idioti. Impotenti di fronte al Potente che Tutto Può: INTERNET.

Allora, sapete cosa ho fatto? Ho invertito la rotta. Nel recente sabato grasso ho approfittato del Carnevale per invitare un ri-stret-tis-si-mo gruppo di amici e mi sono mascherata da «faccia di libro». Come? Intanto mi ero creata la maschera raddoppiando l'immagine di viso di donna presente sulla copertina del mio ultimo libro. Il responsabile delle mie immagini ufficiali - il mitico Marino Ravani - mi aveva capovolto la metà destra del viso, e quindi con la sinistra ho potuto costruire il viso intero.
«Faccia di libro», in che senso quindi? Nel senso che io avevo la faccia del mio libro. E poi, per giocare anche «di rovescio» ho aggiunto alla mascherata anche «Facebook», ovvero il libro di facce. Ma non più mercato (mondiale) al sabato: attaccate a una collana di stelle filanti ho messo una dopo l'altra le fotocopie dei miei amici e parenti. Non tutti. Diciamo che ho fatto l'album con le foto che avevo, e che ho potuto stampare con la mia laser a colori. In alto a tutti, visto il tema del libro - i miei editori stranieri, poi alcuni miei amici scrittori, e giù giù amici e parenti.
Ovviamente anche i miei amici erano considerati «facce di libro in carne e ossa», ognuno con la sua maschera, e hanno formato in tempo reale il libro della festa (per soli intimi).

E vorrei invitare anche voi, in piena quaresima, a questo carnevale virtuale, cioè regalo anche a voi la pergamena della poesia che ognuno di loro ha potuto trovare all'interno di un mini-libro fatto appunto con il collage della copertina del mio «e dio negò la donna».
È un componimento in tema, buttato giù in fretta tra la stesura del mio romanzo arrivato quasi alla fine, la lista della spesa, il soffritto che rischio di bruciarsi, le ore di palestra e altre particelle di vita quotidiana e notturna.
Ho giocato con le «facce di libro» che sono le copertine, al di là delle quali si aprono sia per chi scrive sia per chi legge mondi di vite vere o inventate, e il «libro di facce» (facebook).
Potrei anche metterla su «Facebook», ma quel mercato mi crea allergia. Mi sa che lì non ci vado più a fare la spesa… Buona lettura, quindi, cari «Pd(a)V».
E anche voi, che pellegrini speciali non siete. Ma potete diventarlo.


Facebook
facce di libri - libri di facce
di Vittoria Haziel

Facce di libri…
Copertine
maschere di pagine segnate
con inchiostro di storie vere
o con i passi della mente
in fuga dal vivere.

ESC
Escape
Esci

Libri di facce…
Catene di amici di amici di amici
girotondi di sorrisi
reti di affetti, scambi, alleanze.
Mercato virtuale di incontri.
Non si compra
si baratta
Tu con me… me con te… noi con noi…

Clicca… linka… posta…
Salva… cancella… stampa… copia.

Coriandoli di vita…
Sulla carta ferma o nel respiro dell'etere
i giorni si incollano con gocce di miele
per schiarire il buco nero del dolore.

Stelle filanti di numeri, simboli, codici…
maschere per coprire
struggenti solitudini,
identità perdute,
affanni.

Carnevale di volti vuoti
alla ricerca disperata di facce:
facce di libri umani
Specchi che ci riflettano
sinceri.


Naturalmente la poesia ha scremato la crudezza della prosa che in questo controcanto l'ha preceduta. Ma la realtà resta.
Rimane il bisogno di vie di fuga dal reale. Come si fa, però, per fuggire dal mercato di sabato? Quasi quasi mi cancello. Ma… ci possiamo cancellare, o rimaniamo nell'etere in aeternum?

Davincianamente vostra
Vittoria Haziel


Nelle foto: In alto Vittoria Haziel con e senza maschera da faccia da libro, un po' da facebook.
La torta invece è il mitico dolce detto festivo, prodotto dal maitre chocholatier di Torino Pfatish (possiamo dire il nome?). Gustiamolo virtualmente. Interno di meringhe al cioccolato e chantilly al cioccolato. Più che una faccia da libro ci vuole uno stomaco di ferro, ma la goduria è assicurata. Anche in quaresima.
Il manichino rappresenta l'unica s-facciata invitata alla festa, che è stata costretta a mascherarsi anch'essa da facebook... e anche da faccia di libro.

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