Home | Rubriche | Pensieri, parole, arte | Matteo Boato, le opere esposte a Padova – Di Daniela Larentis

Matteo Boato, le opere esposte a Padova – Di Daniela Larentis

La mostra inaugurata a Padova, visitabile fino all’8 novembre 2015, raccoglie le più importanti realizzazioni degli ultimi dieci anni

image

Le foto del pubblico sono di Iara Regina.
 
La nuova mostra di Matteo Boato, artista trentino di fama nazionale e internazionale, è stata inaugurata il 16 settembre 2015 presso la Galleria la Rinascente di Piazza Garibaldi a Padova, alla presenza della dott.ssa Mirella Cisotto, dirigente capo del settore cultura, e innanzi a un folto ed entusiasta pubblico che ha potuto ammirare i lavori realizzati negli ultimi dieci anni, ripercorrendo le sue tematiche più sentite e ricorrenti.
La serie de «Le Case Danzanti», già esposta a Padova al Museo al Santo nel 2003 e iniziata con i primi anni di attività pittorica di Boato, si arricchisce e viene accompagnata da oli su tela appartenenti ad altre serie come «La piazza» (un lavoro dedicato a centri storici italiani), «Betulle», «Cielo di tetti», «Cielo di campi» e la sua ultima, «Archi», dedicata a violoncelli, viole e contrabbassi.
 

 
È lo stesso artista a svelare la nascita di questa nuova serie di lavori pittorici (raccolti in una preziosa pubblicazione dedicati agli archi).
«La musica è una esperienza talmente profonda e forte che basta uno strumento dipinto per evocarla, per suggerirne il gusto e il piacere che provoca. Questo lavoro è dedicato agli archi che non ho, fino ad ora, mai suonato, ma che ho sempre sfiorato, sia durante lo studio accademico della chitarra, sia nella vita di tutti i giorni come auditore.
«Il violoncello fa parte della mia storia affettiva, come fosse una persona in carne ed ossa. Trovo il suo suono talmente coinvolgente che lo associo alla madre terra.
«Il violino invece è entrato a far parte della mia vita famigliare da pochi anni, accolto dalle mani di mia figlia Matilda.
«Così da un rapporto di profonda ammirazione e da una continua e rinnovata sorpresa quotidiana, nascono questi lavori pittorici che raccontano, con linguaggio istintivo e materico, la famiglia degli archi: il violino, la viola, il violoncello ed il contrabbasso.
«La preparazione e la miscelazione, direttamente sulla tela, dei colori per dipingere gli strumenti seguono un procedimento personale che attinge al rapporto sinestetico tra musica e pittura, tra note e colori.»
 
Matteo Boato. 
 
«Nel mio dipingere – prosegue l’artista – si profilano combinazioni specifiche in cui il colore rosso è associato alla nota la, l'arancio al sì, il giallo al do, il verde al re, l'azzurro al mi, il blu al fa, il viola/indaco al sol. Vivo il bianco e il nero come variazioni di intensità cromatica e come pause musicali.
«Durante la stesura dei colori, le note dialogano con la pittura dando sostanza a marroni, ocra, terra di Siena e terra bruciata tipici dei legni usati per costruire questi strumenti.
«L'arte, tra le sue tante letture, si potrebbe definire come la migliore interpretazione personale della realtà percepita.
«Con riferimento a tale approccio, peraltro non esaustivo, risulta ai miei occhi sorprendente come la realtà oggettiva si sposi, nei lavori riprodotti in questo libro, all'interpretazione emozionale e quindi artistica della stessa.
«Ma al di là della filosofia del colore, che permane assolutamente celata durante tutto il declinarsi dei lavori proposti, ritengo questo volume una raccolta di ritratti, mi si permetta l'aggettivo, quasi umani. Dietro ogni dipinto di questo libro, dietro ogni strumento, c'è una persona e un episodio di vita.»
 

Matteo Boato - Archi, 2015 - Olio su tela - 100x100 cm.
 
