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Giovani imprenditrici trentine testimoni delle pari opportunità

Stefania Segata: «Il cambiamento come condizione per favorire l'uguaglianza di genere» Intervista di Maurizio Bornancin

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Umberto, Stefania e Lorenzo Segata.

Impresa appartenente a: Confindustria Trento, Assocarni, Associazioni Industriali delle carni e dei salumi, Trentino Salumi.
Attività: produzione salumi e lavorazione carni 1956-2016: 60 anni
Dipendenti: 200
Mercato: Italia - Europa - Canada
Clienti: 4.000: Negozi, Supermercati, Bar, Ristoranti, Alberghi e Ristorazione collettiva
Nuovi prodotti: Salumi senza glutine e derivati del latte, prodotti a base di pollo e tacchino.

La rubrica «SCENARI» con questa riflessione, su un tema di attualità com'è quello della parità di genere, apre una serie di interviste ad alcune Imprenditrici del Gruppo Giovani Industriali di Confindustria Trento.
Uno scambio di idee, di esempi, ma anche di sensazioni, di considerazioni, di esperienze di vita reale nell'ambito della gestione di piccole e medie imprese del patrimonio produttivo industriale trentino.
Imprenditrici che sono oggi protagoniste speciali dello stato di avanzamento dell'economia locale, appassionate del proprio lavoro, ma anche attente a lasciare una solida traccia, una sorta di esempio per il futuro con un occhio all'esistente, con una mente aperta al domani e pronte alle novità, alle innovazioni per un vero rilancio del Trentino.
Giova ricordare alcuni aspetti che caratterizzano l'importante tema dell'uguaglianza di genere. Un'uguaglianza che si riferisce allo status che gli uomini e le donne dovrebbero avere senza discriminazioni e pregiudizi in base alla differenza del genere stesso.
Ogni persona dovrebbe, quindi, poter operare nella propria sfera d'azione senza riscontrare differenze a favore dell'uomo.
 
Ricordiamo che la parità tra uomini e donne è uno dei valori fondanti dell'Unione Europea; infatti risale al 1957, quando il principio di retribuzione per lo stesso lavoro divenne parte del trattato di Roma.
I risultati conseguiti dalla parità tra uomo e donna hanno contribuito nel tempo a migliorare la vita di gran parte dei cittadini e nonostante permangono ancora delle diseguaglianze, l'Unione Europea ha fatto notevoli progressi negli ultimi decenni e questo attraverso nuove normative in materia di parità di genere, misure specifiche per la promozione delle donne, azioni volte all'integrazione di genere in tutte le politiche.
La promozione dell'uguaglianza di genere, così come definita dalla Commissione Europea, si basa sulle seguenti priorità: pari indipendenza economica per donne e uomini, parità del processo decisionale, parità delle retribuzioni per un lavoro di eguale valore.
 
Allo stato attuale si riscontra sempre di più una nuova impostazione complessiva della società per un sistema di pari opportunità come assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, alla religione, alle condizioni personali, alla razza, all'origine etnica, all'età.
Tutto questo è frutto del cambiamento sociale, in particolare nei Paesi Europei, dove si sono modificate le condizioni di vita, l'incremento dell'istruzione, il sistema del lavoro, i ruoli e i compiti all'interno delle famiglie, l'autonomia e la gestione del tempo libero, sia per le donne che per gli uomini.
Anche l'orario del lavoro si riscontra è in molti casi aggiornato, con criteri di conciliabilità con le esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie.
Certamente altri passi avanti dovranno essere computi verso l'uguaglianza di genere, ma non si può dire che siamo ancora ai nastri di partenza, perché grazie a tutte le donne che in passato hanno fatto la storia del mondo sociale, si è giunti alla realtà attuale.
 

L'imprenditrice di questa prima conversazione è Stefania Segata, titolare insieme ai fratelli della Segata S.p.A. di Sopramonte di Trento, azienda del settore salumi e carni, che il 3 settembre 2016 ha festeggiato i sessant'anni di attività. Infatti correva l'anno 1956 quando il padre Fausto iniziò ad operare con una propria macelleria nella piazza centrale di Sopramonte e poi via via si è attuato il progetto con l'attuale stabilimento alle porte del paese.

Parliamo di parità di genere; tema di attualità e di grande interesse. È stato difficoltoso il suo inserimento come donna nell'organizzazione della vostra azienda?
«Devo dire che sono stata fortunata, perché nella nostra azienda non vi sono mai riscontrate difficoltà nel rapportarsi tra uomo e donna. Questo lo dobbiamo in particolare alla lungimiranza che ha avuto negli anni mio padre Fausto, perché ha sempre cercato di dare responsabilità alle donne, sia negli uffici che in alcuni reparti produttivi non di fatica fisica.
«Pensiamo, ad esempio, che il primo collaboratore di mio padre era mia nonna, alla cassa del primo negozio in paese, poi mia madre che ha sempre appoggiato anche con il lavoro giornaliero ogni decisione e progetto di espansione aziendale che mio padre intendeva fare.
«La donna per noi, sia ieri, come oggi è sempre stata in azienda interprete e partecipe dei successi e delle difficoltà. Abbiamo attualmente donne con incarichi di responsabilità in diverse funzioni aziendali.
«Non vi è nessun timore a lavorare insieme con uomini vecchi o giovani, italiani o stranieri. La nostra impronta aziendale è lavorare con impegno e costante responsabilità, perché l'azienda non è solo degli imprenditori, ma anche dei dipendenti.»
 
