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Il sindaco di Roma Ignazio Marino ritira le dimissioni

In una nota precisa di volere un incontro trasparente con la sua maggioranza

Continua ancora la saga del sindaco di Roma Ignazio Marino.
Come si ricorderà, dopo le vicende che lo hanno portato alle dimissioni lo scorso 12 ottobre, Marino non aveva escluso un ripensamento. 
La legge infatti gli consentiva di ritirarle entro 20 giorni. Bene, le ha ritirate.
In una nota Marino ammette di aver commesso qualche errore, ma non tale da fargli considerare chiusa l’esperienza di primo cittadino della Capitale.
Sempre nella nota, il sindaco spiega che vuole adire a un confronto aperto e trasparente con la sua maggioranza.
Ma il PD, il suo partito, ha attivato le contromosse e ha convenuto con gli assessori e la maggioranza di togliergli il sostengo con le dimissioni.
 
Francamente non comprendiamo l’attaccamento di Marino alla carica di sindaco.
Se si fosse dimesso all’inizio della crisi di Mafia Capitale, dove lui non c'entrava per nulla, i cittadini avrebbero già votato e con ogni probabilità lui sarebbe stato rieletto.
Adesso, con le manfrine che hanno caratterizzato i suoi due ultimi mesi, ha politicamente chiuso.
Ritiene di avere ancora un sostegno significativo, ma i 50mila sostenitori che dice di avere non saranno mai sufficienti a riportarlo al Campidoglio.
In realtà, all’opinione pubblica importa poco dei suoi viaggi intempestivi e delle sue cene discutibili. Quello che i Romani vogliono è avere un’Amministrazione comunale che funziona.
E invece, alle porte del Giubileo - una vera manna potenziale per le casse del comune - le strade sono ancora disastrate, i mezzi di trasporto pubblico inefficienti.

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