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La sonda Schiaparelli si fa attendere – Di Francesco Rea

Si conoscerà l’esito della discesa sul suolo marziano domani, quando il modulo in orbita potrà fornire gli elementi per conoscere lo stato delle cose

Schiaparelli si fa attendere. In Europa e soprattutto in Italia si resta con il fiato sospeso in attesa di capire cosa è successo al modulo di discesa EDM, chiamato Schiaparelli in onore dell’astronomo italiano che per primo fece una osservazione accurata di Marte, disegnando una mappa con quelli che furono poi chiamati i canali di Schiaparelli, la cui sbagliata traduzione nell’inglese channels invece che canals, aprì la strada all’ipotesi dell’esistenza dei marziani.
 
Cosa è successo a Schiaparelli? Al momento sappiamo che l’ultimo segnale è giunto a 50 secondi dal toccare il suolo marziano.
Solo domani, grazie alla telemetria sapremo cosa è successo.
Per fornire un’idea del quadro si azzarda un paragone sportivo: la telemetria è infatti usata ampiamente nel mondo delle competizioni motoristiche per comprendere il comportamento della vettura o delle moto.
Ancora più specificatamente potremmo paragonare Schiaparelli alla moto di Valentino Rossi nell’ultima gara in giappone, quando secondo dietro il nuovamente campione del mondo Marc Marquez, è caduto a terra tradito dalla ruota davanti.
Eppure, ha avuto modo di affermare il 9 volte campione del mondo Valentino Rossi, in quella curva non aveva portato una «stacca tona», sebbene fosse al massimo, e che solo la telemetria avrebbe potuto fornire una risposta all’accaduto.
 
Ribadendo che Schiaparelli potrebbe essere totalmente operativo, quello che si può dire al momento, che solo l’analisi della telemetria che l’orbiter TGO, che si è correttamente inserito nella sua orbita marziana, raccoglierà questa notte, potrà fornirci le risposte giuste, dicendoci se il lander europeo è in piena funzione o ha raccolto dati sufficienti da aver comunque compiuto il suo lavoro: fornire dati essenziali per la piena riuscita di ExoMars 2020.
Oggi la telemetria l’abbiamo attesa prima da Mars Express, che però non parla lo stesso “linguaggio” di Schiaparelli e poi dalla sonda Mars Recoinassance Orbiter, con una capacità di dialogo decisamente migliore, ma solo il TGO, il compagno di avventure di Schiaparelli, ha l’idioma adatto, solo da lui, domani mattina, 20 ottobre, avremo le risposte che attendiamo, speranzosi e fiduciosi che la missione sia stata comunque un successo.
 
In questa giornata abbiamo comunque celebrato un sogno che sembra farsi sempre più realtà, portare l’uomo su Marte.
Lo abbiamo fatto grazie alla fantasia realista del regista Ron Howard e le sue sei puntate su Marte che andranno in onda su National Geographic Channel a partire dai primi di novembre, la cui prima puntata oggi è stata presentata in anteprima in 15 paesi europei e che andrà in onda in 171 paesi contemporaneamente.
Un sogno vicino alla realtà come ha detto il Presidente Obama appena qualche giorno fa, annunciando l’uomo sul pianeta rosso entro il 2030.
Un sogno a cui partecipano con orgoglio e capacità, l’Europa con l’Agenzia Spaziale Europea e l’Italia, con l’Agenzia Spaziale Italiana, l’INAF, Thales Alenia Space e Leonardo Finmeccanica, tutte realtà partecipi a far si che diventi realtà.
 
Francesco Rea
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