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È morto Monsignor Iginio Rogger, aveva 94 anni

È stato uno dei grandi studiosi della storia italiana e in particolare della Chiesa trentina

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Mons. Iginio Rogger era nato a Pergine Valsugana il 20 agosto 1919, primo di nove figli, di Francesco Rogger e Faustina Psiali.
Cresciuto a Levico, quando è stato il momento i genitori lo hanno mandato a Roma per farlo studiare presso la Pontificia Università Gregoriana, dove si laureò in filosofia e teologia.
Nel 1945 è stato ordinato sacerdote e nel 1951 ha conseguito un dottorato in Storia della Chiesa.
Ha quindi iniziato ad insegnare la materia al Seminario teologico di Trento e, nel 1955, insegnò anche Liturgia. Nel 1960 ha conseguito la libera docenza.
 
Quando nel 1963 le autorità trentine decisero di commemorare il quarto centenario della chiusura dei lavori del Concilio di Trento (1545-1563), don Rogger si adoperò per far sì che non venisse costruito un monumento a ricordo (ce ne è giù uno in S. Maria che ricorda l’anniversario dell’apertura dei lavori), ma che venissero avviati gli studi scientifici sul Concilio di Trento, sia dal punto di vista ecclesiastico che storico e sociale.
Il Museo Diocesano Tridentino è nato proprio in virtù di questa visione di Don Rogger, che privilegiò sempre la ricerca della verità storica. Iginio Rogger divenne poi direttore del Museo negli anni 50.
Sempre ispirato dalla ricerca storica, come maestra di vita, in quegli anni fu in principale artefice dell’abolizione del culto di San Simonino.
 
Il Simonino, fino ad allora San Simonino, fu un fanciullo morto durante la Pasqua del 1475 e venne venerato come beato dalla Chiesa cattolica sino, appunto, al 1965. La vicenda legata al suo nome costituisce una testimonianza delle persecuzioni subite dalle comunità ebraiche e delle accuse (false e strumentali) di «omicidio rituale», le cosiddette «accuse del sangue», che ebbero notevole diffusione soprattutto nell'Europa continentale nei confronti degli Ebrei.
La Santa Sede aveva ammesso ufficialmente il culto locale di San Simonimo nel 1588.
Il percorso di revisione critica della vicenda da parte della Chiesa - nel clima di apertura al dialogo interreligioso favorito dal Concilio Vaticano II - vide attivamente coinvolta l'arcidiocesi di Trento ed ebbe tra i più qualificati protagonisti lo storico mons. Iginio Rogger.
I suoi studi sulle vicende processuali portarono nel 1965 l'arcivescovo di Trento, Alessandro Maria Gottardi, alla cosiddetta «svolta del Simonino», vale a dire la soppressione del culto e la rimozione della salma dalla chiesa di San Pietro che la ospitava, con la conseguente abolizione anche della tradizionale processione rituale per le vie di Trento con l'esposizione di presunti strumenti di tortura degli ebrei usati nel presunto rituale contro il piccolo Simone.
La revisione della posizione della Chiesa portò ad una riconciliazione con la comunità ebraica.
 
La verità portata alla luce da Iginio Rogger sulla triste vicenda del Simonino sta a dimostrare come la sua fede per Dio e la verità dovessero camminare insieme.
Ammettere che la Chiesa aveva commesso un errore segnò un momento davvero importante per il dopo Concilio Vaticano II.
Per taluni, questa vocazione per la verità storica costò a Don Rogger una ben più ampia carriera nel mondo della Chiesa Cattolica, cosa peraltro che lui non rimpianse mai.
 
Don Rogger ha anche fatto parte per il Trentino della tavola rotonda formata per l'istituzione della Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino.
Nel 1998 Trento gli ha conferito l'Aquila di San Venceslao, la massima onorificenza della città.
Nel 1999, in occasione del suo ottantesimo compleanno, il Centro per le scienze religiose in Trento dell'ITC ha pubblicato una miscellanea di studi in suo onore.
 
Il 12 aprile 2006 l'Università di Trento gli ha conferito una laurea honoris causa in giurisprudenza (foto in basso).
Tramite questo link, il servizio sul commento della rettore De Pretis sulla scomparsa di Iginio Rogger. 
 
Il 27 ottobre 2008, Iginio Roger pronunciò la sua Lectio Magistralis in oggasione dell'anniversario Degasperiano. La relazione si intitolava «Il Trentino tra Autonomia e identità: una pagina di storia trentino-sudtiolese, in una prospettiva sempre più euro-regionale». (Vedi nostro servizio di allora.)
Fu in buona sostanza la sua ultima pagina di storia, spesa in pieno a favore dell'Autonomia del Trentino e del Sudtitolo.
Lorenzo Delai, nel suo ricordo di oggi, attribuisce a Don Rogger «il merito di aver neglio trasmesso la sintesi della nostra cultura» (vedi servizio). 
 
Igimio si è spento oggi, 12 febbraio 2014, all'età di 94 anni.

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