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Impariamo a conoscere i «nevi»? – Di Nadia Clementi

Ne parliamo con Stefania Farina, specialista in Dermatologia e Venereologia

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La dottoressa Stefania Farina.
 
Molte persone presentano sulla pelle un certo numero di macchie pigmentate, come i nevi (nevo è il termine scientifico di neo) e le lentiggini. Alcune di queste sono presenti alla nascita, altre si sviluppano nel corso della vita e nella maggior parte dei casi sono benigne.
Molti nei possono essere antiestetici o fastidiosi a causa della loro posizione o della loro grandezza, ma solo in pochi casi sono davvero da asportare. Tuttavia, per capire se abbiamo dei nei a rischio, è fondamentale sottoporsi con regolarità a visite dermatologiche. Il cambiamento di un neo, così come una nuova comparsa, possono essere i primi segni di un melanoma (tumore maligno).
La prevenzione del melanoma è importante poiché consente di individuarne forme precoci e quindi di ridurre la mortalità connessa a tale malattia.
A tale riguardo assume particolare importanza la diagnosi preventiva attraverso la videodermatoscopia digitale (mappatura computerizzata dei nei) che, essendo un esame semplice e non invasivo, consente di individuare un melanoma più agevolmente rispetto a una semplice visita dermatologica.
Per capire se un neo è a rischio di melanoma, è importante essere informati: come devono essere forma, colore e dimensioni di un neo benigno? Quando rivolgersi ad un dermatologo? Per queste e molte altre domande ci siamo rivolti alla specialista in dermatologia, la dott.ssa Stefania Farina. 

 Chi è il dott.ssa Stefania Farina
Nata a Trento il 03 luglio 1981, la dott.ssa Stefania Farina si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Verona nel 2007 e ha conseguito la specializzazione in Dermatologia e Venereologia presso la stessa Università nel 2014.
I principali ambiti di interesse e ricerca sono: psoriasi, dermatite atopica, patologie cutanee infiammatorie-autoimmuni, dermatologia pediatrica, dermatologia allergologica, dermatologia termale.
La dott.ssa è stata relatrice a numerosi corsi e convegni nazionali di Dermatologia e Medicina Termale.
Socio SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia Medica, Chirurgica, Estetica e di Malattie Sessualmente Trasmesse).
Dal 2009 è socio Junior EADV (European Academy of Dermatology and Venereology), dal 2012 socio SILD (Società Italiana Laser in Dermatologia) dal 2013 socio SIDAPA (Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale).
Dal 2008 collabora con le Terme di Comano e dal 2013 con l’APSS di Trento e il CIBIO (Centro di Biologia Integrata, Università di Trento) a scopo di ricerca in campo dermatologico. Dal 2014 lavora come libero professionista presso il CST centro sanitario trentino di Trento e Mezzolombardo, svolgendo attività specialistica ambulatoriale di dermatologia generale, videodermatoscopia, medicina estetica e piccoli interventi di dermo-chirurgia. Dal 2014 è inoltre professoressa a contratto presso l’Università degli studi di Pavia.

Dottoressa Stefania Farina, cosa sono i nei e come si presentano?
«I nei o nevi melanocitari sono proliferazioni benigne di melanociti (cellule della pelle deputate alla produzione di melanina).
«Nella maggior parte dei casi appaiono come macchie di colore variabile dal marrone chiaro al nero, ma esistono nevi di colore rosso oppure dello stesso colorito roseo della pelle circostante.
«Possono essere piani o rilevati, congeniti (presenti alla nascita) o acquisiti, e presentare dimensioni variabili da pochi millimetri a diversi centimetri.»
 
 
Efelidi 
 
Cosa sono le lentiggini?
«Le lentiggini o efelidi sono macule brunastre tipiche dei soggetti con cute chiara e capelli rossi, caratterizzate da melanociti diversi da quelli normali (producono più melanina).
«La sede più tipica è il volto, sebbene si osservino anche sulle braccia, spalle e parte superiore del dorso. Le efelidi compaiono quasi sempre nell’infanzia e diventano più evidenti in estate.
«La migliore terapia è l’uso di schermi solari protettivi, mentre i tentativi di sbiancare le lesioni sono normalmente deludenti.»

Lentigo solari.

