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«L’Europa nascerà con un processo centripeto e non centrifugo»

Nascerà dalla necessità di difenderci e non dal coraggio di affermare la nostra identità – Di Francesco Bricolo

Nella migliore tradizione multimediale troviamo in rete il video dell’incontro che il 18 marzo s’è svolto a Roma dove Matteo Renzi ha partecipato alla presentazione del libro di Massimo D’Alema, «Non solo euro».
Ne hanno dato la notizia un po’ tutti e nel gergo giornalistico è passata l’informazione che il rottamatore ha incontrato il rottamato.
Che i due, Renzi e D’Alema, non si sopportassero è risaputo e proprio per questo la presenza di Renzi all’evento ha destato tanto interesse e Renzi non ha mancato di dare sfoggio della sua per certi versi invidiabile arte oratoria affrontando il tema dell’Europa che gli è stato servito su un piato d’argento a due mesi di distanza dalle elezioni europee, 22 a il 25 maggio 2014.
Siccome l’occasione è ghiotta non perdiamocela e proviamo a fare alcune considerazioni che magari vadano al di la della schermaglia tra due pezzi grossi che ha ingrassato le colonne dei giornali.
 
La prima considerazione da fare è che oggi l’Europa è percepita come un luogo distante e quasi ostile, tanto che le forze politiche considerate populiste, cioè che danno alla gente quello che vuole senza nessuna remora morale, sbraitano contro i burocrati che mangiano sulla pelle delle persone seduti su comode poltre tra Bruxelles e Strasburgo.
Così al grido «no Europa», «no Euro» si raccoglie consenso e i politici hanno una sorta di venerazione per il consenso tanto più ci si avvicina alle elezioni.
Proprio questo consenso raggranellato a suon di insulti vomitati è considerato miope e anche pericoloso da coloro che osano ragionare con un attimo di calma riconoscendo magari le ragioni della rabbia cavalcata da chi fa populismo.
Proviamo allora a sintetizzare un attimo le ragioni anzi la ragione, perché in effetti alla fine il motivo è uno solo e ben evidente se si mette in piedi per terra e non si guardano le cosa partendo da una condizione di lusso.
 
L’operario, così come l’agricoltore, il commercialista, l’insegnante non sono mai stati aiutati dall’Europa, l’Europa nella nostra vita non ha mai portato qualcosa di utile, anzi ci ha rovinato la vita per certi versi.
Tutti noi dunque non abbiamo un’esperienza diretta dell’Europa come qualcosa di positivo e questo resta il nocciolo della faccenda.
Questo non servire nulla o peggio peggiorarci la vita resta a tutti gli effetti il dato di fondo al netto di tutte le chiacchiere e a poco servono le varie spiegazioni del fatto che non è così e che magari è vero il contrario e cioè che l’Europa ci ha salvato.
È come quando si va dal medico con un forte dolore. Nessuno in quella condizione vuole chiacchiere, tutti vogliamo che quel dolore intanto passi e dopo che me lo hai fatto passare mi spieghi come stanno le cose e noi siamo esattamente in questa condizione.
Stiamo male e fino a quando qualcuno non ci fa star un po’ meglio non ascoltiamo nessuno e viviamo da arrabbiati, magari diventiamo un po’ cinici e cattivi.
 
Se tutto questo è vero, che si fa? Un buon padre di famiglia che farebbe?
Un buon padre di famiglia lavorerebbe in due direzioni. Prima di tutto cercherebbe di far star meglio la propria famiglia con gli antidolorifici se servono.
Nello stesso tempo però questo buon padre dovrebbe lavorare sulla lunga distanza per mettere in piedi qualcosa, una spiegazione almeno plausibile da darci quando staremmo meglio.
Ora facciamo questo piccolo test.
Leggete questa lista di nomi e alzate la mano quando qualcuno vi dice qualcosa: Konrad Adenauer, Joseph Bech, Johan Willem Beyen, Winston Churchill, Alcide De Gasperi, Walter Hallstein, Sicco Massholt, Jean Monet, Robert Schuman, Paul-Henri Speak, Altiero Spinelli.
Chi sono? Sono le persone che a cavallo della metà del secolo scorso hanno pensato e voluto l’Europa e come vedete due sono italiani, Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli.
 
Ora ditemi se i vostri genitori o zii, se le vostre maestre, i vostri insegnati, se il vostro prete o allenatore, la vostra biblioteca ve li ha mai fatto conoscere?
In quante delle nostre famiglie s’è mai parlato di queste persone.
In quante delle nostre case è girato il libro di Altiero Spinelli, datato 1985, Il progetto europeo o magari la raccolta dei suoi scritti?
E’ solo un esempio. Ammiro e apprezzo le famiglie dove questo è accaduto ma penso che siano davvero poche purtroppo.
 
Questo per dire cosa?
Per dire che l’Europa non è stata costruita dal basso, nessuno ce l’ha raccontata come qualcosa di bello, d’importante e nemmeno come qualcosa d’importante da conquistare con fatica e gli stati uniti d’Europa sono qualcosa che non sappiamo nemmeno noi se desiderare.
Non c’è dunque da meravigliarsi se pochi o pochissimi odiano l’Europa e la vivono come un peso da cui dobbiamo liberarci al più presto.
Tutto questo è un po’, anzi molto triste e viene da chiederci come mai siamo arrivati a questo punto. Dove abbiamo sbagliato.
 
Sarebbe lungo il discorso, certo però una cosa possiamo dirla qui a conclusione di questo piccolo sforzo di pensiero. I nomi che prima ho citato sono dei pezzi da novanta, persone di altissimo livello culturale e impegno politico i cui scritti sono ancora lì fermi ad aspettarci.
Anche i nostri padri non ce li hanno trasmessi o se l’hanno fatto ma questo non ha comunque evitato che ci trovassimo in questa situazione, allora dobbiamo iniziare nel nostro piccolo a raccontarci i valori e i principi che hanno reso grande la storia di questo continente.
 
Certo aiuterebbe se questa campagna elettorale non si esaurisse nelle solite sterili contrapposizioni, ma non ci spero molto. Conto di più in quelle belle anime che nel loro piccolo s’impegnano e lavorano.
Probabilmente se mai arriveremmo agli stati uniti d’Europa la strada che ci porterà la non sarà quella della condizione dei valori, dei principi.
Ci arriveremo guardando il mappamondo e rendendoci conto di un dato di realtà e cioè del fatto che l’Europa nella sua grandezza fisica è un francobollo se paragonata anche solo all’est e questo ci porterà ad unirci perché se non lo faremmo ci mangeranno in un sol boccone.
 
Sarà allora un’Europa che nascerà con un processo centripeto e non centrifugo. Nascerà dalla necessità di difenderci e non dal coraggio di affermare la nostra identità.
Il nostro continente, la nostra cultura, la nostra storia propone una enorme ricchezza che non riesce però a diventare motivo di orgoglio e di unione ma continua ad essere motivo di divisione.
Noi avremmo tutte le ragioni per unirci forti della nostra identità ma continuiamo a far prevalere uno sguardo miope e ripiegato su noi stessi.
Importante è che non si spenga la fiammella di coloro che lavorano orgogliosi della nostra bellezza. Saremmo in pochi, ma ci siamo.
 
Francesco Bricolo

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