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Concluso il Meeting nazionale giovani ingegneri

Si è svolto a Trento dal 6 al 7 marzo prima all’Ordine degli ingegneri e poi al MUSE

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I giovani ingegneri rivendicano un ruolo di protagonismo all'interno del mondo delle professioni e lo fanno da Trento, che ha ospitato venerdì 6 e sabato 7 marzo la riunione nazionale del Network dei Giovani ingegneri.
Per ragioni anagrafiche si sono affacciati alla professione in anni difficili per il mondo del lavoro, ma vogliono emergere attraverso la qualificazione delle proprie competenze, la formazione e la ricerca di nuove strade per l'ingegneria, che passano anche attraverso le nuove tecnologie.
Questo il messaggio forte uscito dal meeting nazionale di Trento, al quale hanno partecipato oltre 40 delegati provenienti da tutta Italia, che hanno dato vita nel pomeriggio di venerdì - presso l'Ordine degli ingegneri della Provincia di Trento, che ha un ruolo chiave nell'organizzazione del Network - a un momento di riflessione e confronto, durante il quale è stato fatto il punto su alcune delle tematiche più attuali che riguardano la professione.
A introdurle il presidente dell'Ordine degli ingegneri della Provincia di Trento, Antonio Armani, assieme al presidente del Consiglio Nazionale Armando Zambrano, tratteggiando alcune delle sfide che attendono questa categoria professionale, a cominciare da quella della certificazione delle competenze, dalla formazione, per arrivare alla questione dei tirocini e dei preventivi obbligatori in forma scritta.
 
Tutte tematiche che saranno strategiche per il futuro della libera professione.
E proprio al futuro è orientata l'azione del Network nazionale dei giovani ingegneri, coordinato da Monica Tasin, che, attraverso documenti discussi e approvati «in rete» si propone quale stakeholder che porta una visione innovativa della professione e propone soluzioni alle istituzioni.
Ecco allora le proposte sui tirocini, coordinatore Giulio Lavagnoli dell'Ordine di Verona, con la proposta di delegare alla loro attuazione le Università, ma solo a determinate condizioni, purché sia davvero un percorso formativo e specializzante; su innovazione, digitaldata & opendata, coordinatore officina Francesca Felline dell'Ordine di Lecce, con il Network che sta promuovendo un'azione attraverso il Consiglio Nazionale perché si faccia portavoce dell'esigenza di favorire l'adozione da parte della P.a. di nuovi modelli di fruizione di dati «aperti»; sulla promozione di un Mapping della vulnerabilità sismica, coordinatore Domenico Condelli dell'Ordine di Reggio Calabria; infine sulla promozione di una maggiore apertura all'Europa in termini di modelli di progettazione e bandi europei, coordinatore officina Monica Boccaccio dell'Ordine di Alessandria. 
 

 
In serata un altro appuntamento di grande rilievo è andato in scena presso il Muse, il Museo delle Scienze di Trento progettato da Renzo Piano, simbolo di un'architettura all'avanguardia che sa sperimentare.
E proprio a queste tematiche era dedicato il seminario «La Smaterializzazione dell'ingegneria». In una suggestiva sala buia, nella quale sono stati proiettati affascinanti filmati, i relatori hanno affrontato tematiche di grande respiro che rappresentano altrettante sfide ed opportunità per l'ingegneria dei prossimi anni.
«La digitalizzazione – ha spiegato Maurizio Napolitano di FBK – offre importanti opportunità, con i software che rappresentano l'acciaio del XXI, strumenti di grande potenza che hanno bisogno degli ingegneri, sempre più formati, per nascere e per essere correttamente utilizzati.
«Strumenti che possono implementare la creatività degli ingegneri che deve essere sempre di più il tratto fondante di questa categoria.»
 
Andrea Rao, ingegnere meccatronico di Rovereto, ha parlato della smaterializzazione degli oggetti e loro digitalizzazione attraverso la scansione 3D con particolari macchinari messi a punto nel Polo della Meccatronica e loro riproduzione con stampanti 3D.
In sala erano presenti le strumentazioni, con la possibilità per i presenti di farsi scannerizzare e riprodurre in 3D, messe gentilmente a diposizione dal MUSE.
Mirko Gremes, rappresentante della azienda trentina Algorab ha sviluppato le tematiche di «smartcity», che crea soluzioni innovative per il living, applicando tecnologie per rendere più funzionale e vivibile la vita nelle città. Monitorando informazioni raccolte in città, vengono poi elaborate e trasformate in soluzioni che rendono «intelligente» la città.
 
Esempi? Gestione degli impianti di pubblica illuminazione, irrigazione del verde pubblico, gestione dei parcheggi, logistica di case di riposo e di scuole materne, monitoraggio del traffico e del territorio.
Il vicepresidente del Consiglio Nazionale, Gianni Massa, conclude il giro dei relatori, lanciando la nuova sfida di Scintille 2015, un bando di idee per proposte innovative, che quest’anno vedrà la partecipazione del CERN di Ginevra e con buona probabilità del MIUR.
A chiudere i lavori, un breve ma incisivo intervento del prof. Silvano Tagliagambe, che si riassume nel pensiero filosofico del promuovere la comunicazione del potere, non nell’accezione stretta del termine, ma nel senso di saper fare. Il professore suggerisce ai giovani di porre alla base della loro professionalità la qualità delle competenze.
Molto suggestiva la cornice scenografica, sia per la location scelta che per la partecipazione della Compagnia di Artedanza, che ha accompagnato i relatori e la cena servita agli ospiti, provenienti da tutta Italia.
 

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