«Le lentiggini solari o lentigo senili sono più grandi delle lentiggini semplici, si riscontrano nella cute fotoesposta (volto, dorso delle mani e avambracci) e sono più comuni in soggetti anziani.
«Il numero di melanociti non risulta aumentato. Il trattamento estetico delle lesioni può essere fatto con creme schiarenti, peeling chimici, crioterapia o laser.»
 
Perché sulla nostra pelle sono presenti i nevi? Aumentano con l’età?
«Ci sono diversi tipi di nei: alcuni possono essere presenti sulla nostra pelle da quando siamo nati ma la maggior parte appare man mano che cresciamo.
«L’adolescenza è il periodo in cui si formano più nei a causa della trasformazione che il corpo subisce in quella fase. I fattori causali più importanti sono genetici, ormonali e ambientali.
«L'esposizione eccessiva al sole o i periodi di forti variazioni ormonali, come nel caso della gravidanza, possono far apparire più nei.
«Anche alcune terapie immunosoppressive possono favorirne l’insorgenza (es. sviluppo esplosivo di nei in pazienti sottoposti a chemioterapie per tumori maligni).
«Nel corso della vita i nei tendono a stabilizzarsi e negli anziani possono diminuire.»
 
I nevi sono ereditari? Sono differenti a seconda dei vari tipi di pelle?
«Alcune famiglie mostrano una predisposizione a nei multipli. Per quanto riguarda il tipo di pelle, negli individui di razza bianca i nei sono molto comuni (un adulto in media ha circa 20 nei) mentre sono meno frequenti nei neri (neri e asiatici hanno più nei sulle unghie, palmo delle mani e pianta dei piedi) e talvolta sono completamente assenti in persone con capelli rossi e numerose lentiggini.»
 
A quale età è bene sottoporsi al controllo dei nevi?
«Il melanoma nei bambini è rarissimo, molto più raro di altre forme tumorali. Il pediatra visitando il bambino controlla anche la pelle e, se nota lesioni sospette, lo invia al dermatologo.
«In linea di massima è consigliabile iniziare il controllo specialistico periodico dei nei dopo la pubertà, a meno che non siano presenti nei congeniti giganti (nei di grandi dimensioni già presenti alla nascita).» 
 

Nevo congenito gigante.

Quali sono i segnali a cui fare attenzione, quali i campanelli d'allarme che dovrebbero farci correre immediatamente dal dermatologo per un controllo?
«Se un neo ha cambiato dimensioni, forma, colore oppure spontaneamente inizia a sanguinare o bruciare, è raccomandabile fare subito una visita con un esperto.
«Quando si individua un nevo asimmetrico, con bordi irregolari o sfumati, di colore non omogeneo, non bisogna allarmarsi ma consultare senza esitazione uno specialista dermatologo esperto in dermatoscopia, anche se questo nevo è asintomatico.
«La comparsa di una nuova macchia scura che si evolve rapidamente (nell’arco di poche settimane o pochi mesi) diversa dagli altri nei, richiede la stessa attenzione.»
 
Ci spiega cosa sono e come si presentano i seguenti nevi: di Miescher, di Unna, di Clark, di Clark Atipici, di Spitz, di Reed, di Sutton e i nevi blu?
«Il nevo di Miescher è un nevo acquisito, cupoliforme, di colore variabile dal marrone fino a quello della cute normale, isolato e situato quasi esclusivamente sul viso.» 
«Il nevo di Unna è un nevo acquisito peduncolato o sessile, spesso papillomatoso, di consistenza molle, di colorito dal bruno a quello della cute normale, presente sul tronco e sul collo.»  
 

Nevo di Miescher - Nevo di Unna. 
 
 
«Il nevo di Clark è la tipologia di neo di gran lunga più frequente, localizzata di solito al tronco e agli arti, di colore marrone e forma irregolare.»
«I nevi di Clark hanno molte varianti, possono essere più grandi del solito, più pigmentati, più irregolari: in questo caso si parla di nevi di Clark Atipici. Questi nei possono evolvere in melanoma e quindi vanno monitorizzati nel tempo dal dermatologo con la mappatura e l’esame dermoscopico.»
«Il nevo di Spitz è un neo tipico dei bambini, spesso localizzato al volto, di aspetto papuloso e colorazione rossastra.»
 

Nevo di Clark - Nevo di Spitz.
 
