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Harvey Cox a Trento: «Il mercato è il nuovo dio?»

Ha inaugurato le «Davide Zordan Lecture», in memoria del ricercatore FBK scomparso nel 2015

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La prossima settimana sarà da papa Francesco e gli regalerà il suo ultimo libro «The Market as God», dedicato proprio a lui.
Harvey Cox (foto), uno dei protagonisti del dibattito teologico degli ultimi cinquant’anni, ieri sera a Trento è stato il relatore della Davide Zordan Lecture, evento organizzato dal Centro per Scienze Religiose della Fondazione Bruno Kessler per onorare la memoria del proprio ricercatore scomparso il 25 ottobre 2015.

«È trascorso ormai quasi un anno dalla morte prematura di Davide Zordan», ha detto il ricercatore Isr Paolo Costa introducendo l’appuntamento con il direttore del Centro Marco Ventura.
«Se c’è mai stato un evento nella storia del nostro Centro che merita di essere descritto come imprevisto, inatteso, fuori dall’ordine naturale delle cose», ha proseguito Costa, «questo è proprio la scomparsa di Davide. Spesso in questi casi si è soliti dire che la persona ha lasciato dietro di sé un vuoto incolmabile. … Non che l’immagine sia di per sé sbagliata, il problema è che la metafora urta contro la mia sensazione che Davide, più che un vuoto, abbia lasciato dietro di sé un pieno e che il nostro principale problema oggi sia come fare i conti con questa ricchezza, come farne tesoro. È qui che ci si sente spesso inadeguati. 
«L’istituzione della Davide Zordan Lecture è una prima risposta a questo tipo di impasse. Nelle nostre intenzioni vorrebbe essere un riconoscimento pubblico e una celebrazione della dedizione di Davide al sapere teologico, della sua convinzione che la teologia conti ancora, che possa parlare agli uomini della nostra epoca coniugando tradizione e innovazione. In fondo, è il fatto di avere incarnato esemplarmente questo spirito che ha reso Davide Zordan il teologo cattolico più brillante della sua generazione.»
 
Coerente con questa linea dunque la scelta di far inaugurare l’appuntamento annuale delle «Davide Zordan Lecture» da Harvey Cox, nell’ottica di esplorare le manifestazioni della religione e della spiritualità contemporanea nella loro continua interazione con l'innovazione sociale.
Uno dei più importanti teologi statunitensi, professore alla Divinity School di Harvard fino al pensionamento e autore di libri che hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo, Cox nella sede della FBK a Trento ha tenuto la conferenza dal titolo «Il mercato è il nuovo Dio?» basata sul suo ultimo libro.
«Il lavoro», specifica Paolo Costa, «nasce proprio da un’espressione usata da papa Francesco nell’enciclica Evangelii Gaudium secondo la quale negli ultimi decenni è avvenuta una sorta di deificazione del mercato.»
 
 Abstract 
Nella conferenza Harvey Cox ha descritto il processo attraverso cui il mondo è caduto preda della teologia liberista dell’accumulazione e della crescita infinita, secondo la quale il Mercato è onnisciente, onnipotente e onnipresente: conosce il valore di ogni cosa, può innalzare le nazioni o mandare in rovina intere famiglie.
Nulla sfugge al suo potere di mercificazione e non gli mancano certo le dottrine, i profeti e lo zelo evangelico per convertire il mondo al proprio stile di vita.
Secondo il teologo americano è giunta l’ora di smascherare questa pseudoteologia e dimostrare che il modo in cui opera l’economia mondiale non è naturale né inevitabile, ma è plasmato da un sistema di valori e simboli globali che diventano più comprensibili se vengono interpretati come una religione.
Per Cox, insomma, è in atto una divinizzazione del Mercato e tutti i problemi del mondo – crescita delle disuguaglianze, riscaldamento globale, ingiustizie della povertà mondiale – sono sempre più difficili da risolvere.
Solo capendo come il Mercato abbia potuto raggiungere il suo status «divino» possiamo sperare di riportarlo al suo giusto ruolo al servizio dell’umanità. Ciò che le religioni hanno imparato a fatica nel corso dei millenni, ancora sfugge ai devoti dell’economia: l’umiltà.

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