Nel caso di lavoratori con bambini, che tipo di organizzazione e di orari aziendali avete impostato?
«Nella nostra impresa vi sono 200 dipendenti e di questi circa 30 sono donne (in realtà sono 26). Abbiamo intrapreso da tempo l'orario flessibile, per agevolare la donna a fruire dei servizi di asili nido, scuole materne e dei restanti ordini scolastici. Questa flessibilità viene attivata sia per i maschi che per le femmine; inoltre concediamo tipi di contratto part-time, oltre a permessi speciali da recuperare di seguito per visite mediche per i figli o i genitori o parenti anziani che abbisognano di cure.
«Si tratta di organizzare la giornata di lavoro, tenendo conto anche degli eventuali impegni familiari. Certo, effettuiamo anche dei controlli, noi diamo fiducia al dipendente, ma il dipendente deve capire che la fiducia deve equivalere alla consapevolezza che non si possono mettere in difficoltà i colleghi di lavoro e l'azienda stessa.
«La nostra cultura del lavoro si basa su un principio semplice che è quello che i lavoratori devono sentire l'azienda come fosse propria, questo per il bene non solo nostro come imprenditori, ma per il bene di tutti. Un criterio di auto-responsabilizzazione del dipendenti nel solco della maggior autonomia e di una giusta responsabilità.»
 
L'ambiente di lavoro nella vostra azienda presenta qualche punto di debolezza?
«Da noi lavorano donne e uomini, di varie culture, di diverse religioni e di vari Paesi di provenienza, di lingue ed etnie differenti, che si trovano insieme ad esempio alla pausa pranzo, o davanti ai macchinari di confezionamento o nei vari spazi produttivi, dove potrebbero nascere particolari situazioni, ma questo non accade perché da sempre abbiamo dato degli imput chiari sul rispetto del lavoro e delle persone, sulle funzioni dei lavoratori.
«Per questo il clima in azienda è sano, vi è dialogo ed armonia tra le persone, vi è quel principio vissuto, dove la donna diventa complementare al lavoro dell'uomo e l'uomo è complementare al lavoro della donna.
«Il saper stare insieme in azienda porta solo vantaggi e serenità complessiva.»
 
Una donna imprenditrice come deve operare all'interno di una realtà industriale come la vostra?
«La fiducia delle persone in azienda bisogna guadagnarsela, con impegno, coerenza, disponibilità, decisione, ma anche con tanto confronto e dialogo con tutti.»
 
L'equiparazione tra uomo e donna nel vostro tessuto aziendale è quindi raggiunto?
«Fermo restando che numericamente è predominante la componente maschile, riconducibile esclusivamente al fatto che certi lavori manuali pesanti sono per loro natura destinati al mondo maschile, nel nostro caso molte donne rivestono incarichi importanti nei vari reparti dell'impresa.
«La nostra azienda è in continua evoluzione e trasformazione, da 60 anni sul mercato siamo in crescita, sia nel mercato italiano ed europeo, ma anche oltreoceano, e per questo abbiamo sempre più bisogno di collaboratori con particolari competenze, ma soprattutto con particolari caratteristiche personali ed umane che spesso ritroviamo proprio con più facilità nella parte femminile.
«Devo confessare che se dovessi ora immaginare la mia azienda composta da soli uomini, non ci riuscirei, perché la vedrei più povera e più debole.»
 
Dal suo osservatorio come vede il futuro del Trentino, come si presenta oggi, forse un po' assonnato o meglio si accontenta di quello che c'è, oppure cosa intravede?
«Vedo che dei passi avanti si stanno facendo, certo è necessario più coraggio, più voglia di fare. E' indispensabile una scossa elettrica per ripartire con più decisione, con più dinamismo, con più volontà. Tanti imprenditori, anche con l'entrata dei giovani nelle imprese, hanno superato la paura dell'ignoto e si aprono a nuovi territori a nuovi mercati anche extra regionali.
«Dobbiamo cambiare la mentalità, bisogna investire ancora di più nei rapporti con imprese estere, dobbiamo creare degli stimoli per rappresentare un criterio di imprenditoria aperta e al passo con i tempi.
«Si tratta di valorizzare anche i punti di forza che in Trentino ci sono, come l'Università ai primi posti a livello europeo, con una didattica di qualità, i centri di ricerca, il tessuto sociale, il volontariato, la cooperazione e il sistema produttivo.
«I giovani, e questo vale non solo per il settore industriale, devono avere sempre l'appoggio e la collaborazione della classe più matura.
«Bisogna ricercare quel metodo del lavorare insieme giovani e meno giovani a favore dell'intera comunità trentina, per giungere ad una riorganizzazione economica e sociale condivisa, solo così il Trentino ce la può fare.»
 
Stefania, grazie per questa bella ed indimenticabile conversazione, con un augurio di grandi successi per la vostra azienda.
«Grazie a voi e un saluto ai lettori dell'Adigetto.it
 
Maurizio D. Bornancin.

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