«Il nevo di Reed è un neo di colore molto scuro che presenta all’epiluminescenza tipiche strie radiali alla periferia.»   
«Il nevo di Sutton (o nevo con alone) è un neo comune circondato da un alone depigmentato. Questo tipo di neo è causato dalla risposta immunitaria dell'organismo nei confronti del neo stesso. Nel corso di alcuni mesi il nevo centrale può scomparire gradualmente lasciando un'area non pigmentata che può rimanere tale per tutta la vita.»
 

Nevi di Reed e di Sutton.
 
«Il nevo Blu è un neo di colorito variabile dal blu scuro al grigio-nero, nettamente delimitato rispetto alla cute.  
Si vede blu per la dispersione della luce che incide sulla melanina localizzata negli strati più profondi della pelle.»

Nevo blu.

Quali sono le caratteristiche dei nevi definiti a rischio?
«I nevi a rischio sono quelli che presentano aspetti atipici all’esame clinico o dermatoscopico e che pertanto vengono ritenuti sospetti.
«In particolare sono considerabili nevi a rischio quelli congeniti di grandi dimensioni (oltre 20 cm), i nei insorti da poco tempo che tendono a crescere piuttosto rapidamente, i nei molto scuri e quelli più grandi di 6 mm di diametro.
«I nevi a rischio non danno necessariamente origine al melanoma, ma vanno tenuti sotto osservazione perché solo il dermatologo può decidere se è il caso o meno di effettuare un asportazione chirurgica con esame istologico, o se effettuare una nuova visita di controllo a distanza di qualche mese.»

Per l'individuazione di possibili nevi a rischio è consigliabile utilizzare la cosiddetta «regola ABCDE» che prevede di sottoporre all'attenzione del medico un presunto neo con le seguenti caratteristiche (non necessariamente tutte presenti):
ASIMMETRIA. I melanomi sono di solito asimmetrici, con una metà più grande dell'altra.
BORDI. I bordi del melanoma sono irregolari e frastagliati, al contrario di quelli dei nei che sono lineari.
COLORE. Spesso il melanoma è policromo, ovvero presenta colori diversi come nero, bruno, rosso e rosa.
DIMENSIONE. Una lesione cutanea sospetta di diametro superiore ai 6 millimetri deve essere verificata da uno specialista.
EVOLUZIONE. Riassume le precedenti: la lesione cutanea che tende a modificare la propria forma, colore e superficie è da ritenersi sospetta e da verificare.

Nel caso del melanoma nodulare, il più aggressivo, si utilizza la «regola ABCDEFG» aggiungendo le caratteristiche:
ELEVAZIONE. Il melanoma nodulare si presenta rilevato rispetto al piano cutaneo.
FIRM. La consistenza alla palpazione è maggiore rispetto alla pelle circostante.
GROWING. Crescita rapida in poche settimane o pochi mesi.
Altro elemento che da solo dovrebbe indurre a una visita di controllo è la presenza di un neo di colore visibilmente più scuro (regola della «black sheep» = pecora nera) o di aspetto molto diverso (regola dell’«ugly duckling» = brutto anatroccolo) rispetto agli altri nei.

Quando e perché si devono asportare i nevi a rischio?
«I nevi devono essere asportati ed esaminati quando ritenuti dal dermatologo sospetti.
Un neo che vada rapidamente incontro a cambiamenti che possono rivelare una trasformazione in melanoma è da asportare chirurgicamente e da sottoporre sempre ad esame istologico.

Lesione da asportare.

«La ferita di un neo generalmente ripara e guarisce come qualunque altra ferita della pelle, ma è buona norma comunque sottoporla all’attenzione del dermatologo, il quale valuta se è il caso di asportarlo.»
   
Cos'è un melanoma?
«Il melanoma è un tumore maligno che origina dal melanocita, cellula della pelle che è deputata alla sintesi della melanina.
«Questo tumore può insorgere su tutta la pelle (cuoio capelluto, unghie e genitali compresi) ma anche in bocca, nell’occhio e a livello delle meningi. Il melanoma metastatizza di frequente a linfonodi, polmoni, fegato, cervello e ossa.

Melanoma.

«Colpisce soprattutto attorno ai cinquant’anni, anche se l'età media alla diagnosi si è abbassata negli ultimi decenni. In Italia i dati dell’Associazione italiana registri tumori parlano di circa 13 casi ogni 100.000 persone con una stima che si aggira attorno a 3.000 nuovi casi ogni anno.
«È opportuno ricordare che il melanoma cutaneo rappresenta solo una piccola percentuale di tutti i tumori che colpiscono la pelle.»
  
