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Serena Pancheri, la cultura dell’innovazione – Di M. Bornancin

Lo spirito imprenditoriale di una giovane in un'impresa metalmeccanica ad alta tecnologia nella Piana Rotaliana

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Si prosegue con questa nuova riflessione al femminile, la serie d'incontri con il sistema produttivo trentino, toccando un argomento di sicuro interesse e che riguarda i tempi di oggi: la parità di genere, che si accompagna con quello dell'imprenditoria al femminile.
Uno scambio di idee, un ragionare insieme, un rappresentare esperienze di vita aziendale di piccole imprese nella storia del panorama industriale trentino.
Quando si parla di pari opportunità tra uomo e donna, scorre una fotografia imperfetta della società, ritrae lotte, conquiste, cambiamenti, progressi.
Dalle timide contestazioni europee degli anni 50 e 60 per l'uguaglianza salariale si è passati agli anni 70, quando nasce il concetto di pari opportunità che si fonda sulla diversità di genere, anziché sull'identità, con provvedimenti europei sulla previdenza sociale, sui congedi parentali, sulla conciliazione lavoro - famiglia.
Negli ultimi anni si è giunti a concepire l'importanza delle azioni positive che consentono il riequilibrio tra generi negli organi di rappresentanza delle istituzioni e nella società civile.
 
Sono stati affrontati temi e si promuovono anche oggi convegni, presentazioni di ricerche e di studi sull'uguaglianza di genere nel lavoro, sull'esigenza di conciliare lavoro e famiglia, sulla presenza di donne nelle posizioni decisionali.
I progressi conseguiti in Italia rappresentano ancora la necessità di raggiungere ulteriori risultati, pur nell'ambito di notevoli progressi effettuati.
Se si osservano i tassi dell'occupazione femminile, questi rimangono ancora bassi, così come è bassa la percentuale di donne in posizioni dirigenziali, sia nel pubblico che nel privato, in particolare in meridione.
Tra i miglioramenti in corso, giova ricordare l'introduzione obbligatoria di rappresentanze femminili nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa già a partire dal 2011 e nelle società appartenenti alla pubblica amministrazione dal 2013.
Un sistema di quote rosa è stato imposto nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle società, iniziando prima con il 20% per passare di recente al 33%.
L'ammodernamento inoltre, del Diritto di Famiglia, riconosce una perfetta parità tra donne e uomini.
 
Si riscontra sempre di più una nuova impostazione complessiva della società, per un sistema di pari opportunità come assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, alla religione, alle condizioni personali, alla razza, all'origine etnica, all'età.
Tutto questo è frutto del cambiamento sociale, in particolare nei Paesi Europei, dove si sono modificate le condizioni di vita, l'incremento dell'istruzione, il sistema del lavoro, i ruoli e i compiti all'interno delle famiglie, l'autonomia e la gestione del tempo libero, sia per le donne che per gli uomini.
Anche per l'orario del lavoro si riscontrano modifiche e sperimentazioni, con criteri di conciliabilità a favore delle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie.
Si dovrà continuare, con ulteriori passi avanti verso la diffusione della cultura di genere, ma non si può dire che siamo ancora allo stato iniziale, perché grazie a tutte le donne che in passato hanno fatto la storia del mondo si è giunti alla realtà attuale.
 
La vera soluzione per migliorare ulteriormente è quella d'impegnarsi a lavorare insieme, uomini e donne, per la difesa delle disposizioni legislative nazionali ed europee esistenti in materia, per la crescita di servizi adeguati e per una maggior valorizzazione del merito.
In tal modo l'equilibrio tra generi diventa un vantaggio per l'intera collettività.
Il colloquio di oggi è con una giovane donna imprenditrice che fa parte di una nuova società, in un settore particolare come quello metalmeccanico.
Comparto che richiede buone capacità gestionali, conoscenze tecniche e spirito d'innovazione.
Un momento questo che racchiude in sé i due aspetti delle pari opportunità e quello dell'imprenditoria giovanile, un vedere il futuro con gli occhi di chi vive giornalmente queste situazioni.

Impresa: associata a Confindustria Trento.
Attività: progettazione e costruzione di manipolatori pneumatici.
2006 - 2016 = 10 anni.
Dipendenti: 31 - 27 uomini e 4 donne.
Mercato: Italia, Germania, Austria, Spagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Polonia, Regno Unito, Francia, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Finlandia, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Messico, Cina. 
 

L'imprenditrice è Serena Pancheri che, assieme al padre Fulvio e al terzo socio Emanuele Savinelli, gestiscono la ATIS S.r.l. di Mezzolombardo, industria per la produzione di manipolatori pneumatici, che nel 2016 ha raggiunto i dieci anni di attività.


