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A Trento da tutto il mondo, ambasciatori di sviluppo sostenibile

Focus sul ciclo di progetti di mobilità internazionale Erasmus Mundus coordinati dall’Università di Trento e che finora hanno coinvolto un migliaio di persone

Trenta partner internazionali, un migliaio tra studenti, dottorandi, docenti, ricercatori e personale di staff in mobilità, 10 milioni di euro di finanziamento dalla Commissione europea.
È il bilancio parziale del ciclo di progetti Erasmus Mundus coordinati dall’Università di Trento fin dal 2009 su sviluppo sostenibile, trasferimento tecnologico e innovazione, attraverso la cooperazione scientifica e la mobilità tra Europa e Asia.
«Swap and Transfer» – spiega il coordinatore Claudio Migliaresi – «è il terzo progetto del ciclo che ha permesso a centinaia di studenti e dottorandi di svolgere periodi di studio all’estero, da 6 mesi a 3 anni. La mobilità è stata soprattutto in ingresso con una prevalenza di studenti di università asiatiche che hanno trascorso periodi di formazione all’Università di Trento e in altri atenei d’Europa.»
Le azioni si sono concentrate sulle tecnologie ad alto impatto sociale (dal campo biomedico all’ambiente al turismo) e hanno preparato il terreno per la realizzazione di un incubatore tecnologico virtuale.
 
A fare il punto in vista degli ultimi mesi di attività (conclusione prevista il prossimo luglio) a Trento, NH Hotel, domani, mercoledì 19 ottobre, e giovedì 20 saranno i partner del consorzio: nove università europee, quindici università asiatiche, tre networks associati e tre ONG.
«L’incontro di Trento – commenta Migliaresi – sarà una verifica del lavoro svolto finora, ma anche la base per l’ultimo periodo. Abbiamo seminato molto per quanto riguarda la diffusione di tecnologie ad alto impatto sociale e per la realizzazione di un incubatore tecnologico virtuale in rete tra i vari partner internazionali. La diversità è la chiave dello sviluppo sostenibile. Il fatto di essere diversi è una ricchezza, un valore aggiunto. Progetti come questi mettono a confronto le diversità: non cercano di appiattirle, ma di valorizzarle.»
«I lavori plenari di Trento – aggiunge Marcella Orrù responsabile dei progetti di cooperazione internazionale del Dipartimento di Ingegneria industriale – sono stati anticipati da alcuni workshop lo scorso settembre in Mongolia (Mongolian University of Science and Technology e National University of Mongolia).»

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