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Ignazio Marino si è dimesso da sindaco di Roma

Abbandonato da SEL, PD e assessori, ha dovuto scegliere tra dimissioni e sfiducia

Il sindaco di Roma Ignazio Marino si è dimesso da sindaco di Roma.
Alla fine, il sindaco più discusso della capitale ha ceduto, dopo la serie di piccoli ma insostenibili scandali.
Non è stato lui il sindaco di Mafia Capitale, sia ben chiaro, ma il suo comportamento, le sue menzogne e soprattutto la mancanza di risultati, hanno imposto la decisione finale, le dimissioni. Che peraltro non sono irrevocabili, come ricorda lui stesso, dicendo che ha tempo 20 giorni per ripensarci.
Oggi i partiti che lo sostenevano gli hanno inviato l’ultimatum: o si dimetteva o veniva sfiduciato. Infine buona parte dei suoi assessori si è dimessa. 
E così, alle 19.30 – dopo aver rivendicato i risultati dalla sua Amministrazione – si è dimesso.
Se si fosse dimesso cinque o sei mesi fa, all’insorgere delle problematiche legate agli assessori in odore di mafia, avrebbe potuto ricandidare e vincere a piene mani. Ora invece ha chiuso.
Il momento è difficile per il Comune di Roma perché siamo a ridosso dal Giubileo e la città è fuori combattimento.
C’è bisogno di un Commissario straordinario che riesca a fare come avvenne per l’EXPO, il miracolo – ci si passi il termine – di recuperare in due mesi l'anno perduto.
L’Italia si è sempre rivelata nei momenti di emergenza. Speriamo che sia rispettata la tradizione.

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