 
Serena, parliamo della vostra azienda. Lei è una dei tre soci di questa realtà che opera in un settore particolare come quello metalmeccanico, com'è stata la Sua esperienza?
«La nostra è un'impresa nata nel 2006 quando il papà, io che ero da poco laureata in ingegneria e un terzo socio, abbiamo costituito questa società per la progettazione e produzione di manipolatori pneumatici in grado di movimentare, in assenza di peso e in sicurezza, qualsiasi tipologia di prodotto per ogni settore produttivo: alimentare, vinicolo, chimico, farmaceutico, meccanico, ceramico, automobilistico, ferroviario, dell'arredamento, del legno e dei serramenti.
«In questi dieci anni sono stati fatti notevoli passi avanti, sia nella qualità dei prodotti che nella ricerca di nuove tecnologie applicative e anche nell'esplorazione di nuovi mercati in Paesi molto lontani da noi.
«La nostra cultura è sempre stata quella della ricerca e dell'innovazione, durante la progettazione nelle fasi di produzione e assemblaggio dei componenti, dei manipolatori; manteniamo un serrato confronto e un costante dialogo con i clienti per così giungere a costruire un vestito su misura in relazione alle necessità e alle esigenze dell'utilizzatore dei manipolatori da noi creati.»
 
«Si tratta di strumenti ad alta precisione per la movimentazione dei prodotti – continua Serena, – dove è necessario un continuo miglioramento dell'ergonomia delle postazioni di lavoro in ogni ambiente. Il cuore della nostra azienda è il settore tecnico, che produce e progetta i nostri particolari prodotti.
«Nel 2006, partendo dal nulla e sulla base delle pluriennali esperienze di mio padre nel settore e anche dell'altro socio, con spirito di iniziativa e voglia di fare, abbiamo inventato il primo manipolatore, che è stato installato in un'industria automobilistica; per l'assemblaggio delle porte di un modello di auto ancora sul mercato, poi via via sono arrivati altri ordini e nuovi clienti anche attraverso la partecipazione a fiere di settore in mezza Europa e negli Stati Uniti, dove ci siamo fatti conoscere e dove abbiamo presentato le nostre tecnologie produttive e il nostro sistema di essere impresa.»
 
In che fase si trova l’azienda?
«Ora l'occupazione ha raggiunto 31 addetti, soci compresi – prosegue Serena, – il fatturato è in costante aumento, abbiamo inserito nuovi macchinari ad alta tecnologia, grazie all'uso del laser e a sistemi di robotizzazione di saldatura e un impianto automatico di taglio ad acqua, abbiamo migliorato i tempi di produzione, inoltre da poco abbiamo ampliato gli spazi di lavorazione con l'acquisto di un nuovo capannone alla Rupe di Mezzolombardo.
«Per la vendita dei nostri prodotti abbiamo una società partecipata in Spagna, la ATIS Manipulacion, e una controllata in Inghilterra ATIS Manipulators UK, abbiamo poi strutturato una rete di distributori specializzati per la copertura degli altri mercati, mentre in Italia seguiamo la vendita ed il post vendita direttamente con nostro personale ed agenzie.
«Negli ultimi otto anni il ritmo medio di crescita del fatturato è di circa il 25% con buoni risultati di redditività e con un costante reinvestimento nella società, consentendoci di avere un livello di patrimonializzazione che ci permette di affrontare il mercato attuale e il futuro aziendale con basi finanziarie solide.
«Posso aggiungere che le famiglie Pancheri e Savinelli, ossia noi soci, dopo tanti sforzi, impegno, molti sacrifici e grande passione, sono riuscite ad avviare prima, e a raggiungere oggi, i risultati positivi di questa azienda.»
 
Ricerca e innovazione?
«La ricerca applicata è un'altra caratteristica della nostra azienda e sulla base delle nuove applicazioni sono stati introdotti innovativi accorgimenti, che hanno permesso di eliminare una serie di inconvenienti che normalmente si possono ritrovare in macchine di questo tipo, garantendo così prodotti di alta qualità e sicurezza.
«Ad esempio, attraverso il dispositivo di bilanciamento pneumatico adottato, l’operatore può movimentare il carico direttamente senza l’ausilio di comandi particolari, con naturalezza e precisione, seguendo così ogni percorso in totale sicurezza.
«La crescita della nostra azienda è anche data dall’inserimento di nuove tecniche e funzioni ottenute da progetti di studio e ricerca, che hanno permesso appunto lo sviluppo e il miglioramento aziendale. In tale contesto abbiamo depositato ed ottenuto dei brevetti relativi ad alcune esclusive funzioni applicate ai nostri manipolatori.»
 