Matteo Boato ha un passato di chitarrista classico e uno come ingegnere civile e bioarchitetto, ma nel 2001 decide improvvisamente di intraprendere la via della pittura.
Da Trento si sposta a Londra e poi a Barcellona per tornare in terra natale e viverci in forma stabile, nel 2006.
Fin dai primi anni di attività adotta una tecnica particolarissima, inusuale, lenta fino all'esasperazione, una tecnica che si definisce «olio su tela» ma con una matericità esecutiva che richiede un anno abbondante per l'asciugatura.
Un quadro diventa un vino per certi versi e il risultato è un lavoro pittorico quasi tridimensionale, pastoso e intrigante.
 
Il suo tema primario, fin da subito, è il luogo urbano: piazze, luoghi e palazzi medioevali prevalentemente italiani che danzano attorno al fuoco sacro della socialità (il titolo di questa serie è «Le Case Danzanti»).
Con gli anni i temi affrontati aumentano dando voce ad altre serie di lavori: sul corpo (dal titolo «Il Cerchio»), sul bosco, sul paesaggio extraurbano (come «Terra»), sulla figura femminile, sull'amore di coppia («Insogno»), sugli animali, sulla musica come «A mani nude» e come l'ultimo anno di lavoro titolato «Archi».
In mostra a Padova sono esposti lavori scelti all'interno di questo lungo percorso pittorico.
 

Matteo Boato - Padova, 2007 - Olio su tela 80x80 – Siena, 2007 - Olio su tela 90x90. 
 
Le città che hanno accolto le sue mostre sono: Barcellona (S), Belfast (GB), Berlino (D), Bruxelles (B), Cheboksary (RU), Dandee (GB), Dresda (D), Edinburgo (GB), Fukuoka (J), Gabala (AZ), Glasgow (GB), Groeningen (NL), Hakone (J), Kirov (RU), Lisboa (P), Londra (GB), Lausanne (CH), Lugano (CH), Minamiashigara (J), Mosca (RU), Muenchen (D), Nizhny Novgorod (RU), Odawara (J), Parigi (F), Rostov-on-Don (RU), Sarov (RU), Sevilla (S), Sonthoven (D), St. Andrews (GB), Tarragona (S), Yaroslavl (RU); e in Italia: Alessandria, Asolo (TV), Bardolino (VR), Barletta, Bergamo, Biancade (TV),Caderzone (TN), Caldonazzo (TN), Canale di Tenno (TN), Carrara, Coredo (Trento), Castelfranco V. (TV), Feltre (BL), Ferrara, Folgaria (TN), Genova, lmbersago (MI), Latisana (UD), Levico Terme (TN), Mantova, Marina di Ravenna (RA), Merate (MI), Milano, Modena, Moena (TN), Mogliano V. (TV), Nogaredo (TN), Padova, Parlesca (PG), Peschiera del G. (VR), Ponte Arche (TN), Revò (TN), Riva del G. (TN), Roma, Rovereto (TN), Sanzeno (TN), Sant'Ilario d'Enza (RE), Saronno (VA), Strigno (TN), Tesero (TN), Tonadico (TN), Torino, Tortona, Trento, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Vigevano (PV).
 
 
Matteo Boato 2003 - Olio su tela -  70x70 cm – Terra, 2009 - Olio su tela - 100x100.
 
Ha al suo attivo, come artista, partecipazioni a conferenze artistico / scientifiche (MUSE, 2011), attività didattiche (MART, 2010 e 2011; varie università in Russia, 2014 e 2015), scenografie (Tour «Tutti Qui» di Claudio Baglioni, 2006), performance musicali e pittoriche (Galleria Civica di Trento, 2011; MUSE, 2013; Roncegno, 2015), la partecipazione alla Biennale di Venezia 2011 (Padiglione Italia, Trentino Alto Adige).
È vincitore di alcuni concorsi internazionali per la realizzazione di opere d'arte pubbliche, in particolare: Scuola Primaria e Secondaria di Levico Terme (TN), Scuola Materna di Povo (TN), Casa di Riposo di Lavis (TN), Scuola Materna di Mezzano (TN), Presidio Ospedaliero di Borgo V. (TN), Nuovo Polo Scolastico di Pergine V. (TN), Scuola Primaria di Cavalese (TN), Nuova Corte d'Appello di Roma.
Una mostra che vale la pena di visitare e che non lascerà certo deluso il visitatore a caccia di emozioni, poiché come disse Pablo Picasso «l’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni».
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it
 

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande