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GoGo Penguin e James Holden al Teatro SanbàPolis

Arrivano a Trento venerdì 9 dicembre per Jazz’About seguito dal live set di James Holden come anteprima di #distretto38

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GOGO - Credit Emily Dennison.
 
I GoGo Penguin, la prima formazione ospitata il 9 dicembre al Teatro Sanbapolis di Trento per il prossimo appuntamento della rassegna Jazz’About, è sulla carta una di quelle più tradizionali e canoniche della musica jazz, come organico: contrabbasso, pianoforte, batteria.
Ma nella musica degli inglesi Nick Blacka, Chris Illingworth e Rob Turner di tradizionale e canonico non c’è in realtà molto.
Jazz ce n’è, indubbiamente: perché questa è la evidente matrice di partenza (tanto più che i tre evitano qualsiasi forma di «maquillage» elettronico sulla propria strumentazione), lo è nei suoni, lo è nell’approccio allo strumento; ma è a livello di scrittura che il «progetto» GoGo Penguin stupisce e non poco.
La grande capacità – e l’incredibile naturalezza – con cui fanno convivere scuole e mondi diversi è davvero notevole, e rara.
 
Si parte dal jazz, sì, ma si arriva ad incorporare elementi della musica classica dei primi del ’900 (da Shostakovich a Satie passando per Debussy) esattamente come le avanguardie elettroniche degli ultimi decenni (da Brian Eno ad Aphex Twin passando per i Massive Attack).
Omaggi espliciti, voluti, ma filtrati da un grande piglio personale e dalla voglia di modellare una propria voce ben precisa e distinta, nel panorama del jazz contemporaneo.
Difficile catalogarli quindi, i GoGo Penguin; ma facilissimo venire coinvolti dai loro vertiginosi impianti ritmici (dall’hard bop alle sperimentazioni techno, è possibile cogliere mille rimandi e spunti), così come dal notevole equilibrio tra una parte pianistica molto lirica ed essenziale ed una «guida» dinamica affidata a basso e batteria invece davvero complessa ed esplosiva.
L’altro nome in cartellone è, semplicemente, uno dei più rispettati e celebrati producer di musica elettronica europei dell’ultimo decennio.
 

 
James Holden (foto qui sopra), inglese, classe 1979, negli anni ha remixato artisti di enorme levatura come Madonna, Depeche Mode, New Order; il suo album di debutto, nel 2006, è stato celebrato da una testa come l’inglese Guardian con parole a dir poco entusiaste («Uno degli esordi più eccitanti di tutti i tempi nel campo della musica elettronica»).
Holden però è un anti-star. Uno che ha sempre preferito mettere al primo posto la musica.
Ecco che quindi nell’esatto momento in cui diventava una stella di prima grandezza nei campi del deejaying techno e house (da ricordare una sua esibizione al festival barcellonese Sonar nel 2011, dalla notte alle prime luci dell’alba, di fronte ad almeno 15.000 persone), lui decide repentinamente di dedicarsi quasi esclusivamente alla musica live, alla ricerca, a un lavoro non comune di sperimentazione suile frontiere dei synth modualari, cercando di portare le strutture ritmiche e melodiche più tipicamente techno, house e trance verso percorsi vicini alle «musiche di frontiera» della contemporaneità.

Ed è esattamente in questa versione che arriva a Trento, per una delle due uniche date italiane del suo nuovo tour.
Una splendida e significativa anteprima di quello che dovrebbe portare, nei mesi a venire (maggio 2017), la seconda edizione del festival Distretto 38, di cui si stanno già iniziando a definire cartellone e date di svolgimento.
Biglietti disponibili online su primiallaprima.it e venerdì 9 dicembre dalle ore 20 alla cassa del Teatro SanbàPolis.

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