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A Bruxelles il convegno internazionale «I Tesini in Belgio»

Fra i relatori anche il direttore della Fondazione Marco Odorizzi insieme a Elda Fietta e Alberto Milano, componenti della commissione scientifica del Museo

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Si è tenuto oggi a Bruxelles, il convegno internazionale I Tesini in Belgio, frutto della collaborazione fra il Museo Per Via (gestito dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi) e l’Institut Royal du Patrimoine Artistique (IRPA) del Belgio.
Mentre a distanza di un isolato i capi di stato europei erano riuniti per il secondo giorno di discussione sul problema della gestione dei migranti, nella sede dell’IRPA si analizzava la storia di un’altra migrazione, quella tesina in Belgio.
E lo si faceva attraverso un incontro tra storici ed appassionati trentini, italiani e belgi che si sono alternati sul palco dell’aula magna dell’IRPA.
«La soddisfazione è grande – ha affermato Alberto Milano, grande esperto di stampe e membro della commissione scientifica del Museo Per Via di Pieve Tesino – perché il convegno dimostra anzitutto che questa storia legata alle stampe interessa molti e ben oltre i confini della piccola valle di Tesino.
«Gli studiosi belgi, anche giovani e dottorandi, che sono intervenuti, sono partiti con l’intento di rintracciare le proprie radici e hanno capito che esse sono intrecciate con quelle di altre tradizioni, in questo caso con l’epopea dei Tesini.
«Oggi abbiamo raccontato una bella storia di integrazione, non solo quella che vediamo nel passato, ma anche quella che abbiamo costruito ai giorni nostri.»
 
Portando al centro dell’attenzione le diverse prospettive con cui storici di varia provenienza hanno fino ad oggi guardato all’esperienza del commercio tesino in Belgio, è stato mosso un deciso passo avanti nelle ricerche che il Museo Per Via intende promuovere.
Molte le domande a cui è stata data risposta, ma ancora di più quelle che sono emerse, anche dal confronto con iniziative di esperienze simili a quella di cui furono protagonisti i Tesini.
«Il Tesino è testimone di una cultura della mobilità che è essenzialmente europea.
«Non la si può spiegare considerandola solamente un’eccezione, – ha sottolineato Marco Odorizzi, direttore della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, nel suo intervento introduttivo. – Le comunità locali non devono temere questa apertura al confronto, che non ne ridimensiona la grandezza e l’unicità, ma è anzi la porta d’accesso per ritrovare il loro posto come fondatrici della storia del continente europeo.»
 
Non solo specialisti e appassionati: la sala è stata riempita anche da molti curiosi, che si sono accostati per la prima volta a queste tematiche.
Per alcuni si è trattato di una «scoperta eccezionale», come l’ha definita Giuseppe Filippi, coordinatore dei quattro Circoli dei trentini in Belgio, notando che «ci si ricorda delle migrazioni seguite ai trattati uomo-carbone del secondo dopoguerra, ma questa storia tesina ci porta quasi due secoli più indietro, facendoci scoprire le radici più profonde della presenza trentina in questa nazione».
Muovendosi a cavallo tra due secoli, il Settecento e l’Ottocento e battendo gli archivi trentini e quelli delle maggiori città belghe, il convegno ha ripercorso le varie tappe di questa storia.
 
I primi tesini arrivarono in Belgio come commercianti di stampe nel corso del Settecento e verso la fine del secolo seppero dare vita ad imprese commerciali strutturate, costituendo anche attraverso un’incredibile politica matrimoniale, una rete capace di gestire un mercato ampissimo.
Da negozianti molti diverranno poi editori, ritraendo specialmente i luoghi simbolici delle maggiori città belghe dove operavano: Bruxelles, Gand, Bruges, Namur, Mons, Anversa…
Le genealogie familiari, ricostruite da Elda Fietta, (componente della commissione scientifica del Museo Per Via) e arricchite dai lavori degli studiosi belgi (soprattutto da quelli di Dirk Michiels, dedicati alla presenza tesina a Bruges), parlano di una presenza che durò per più generazioni, realizzando una rete tra imprese presenti in diverse città, ma unite dalla comune origine e dal fatto che i legami con la terra di partenza non vennero mai recisi.
 
Rari furono i casi in cui l’emigrazione coinvolse l’intero nucleo familiare, mentre più spesso donne e bambini restarono in Tesino.
«Alcune di queste donne – ha evidenziato Elda Fietta – il Belgio non lo videro mai, benché lì avessero costruito la propria fortuna i propri mariti, figli e nipoti.»
Moltissimi dunque gli spunti e le suggestioni e anche i materiali inediti che verranno presentati alla popolazione trentina nella mostra annuale del Museo Per Via, che sarà inaugurata l’1 luglio e che nasce dal convegno di oggi.

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