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Tutta questione di cervello – Di Daniela Larentis

Alimentarsi bene e adottare stili di vita sani è una scelta intelligente a tutte le età

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Tenere in forma fisico e cervello aiuta a vivere bene e a prevenire, in taluni casi, anche l’insorgere di alcuni danni provocati dal tempo, come alcune malattie molto conosciute (molte sono le ricerche che lo dimostrano oggigiorno).
Nel libro intitolato «Viaggio dentro la mente» del noto giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela (Edizioni Oscar Mondadori), vengono menzionate alcuni studi che riguardano proprio il cervello, uno di questi dimostra come i bambini nati da mamme che durante il parto avevano fatto esercizio fisico avessero un cervello più maturo, sottolineando come fare attività fisica durante la gestazione produca effetti positivi sullo sviluppo del cervello del nascituro.
A proposito di cervello, qualcuno afferma che si usi solo il dieci per cento del proprio (alcuni molto meno, verrebbe da aggiungere), ossia che ognuno di noi possieda un grandissimo potenziale non utilizzato.
Nella pubblicazione di Piero Angela viene spiegato quanto segue (pag. 94): «In realtà noi usiamo sempre il 100 per cento del nostro cervello. Tutti lo utilizzano al massimo quando si impegnano: sia l’analfabeta che la persona colta.»
 
Sottolinea qualche riga più avanti: «Il livello di prestazione dipende da quanto le nostre potenzialità teoriche sono state sviluppate.
Quello che è vero è che alla nascita abbiamo tutti grandi opportunità: il cervello è un albero di Natale con tante luci accese, che via via si adeguano agli stimoli ambientali.
Rimangono accese e si arricchiscono quelle attivate. È nell’infanzia che le potenzialità possono essere più (o meno) valorizzate.
Certamente durante tutto il corso della vita possiamo arricchirci di nuove conoscenze, sviluppare la nostra intelligenza: non c’è un limite, ma questo è il frutto dello studio, delle esperienze.
Non esiste un misterioso serbatoio nascosto, pieno di intelligenza, al quale non riusciamo ad accedere…».
 

 
Il libro cita tutta una serie di sostanze, come le droghe per esempio, capaci di colpire i vari sistemi del nostro universo cerebrale provocandone danni spesso irreversibili, o l’alcol, i cui effetti sono ben visibili già dopo qualche bicchiere e il cui abuso prolungato fa insorgere patologie di vario genere anche molto gravi, parla poi degli alimenti che aiutano a mantenere sani i neuroni.
Ci stiamo riferendo agli omega-3, acidi grassi polinsaturi che si trovano in gran quantità nei pesci (nel salmone, per esempio, ma anche in molti altri pesci), o i cosiddetti «antiossidanti». A Proposito di quest’ultimi ecco cosa leggiamo a pag. 176 del libro: «I nomi scientifici non ci dicono molto: flavonoli, acido folico, acido alfa lipoico, vitamine B, E e K, licopene, ecc., ma queste sostanze si trovano nelle verdure e nei legumi (come broccoli, spinaci, asparagi, pomodori, fagioli, lenticchie), nei cereali integrali, oppure nella frutta (come arance, noci, nocciole, mandorle, mirtilli, ribes nero, fragole) e persino nel cacao, cioè nella cioccolata.
La loro azione è soprattutto quella di ridurre i famosi «radicali liberi» cioè le scorie, staremmo per dire i rifiuti, che si producono nel metabolismo cerebrale e che possono danneggiare le strutture cerebrali.
E poiché il cervello, come sappiamo, è un grande consumatore di energia (circa il 20 per cento di quella consumata da tutto il corpo), è anche un grande produttore di radicali liberi, che le sostanze antiossidanti aiutano a neutralizzare».
 
E per quanto riguarda le famigerate diete di cui noi tutti sentiamo parlare in continuazione, il libro è sicuramente favorevole, purché, naturalmente, si tratti di diete bilanciate.
A pag. 177 leggiamo: «La restrizione calorica ha dimostrato di allungare la vita e mantenere più a lungo le funzioni cognitive in molte specie animali: dai topi ai cani. Esperimenti sulle scimmie Rhesus hanno mostrato che la dieta migliora la salute, anche cerebrale, ma non allunga la vita.
«Per quanto riguarda l’uomo, per evidenti motivi, non ci sono stati veri e propri studi sulla restrizione calorica, anche se alcune indicazioni indirette sembrano confermare alcuni effetti positivi.»
Riporta poi un esempio: «Forse un esperimento naturale di restrizione calorica potrebbe essere quello degli abitanti dell’isola di Okinawa (Giappone) che statisticamente contano più centenari, e in buona salute, degli altri giapponesi (nel complesso fra le popolazioni più longeve del pianeta).
«Vari studi hanno mostrato che la principale caratteristica della dieta tipica di quell’isola non consiste tanto nella quantità di pesce, riso, verdure o legumi, ma nelle porzioni ridotte e quindi nelle minori calorie assimilate; in media 1700 al giorno contro le 2000 circa degli altri giapponesi».
 
Sottolinea infine che «anche nel caso della restrizione calorica, l’effetto benefico sarebbe soprattutto antiossidante. Semplificando: una minore assunzione di calorie produce meno radicali liberi e quindi meno danni».
Naturalmente è noto che oltre a limitare le calorie per vivere bene e a lungo occorre abituarsi a compiere una certa attività fisica regolare.
Camminare un’ora al giorno, per esempio, gioverà sicuramente al nostro sistema cardiocircolatorio, a quello scheletrico, ai muscoli e anche, non meno importante, al nostro umore.
Certo un aspetto, quest’ultimo, da non sottovalutare.
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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