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Cooperazione Salute, il welfare cooperativo che piace

Trento «esporta» in tutta Italia una esperienza di welfare cooperativo diventata modello nazionale: oltre 100mila gli assistiti


 
Il 2015 ha consolidato, con dati che attestano una crescita straordinaria, la dimensione nazionale di Cooperazione Salute, società nata nel 1997 come mutua della cooperazione trentina originariamente per assicurare servizi di sanità integrativa ai dipendenti delle Casse Rurali.
Nel 2013 gli iscritti a Cooperazione Salute erano 12.298 dipendenti di 256 cooperative trentine, di vari settori.
Nel 2014, a conclusione di un percorso evolutivo che ha comportato l’adozione di una serie di modifiche statutarie e di un nuovo sistema di governance, la società ha accettato la sfida di diventare servizio nazionale divenendo mutua di riferimento per tutte le cooperative italiane associate a Confcooperative.
Considerato l’obbligo di iscrizione dei dipendenti ad una copertura sanitaria integrativa previsto nei contratti applicati nei vari settori cooperativi, in poco più di un anno Cooperazione Salute ha visto entrare nella propria compagine sociale più di 80.000 nuovi lavoratori di tutta Italia.
 
La proposta di Cooperazione Salute ha allargato sensibilmente i suoi consensi nel 2015, chiuso con 1.905 cooperative iscritte e 107.213 assistiti (71% donne, 29% uomini), che hanno potuto usufruire di oltre 30 coperture sanitarie.
Le prestazioni erogate sono state circa 50 mila, per un totale di rimborsi liquidati di 4,4 milioni, per la metà relativi a cure odontoiatriche (28%) e visite specialistiche (21%).
I rimborsi hanno assorbito il 45% dei contributi raccolti e gestiti da Cooperazione Salute, che sono ammontati nel 2015 a 9,8 milioni.
Il 15% è stato impiegato per coprire i costi di gestione, mentre il rimanente 40% è stato accantonato a patrimonio per future prestazioni e per migliorare i piani di assistenza offerti.
 
L’obiettivo per il prossimo biennio è di raggiungere quota 180.000 assistiti e 3.650 cooperative iscritte, ha riferito Michele Odorizzi, presidente di Cooperazione Salute, all’assemblea dei soci che si è svolta stamani a Trento (foto).
«Non si tratta di ambizione commerciale - ha affermato Odorizzi - ma della volontà di permettere ad un numero sempre più ampio di famiglie di lavoratori e soci delle nostre cooperative di affrontare con più serenità i bisogni di salute e di assistenza tramite una proposta che si caratterizza per i valori della mutualità, della prossimità e della intergenerazionalità.»
«E’ un risultato importante per il Trentino – ha commentato la vicepresidente vicaria della Federazione Marina Castaldo -. Tutti devono capire l’importanza di questa mutua, che deve diventare anche strumento per sviluppare welfare aziendale.»
 
I tagli alla spesa sanitaria pubblica
La spesa sanitaria pubblica, cresciuta dal 2007 al 2010 da 101,9 miliardi di euro a 112,8 miliardi, negli ultimi anni ha registrato una inversione di tendenza, con una riduzione tra il 2010 e il 2014, attestandosi nell’ultimo anno a 110,3 miliardi.
La spesa sanitaria privata delle famiglie, invece, dal 2007 al 2014 è passata da 29,6 a 32,7 miliardi, raggiungendo il 22,8% della spesa sanitaria.
Per motivi economici una persona su 10 deve rinunciare alla cura dei denti e sono quasi 8 milioni i cittadini che si indebitano per pagarsi le cure sanitarie.
Per effetto della spending review e in nome di un sistema sanitario più sostenibile, sono diminuiti anche i posti letto per l’assistenza a lungo termine, che risultano ben al di sotto della media europea.
Gli italiani vivono a lungo, anche rispetto ad altri Paesi occidentali, ma spesso la loro salute in età avanzata non è buona.
Questo perché l’assistenza alla popolazione che sta invecchiando non è allo stesso livello di quella di altri Paesi. Insomma si vive a lungo, sempre più rinunciando a prevenire e curarsi e si invecchia male.
 
L’intervento di Maurizio Gardini
All’assemblea di Cooperazione Salute è intervenuto anche Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative, che è la principale centrale cooperativa italiana, cui aderiscono 20 mila cooperative, con oltre 3,2 milioni di soci.
Gardini si è compiaciuto dei risultati di bilancio: «Sulla sanità integrativa ci stiamo giocando una buona parte della nostra credibilità. Adesso comincia la parte più impegnativa – ha affermato – perché a livello nazionale abbiamo deciso di partire dall’esperienza consolidata in Trentino per crescere insieme. Non sono per il centralismo romano ma per la centralità dell’impegno e della professionalità. Importante è creare strumenti forti riducendo la parcellizzazione e i campanili. Il grande tema della sanità integrativa ha bisogno di efficienza.»
«Il welfare state non tiene più - ha aggiunto - c’è bisogno di un profondo ripensamento e la cooperazione può collaborare in complementarietà al sistema pubblico, non in concorrenza. Sulla sanità non può essere tollerata una logica di profitto perché riduce la persona a un numero e la sua esigenza ad un interesse commerciale. Il benessere psicofisico e la serenità che derivano dalla consapevolezza di poter accedere a cure adeguate, sono la chiave di volta per una società più produttiva ma anche più felice.»

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