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Diego Schelfi eletto vicepresidente di Confcooperative

Maurizio Gardini confermato presidente dagli 800 delegati dell'Assemblea Nazionale

Si è conclusa oggi la due giorni dell’assemblea nazionale di Confcooperative, organizzazione di rappresentanza di 19mila imprese cooperative italiane.
«Protagonisti, al servizio del Paese», il titolo di questa 19esima assise.
Titolo molto veritiero, a giudicare dallo schieramento di ministri presenti in prima fila all’auditorium Parco della Musica: ieri Maria Elena Boschi (riforme), Beatrice Lorenzin (Salute), Gian Luca Galletti (ambiente), Maurizio Martina (agricoltura) e il sottosegretario Pierpaolo Baretta (Economia e Finanze).
E oggi si è aggiunto il Ministro al lavoro Giuliano Poletti, cooperatore di lungo corso, già presidente di Legacoop.
L’organizzazione cooperativa esce quindi pienamente legittimata dalla politica dopo questa assemblea, che è stata densa di numeri, idee e proposte.
 
 Il rinnovo del Consiglio nazionale
Oltre al riconfermato presidente, l’assemblea ha eletto i cinque vicepresidenti, tra cui Diego Schelfi (confermato) in rappresentanza del Trentino.
In consiglio entra anche Michele Odorizzi, presidente di Cooperazione Salute, una mutua partita da Trento che ora è diventata riferimento per l’intera cooperazione italiana.
In Confcooperative cambio anche alla segreteria generale, con la nomina di Marco Venturelli che, con quella di Fabiola Di Loreto alla direzione generale avvenuta in precedenza, completa il quadro del rinnovo cariche di Confcooperative.
 
 I numeri 
Oltre 48.000 nuovi posti di lavoro creati tra il 2007 e il 2015 pari al +10,1% rispetto al 2007 (528.780 dicembre 2015 - 480.253 dicembre 2007), dato ancora più significativo se rapportato al trend nazionale.
Nello stesso periodo nel Paese il numero di occupati si è ridotto del 2,4% passando da 23.048.000 a 22.492.000 (stock occupati serie storica Istat 29 aprile 2016).
Il 75% degli occupati nelle imprese aderenti a Confcooperative ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato (nelle grandi cooperative saliamo all’85%).
L’occupazione e la governance si tingono sempre più di rosa. È donna, infatti, il 60,8% degli occupati. Donne in ascesa anche nella governance delle cooperative dove rappresentano il 26,3% rispetto al 16% degli altri modelli d’impresa. Tra i soci le donne sono il 40%.
 
E così la cooperazione si conferma la forma d’impresa più amata dalle italiane. Oltre a essere motore di pari opportunità le cooperative si dimostrano ascensore sociale per i giovani e gli stranieri. In 1 nostra cooperativa su 3 nel CdA c’è almeno un under 35, mentre gli stranieri rappresentano il 15% dell’occupazione complessiva.
Il fatturato è di 66 miliardi di cui 5,9 arrivano dall’export, +43% rispetto agli anni precrisi a dimostrazione del fatto che le politiche di aggregazione e di crescita dimensionale hanno permesso alle imprese di utilizzare l’export come leva anticrisi.
Sono 800 le cooperative che esportano abitualmente e sono concentrate principal-mente nell’agroalimentare: Centro Nord Europa, Usa, Canada, Cina, Giappone e Australia le principali destinazioni.

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