«Le commesse sono così continuate, – precisa Serena. – Da allora il lavoro non è mancato e in questi anni, periodo di crisi economica, sono sempre continuate le assunzioni ottenendo buoni risultati.
«Per me, venendo da studi tecnici, è stato naturale inserirmi in un contesto aziendale dove si producono macchinari ed attrezzature di alta precisione, poi l'aiuto di mio padre e una continua formazione sono stati gli ingredienti fondamentali per imparare e conoscere un settore importante per la vita e la produzione di altre realtà industriali.
«Ora mi occupo di amministrazione e gestione aziendale, ricerca e sviluppo e dei mercati, con dei collaboratori sia maschi che femmine di assoluta capacità e tanta passione.
Siamo un gruppo unito, impegnato ed anche pronto, attraverso un costante confronto ad affrontare ogni situazione si dovesse presentare nella nostra attività aziendale, valorizziamo il personale dando fiducia a tutti.
«Gli uomini e le donne che formano la nostra impresa, per noi, sono fondamentali e questo a tutti i livelli.
 
Come donna ha riscontrato qualche difficoltà in azienda?
«Devo dire che ho avuto sempre la massima collaborazione, sia dal personale femminile che maschile e questo come impostazione aziendale e non solo perché sono uno dei soci.
«Certo, come donna e mamma di due bambini, capisco perfettamente le necessità di una dipendente che deve conciliare ed integrare le due funzioni di lavoratrice e di impegno familiare.
«Conciliare il lavoro aziendale e quello familiare non è facile, ma con una buona organizzazione, l'aiuto del coniuge o dei nonni e con buona volontà, ci si può riuscire.
«Nel nostro contesto aziendale abbiamo adottato, sia per i maschi, che per le femmine, la massima flessibilità in caso di necessità familiari, inoltre permessi ad ore, congedi o assenze per mezze o intere giornate, per le necessità di ogni lavoratore.
«Credo che è la visione che deve essere cambiata, dobbiamo riconoscere che la donna è anche mamma, ma che ha bisogno dei propri tempi e dei priori spazi, di una propria affermazione nella vita professionale.
«Questa realizzazione, questa soddisfazione, viene trasmessa in famiglia in modo positivo e pertanto diventa un bene per tutti, per l'impresa e per la famiglia stessa.»
 
Il settore metalmeccanico e il vostro in particolare, come si presenta oggi?
«Questo settore è in continua ed accelerata espansione, attraverso applicazioni tecnico produttive di alta e veloce innovazione.
«Questo comporta anche per la nostra realtà fasi di continua ricerca con l'inserimento nei processi produttivi di nuove tecnologie.
«Le lavorazioni meccaniche richiedono sempre novità, anche perché buona parte dei clienti preferiscono sperimentare nuove metodologie di lavorazione dei loro prodotti.
«Sperimentazione in altri termini significa anche innovazione.»
 
E sui giovani in azienda?
«I giovani in azienda sono una risorsa importante, per l'energia e le nuove idee che possono trasmettere. Spesso si è convinti che le imprese, anche le piccole, possano vivere solo con una continuità familiare, ma è necessario fare un passo in avanti in quest'ottica, perché per portare avanti un'attività è necessaria passione e dedizione, il lavoro che si svolge deve dare soddisfazione e completare la persona.
«Quindi non è dovuto che un figlio segua le impronte dei genitori e sarebbe a mio parere una sconfitta in partenza quando vi sono vie alternative per portare avanti un'attività.
«Noi ad esempio, siamo due sorelle, io ho sempre avuto un interesse particolare per le materie tecniche, mia sorella è chirurgo, abbiamo scelto liberamente, secondo i nostri desideri, sempre supportate dai nostri genitori.
«Il subentrante in azienda, non deve essere forzato nella scelta, deve essere libero di valutare l'opzione della continuità gestionale.
«Importante per i giovani in azienda è fare la gavetta all'interno dei vari reparti, solo così si può capire ogni caratteristica della vita di un'impresa.»
 
In base alla Sua esperienza, come vede il Trentino oggi?
«Il Trentino è in qualche maniera fermo, ma ha anche potenzialità non espresse.
«Non deve essere sempre una realtà a sé, i diversi settori dell'economia (industria, commercio, artigianato, ecc.) non possono ai tempi di oggi operare per compartimenti stagni, ma è necessario crescere insieme, anche attraverso progetti ed azioni comuni.
«Non può essere enfatizzata quella forma di invidia tra i vari settori, è con l'unione e la visione di un fine comune che cresce l'economia. L'obiettivo di tutti deve essere e rimanere quello di far progredire la comunità del Trentino, non ci si può fermare, ma bisogna seguire i tempi, non dimenticando che l'imprenditore ha una sua responsabilità anche in questo, perché vive guardando al domani.
«La ricerca e l'innovazione in tutto questo hanno il loro peso e fondamentale è il processo di internazionalizzazione, per ottenere il quale sono necessari dei criteri chiari e precisi.»
 
Come ultima considerazione?
E' necessario rimanere con i piedi per terra, con un occhio attento al futuro, con chiari obiettivi da perseguire, non sentendosi mai già arrivati, perché dietro ogni traguardo raggiunto vi è sempre una nuova sfida.
 
Serena, grazie e buon lavoro.
Maurizio D. Bornancin

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