Esiste una zona più a rischio per il melanoma?
«Ci sono diversi fattori da considerare.
Sede corporea: La distribuzione del melanoma nel corpo è diversa nei due sessi: nell’uomo è più frequente la localizzazione sul tronco, nella donna sulle gambe. Questo spiega la differenza di sopravvivenza tra uomini e donne sottoposti a trattamento per melanoma: le donne generalmente sopravvivono più a lungo rispetto agli uomini proprio perché segnalano la lesione sospetta più precocemente e questo permette una prognosi migliore. La differenza tra uomini e donne per il melanoma si è comunque attenuata rispetto al passato.
Area geografica: Il melanoma cutaneo è più frequente nei soggetti di ceppo europeo (caucasici) rispetto alle altre etnie. I tassi di incidenza più elevati si riscontrano infatti nelle aree molto soleggiate e abitate da popolazioni di ceppo nordeuropeo, con la pelle particolarmente chiara. Nelle regioni italiane settentrionali la mortalità per melanoma cutaneo è circa il doppio di quella registrata nelle regioni meridionali.»
 
Come si cura il melanoma? In che cosa consiste il trattamento?
«La terapia è chirurgica e consiste nell’asportazione del melanoma, a cui può seguire immunoterapia o chemioterapia a seconda dello stadio del tumore (che dipende dallo spessore del melanoma, dalla presenza o meno di ulcerazione e dalla sua diffusione in linfonodi o altri organi).
«Il melanoma è un tumore con prognosi pessima negli stadi avanzati, quindi sarebbe preferibile riconoscere le forme precoci e procedere all’asportazione che consente, rimuovendo radicalmente la lesione, di ridurre il rischio di morte.
«L'intervento chirurgico è il primo passo per il trattamento del melanoma. L’escissione locale ampia (o allargamento) ha lo scopo di rimuovere ogni cellula di tessuto canceroso che rimane dopo la biopsia. Il chirurgo rimuove la parte di pelle interessata dal tumore, incluso il sito di biopsia, così come un margine chirurgico precauzionale, cioè un'area di cute circostante il tumore e il tessuto sottocutaneo.
«In caso di coinvolgimento dei linfonodi viene rimosso ed esaminato il cosiddetto linfonodo sentinella, il primo linfonodo che riceve drenaggio dall’area interessata dal tumore e che con ogni probabilità conterrà un alto numero di cellule tumorali.
«Se positivo, si può procedere alla dissezione linfonodale terapeutica (o svuotamento linfonodale) allo scopo di alleviare i sintomi locali della malattia, come il dolore e di impedire la diffusione della malattia ai siti distali.
«Il trattamento del melanoma metastatico poteva considerarsi fino a pochi anni fa quasi esclusivamente palliativo, dato che i chemioterapici a disposizione hanno dimostrato nel corso degli anni un effetto limitato e non curativo nella maggior parte dei casi.
«Ora però, dopo decenni di ricerche fallite, le cose stanno cambiando grazie soprattutto ai nuovi farmaci biologici. In particolare, per i pazienti con tumore in stadio avanzato sono ora disponibili due farmaci (ipilimumab e vemurafenib) che hanno dimostrato di allungare la sopravvivenza e ridurre il rischio di morte a breve termine.
«Sono in corso in tutto il mondo diversi studi clinici atti a valutare altre nuove terapie e migliorare la cura del melanoma. I ricercatori sono costantemente al lavoro per perfezionare questi trattamenti.»
 
