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Libia: a breve l'Italia guiderà un contingente di truppe scelte

In arrivo seimila soldati tra SAS, Marine, Seal e Legione Straniera – Dovrebbe essere escluso il coinvolgimento in prima linea di soldati italiani

Mille soldati inglesi, tra cui 200 operatori della SAS, saranno tra poche settimane in Libia per arginare l’avanzata dello Stato islamico nella Regione.
Le truppe combattenti faranno parte della prossima grande offensiva prevista in Libia contro la rete del terrore.
«L'operazione – scrivono oggi sul Mirror – coinvolgerà circa 6.000 soldati, tra marine americani e truppe europee. La forza sarà guidata dagli italiani, il contingente sarà in prevalenza formato da soldati inglesi, francesi ed americani.»
 
Dall’Inghilterra, quindi, confermano il ruolo di comando degli italiani, lasciando intendere però che la presenza sul terreno dovrebbe essere limitata alla semplice coordinazione delle truppe sul campo.
Dovrebbe essere escluso il coinvolgimento in prima linea di soldati italiani.
Da rilevare che i seimila soldati che a breve giungeranno in Libia non svolgeranno compiti di ricognizione (quel ruolo è già stato affidato allo Special Reconnaissance Regiment), ma saranno truppe combattenti al fianco delle milizie lealiste.
In un primo momento dovrebbero svolgere compiti di formazione, ma l’impiego in prima linea appare certo considerando il numero schierato.
 
Le ultime analisi nella Regione parlano di una forza estremista di cinquemila elementi in espansione costante.
I terroristi hanno già conquistato alcuni importanti giacimenti petroliferi.
Una volta arginata l’invasione e stabilizzato l’asset tattico, l’obiettivo sarà quello di conquistare la roccaforte costiera di Sirte.
Prima ancora, però, la nuova Coalizione (a guida italiana), dovrà impedire che nelle mani dei terroristi possa cadere il più grande giacimento petrolifero del Nord Africa, i pozzi di Marsa al Brega, che si trovano tra Sirte e Bengasi.
 
Ritornando agli inglesi. I SAS avranno anche compiti di «battle-space management» per l’esercito libico. La Royal Navy, intanto, ha inviato anche un cacciatorpediniere verso la costa del Nord Africa ed alla RAF è stato dato l’ordine di allestire una nuova campagna aerea contro obiettivi dello Stato islamico in Libia (è ancora ignota la forza che parteciperà ai raid).
Gli Stati Uniti hanno già confermato l’invio dei Marine, supportati da alcuni team Navy Seal in ruolo di ricognizione.
I francesi, infine. Parigi rappresenta il nemico peggiore per i terroristi. L’esperienza francese in Africa non ha eguali negli ultimi dieci anni.
Basti pensare che L’Eliseo possiede dieci basi in Africa (oltre a quelle della Legione) dislocate in Ciad, Nigeria, Mali, Burkina Faso, Senegal, Costa d’Avorio e Gabon.
Quella schierata in Africa dai francesi non è una forza di peacekeeping, ma un vero e proprio esercito del tutto autosufficiente ed addestrato specificatamente nella guerriglia con operatori del «Commandement des opérations speciale» e due compagnie della Legione Straniera per un totale di settemila soldati.
 
Nonostante gli interventi dell’Occidente e l’incredibile ricchezza del paese, la Libia, dopo la fine del governo di Gheddafi, è piombata nel caos.
 
Franco Iacch
(Difesa online)

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