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Porta a Porta/ 5 – Il commento del Sen. Franco Panizza (PATT)

«Una trasmissione di vera e propria disinformazione giornalistica e di pericolosa diseducazione civica»

I cittadini del Trentino e dell’Alto Adige non sono dei privilegiati.
Lo dimostrano tutti i dati, a cominciare da quelli sul residuo fiscale, cioè sul rapporto che c’è tra tasse pagate e servizi ricevuti in cambio da ogni singolo cittadino, a prescindere da chi sia l’ente che eroga questo servizio.
Questi dati, frutto di un calcolo complesso che tiene conto di moltissime variabili, servono per stabilire l’equità di trattamento tra tutti i cittadini italiani.
E allora, se li leggiamo, ci accorgiamo che per i cittadini delle nostre Province il saldo è negativo, con 1.340 euro a persona che vengono dispersi per le spese degli abitanti di altre 12 regioni, che ricevono perciò molto di più di quanto versano.
 
Credo che Vespa conosca tutte queste cose, così come il fatto che la qualità della vita e i buoni servizi siano solo il frutto meritato di decenni di buona amministrazione e di tasse effettivamente pagate dai contribuenti, a fronte di quello che invece accadeva in altre parti del Paese, purtroppo anche nelle regioni autonome del Sud, dove sprechi e gestioni dissennate hanno prodotto veri e propri sfaceli.
E invece Vespa fa finta di non saperlo, invocando tra l’altro quei tagli orizzontali che non solo non colpiscono gli sprechi, ma che demotivano le eccellenze.
 
Il punto vero è che la caccia al privilegio è diventato il genere giornalistico che va per la maggiore e che fa crescere gli ascolti. Peccato che in questo caso si prefiguri come un vero e proprio atto di disinformazione populista, con l’aggravante che tutto questo sia avvenuto sul servizio pubblico il quale dovrebbe svolgere tutt’altra funzione.
Il Trentino e l’Alto Adige andrebbero raccontati per le tante cose positive che hanno costruito in questi anni, anche grazie a un esercizio fortemente responsabile delle proprie possibilità di autogoverno.
Da questo punto di vista costituiscono un modello e un laboratorio.
E invece Vespa pensa di risolvere i problemi dell’Italia smantellando lo stato sociale (cure dentarie, edilizia popolare, sostegno ai non autosufficienti, reddito di garanzia, etc.) in quei territori che hanno con saggezza seguito le esperienze europee più virtuose.
 
Ma la cosa che ho trovato veramente inaccettabile è che Vespa, anziché chiedersi perché in Italia le cose non funzionino (e quindi chiedere al Governo di dotare il Paese di un sistema amministrativo più efficiente, che responsabilizzi finalmente i territori - decreto Salva Roma docet), abbia chiesto alle nostre Province di rinunciare a quelle conquiste sociali che invece gli altri dovrebbero imitare.
In sostanza ci ha chiesto di restituire competenze a uno Stato Centrale che ci ha portati sull’orlo del fallimento finanziario, che ha dimostrato di non conoscere neppure la consistenza della questione esodati, che ha dimostrato in ogni momento di non avere i conti pubblici sotto il proprio controllo.
 
La vera soluzione (e su questo mi impegnerò per avere con noi i partiti autenticamente autonomisti e - mi auguro - anche le forze nazionali sinceramente riformatrici) è che in Italia si instauri un solido sistema regionale che dia poteri e responsabilità ai territori e che ne valorizzi le peculiarità.
Che senso avrebbe sennò parlare di Made in Italy e di Qualità Italiana, se poi si appiattisce tutto verso il basso?
Io mi auguro che finalmente almeno i Trentini, così come il Sudtirolesi hanno fatto, capiscano che bisogna essere uniti per non distruggere e sacrificare sul piano dell’omologazione nazionale quel grande patrimonio di coesione, partecipazione diretta e solidarietà collettiva che il Trentino ha costruito nella sua storia, il quale ad oggi costituisce - anche se a Roma non l’hanno capito - il solo antidoto alla disaffezione e all’antipolitica.
 
Franco Panizza
Senatore PATT

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