Quanto è importante la prevenzione? Quali sono le abitudini sbagliate che possono contribuire all’insorgenza dei nevi?
«Alcuni comportamenti preventivi possono ridurre il rischio di sviluppare tumori della pelle. È fondamentale innanzitutto esporsi al sole in maniera controllata fin dall'età infantile, evitando le ustioni.
«In generale bisogna proteggere la pelle evitando di esporsi durante le ore più calde (tra le 11 e le 15). Sotto il sole è consigliabile indossare cappelli e occhiali da sole e usare creme protettive adeguate al proprio tipo di pelle, applicandole più volte in modo da assicurare una copertura continua.
«Sarebbe poi opportuno evitare o ridurre al minimo l'uso di lampade o lettini artificiali. È ormai da tempo risaputo che questi sono sorgenti di raggi ultravioletti e devono quindi essere utilizzati con estrema attenzione e senza abusarne.
«Recenti studi scientifici hanno inoltre ipotizzato che anche i fornetti fissatori utilizzati per la cristallizzazione del gel per le unghie (che sono lampade UVA), se usati eccessivamente, potrebbero essere a rischio per lo sviluppo di tumori della pelle.
«L’uso un po’ più parsimonioso della manicure con gel e l’abitudine di utilizzare creme protettive schermanti potrebbero essere un utile strumento preventivo. E ancora una volta il buon senso si conferma un’ottima guida verso comportamenti salutari e corretti.»
 
 
Lettino abbronzante e lampada manicure.
 
È possibile auto controllare un nevo?
«Sì, è buona regola che ogni paziente che si sia già sottoposto ad una visita dermatoscopica presso uno specialista dermatologo tenga sotto osservazione tutte le lesioni neviche attraverso l’autoesame da eseguire ogni 3-4 mesi circa. L’autoesame dei nei consiste in semplici gesti che aiutano a conoscere i propri nei, il loro numero, la loro posizione, la forma, la grandezza e il colore.
«L’autocontrollo non ha lo scopo di farsi da soli la diagnosi, ma di tenere monitorati nel tempo i propri nei dopo che lo specialista dermatologo li abbia osservati e valutati con l’esame dermatoscopico.
«L’autoesame deve essere fatto da tutti, ma con particolare riguardo da chi ha avuto un familiare colpito da melanoma, chi è chiaro di pelle, con capelli biondi o rossi e occhi chiari, chi ha la pelle invecchiata dal sole, chi ha avuto ustioni solari in giovane età e chi ha molti nei.»
 

Dermatoscopio.
 
La diagnosi precoce è la miglior cura, in che cosa consiste?
«La lotta al melanoma si può vincere solo con la prevenzione e con la diagnosi precoce. La sorveglianza dei propri nei e di quelli dei propri cari è già prevenzione del melanoma.
«Tutti dovrebbero sottoporsi a una visita dermatologica con esame dermatoscopico di tutti i nei almeno una volta e successivamente secondo indicazione specialistica o immediatamente, quando attraverso l’autoesame si individua una lesione sospetta.»  
 
Che cos’è la mappatura dei nevi con videodermatoscopia digitale? E Quando è consigliata?
«La dermatoscopia è una tecnica che consente di migliorare la diagnosi delle lesioni pigmentate della cute e di individuare i melanomi in una fase quanto più precoce possibile.
«Questa metodica rappresenta un valido ausilio nella diagnosi delle neoformazioni cutanee in quanto consente non solo di diagnosticare circa il 20% di melanomi in più rispetto al solo esame clinico, ma anche di evitare molte asportazioni chirurgiche non necessarie di nevi benigni.
«Attraverso l’osservazione della cute mediante il dermatoscopio (un microscopio da contatto) il dermatologo può osservare i caratteri morfologici dei nei non apprezzabili ad occhio nudo, correlabili a specifiche alterazioni.

Videodermatoscopio.

«L’epiluminescenza permette la valutazione diretta, non invasiva e indolore di micro-strutture anatomiche che si trovano all’interno della pelle. L’esame di queste caratteristiche consente di stabilire se un neo è benigno, maligno o sospetto.
«Questa tecnica è ritenuta oggi un supporto fondamentale strumentale in oncologia dermatologica in quanto facilita la diagnosi delle lesioni pigmentate cutanee e del melanoma in fase precoce e riduce la necessità di eseguire escissioni chirurgiche inutili, cioè di lesioni che maligne non sono.
«La digitalizzazione delle immagini e la loro archiviazione in un computer (videodermatoscopia digitale) consentono inoltre il controllo nel tempo dei nei ritenuti sospetti attraverso il semplice confronto delle immagini.
«La pelle è l'unico organo del nostro corpo visibile e questo è un grande vantaggio per la prevenzione del melanoma, il tumore cutaneo più aggressivo di cui oggi non si dovrebbe più morire.»
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
Dott.ssa Stefania Farina - stefifarina@hotmail.it
Collabora con il Centro Sanitario Trento via Trener 2/2 38121 Trento tel. 0461 830596 - www.csttrento.it


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