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Animazione culturale e senso di appartenenza alla montagna

Due giorni di confronti sulla montagna e la conoscenza promossi dalla Fondazione Demarchi fra la sede dell'ente e Palazzo delle Albere

Due gli appuntamenti aperti al pubblico con un confronto sulle prospettive della costruzione della conoscenza nelle regioni alpine e le testimonianze dell'«avventura in montagna» fra conoscere, lavorare ed esplorare di Franco Michieli, geografo ed esploratore e Agitu Ideo Gudeta, pastora etiope.
In quattro hanno cercato di immaginare le nuove prospettive della conoscenza in ambito montano: Paride Gianmoena, presidente del Consorzio dei Comuni Trentini, il professor Tiziano Salvaterra, Roland Psenner, presidente dell'Eurac di Bolzano e Boglarka Fenyvesi-Kiss, leader dell'action group 3 (formazione, istruzione, mercato del lavoro) di Eusalp, la strategia macroregionale alpina.
Fenyvesi-Kiss ha sviluppato i concetti di rete, condivisione e cornice. Conoscenza come tradizione ed innovazione assieme, con luoghi fissi dell'apprendimento che vengono affiancati da luoghi fluidi.
 
Con l'esempio dell'Università di Milano che mette a disposizione propri interventi anche a distanza per le aree montane. «La condivisione assicura il tramandare le conoscenze - ha ricordato - per unire l'azione del singolo e l'efficacia delle reti».
L'esempio è quello di un servizio online svizzero per dare assistenza agli allevatori di capre. Per Fenyvesi-Kiss la forza della montagna sta nel fatto di «avere la forza della comunità ed una capacità di resilienza molto alta».
L'Eusalp, attraverso la creazione di una piattaforma della conoscenza, vuole sistematizzare e rendere fruibili le conoscenze sviluppate nei vari ambiti di interesse della strategia.
Gianmoena si è soffermato, citando l'esempio della riorganizzazione dei Comuni in Trentino, del fatto che «la partecipazione dei cittadini crei un nuovo modello, dando elementi che fanno crescere la conoscenza. Il senso di appartenenza fa la differenza in montagna».
 
Salvaterra ha individuato come momento centrale per la crescita della conoscenza anche nelle aree periferiche del Trentino «gli anni Settanta, quando sono state aperte scuole superiori su tutto il territorio provinciale».
Secondo Salvaterra oggi c'è bisogno di «un'animazione culturale delle comunità, un supporto alla gente per capire meglio il «qui e là, maggiori chiavi di lettura sulla complessità».
La tecnologia è strategica, così come l'ottica della sperimentazione e del coinvolgimento dei giovani. «Abbiamo tanti giovani laureati anche nelle periferie ai quali bisogna far amare il proprio territorio di appartenenza».
Infine Psenner ha parlato del suo impegno e delle sue pubblicazioni all'interno della Rete Montagna, raccontando degli spopolamenti nelle aree remote dell'Austria e dell'importanza della early multilingual education, un'educazione multilingue precoce.

La serata al Palazzo delle Albere è proseguita con l'incontro moderato da Walter Nicoletti con il geografo Franco Michieli, che ha parlato della sua passione per il camminare in montagna, partita con 3 mesi a piedi fra Ventimiglia e Trieste dopo la maturità.
Quindi l'avvincente storia di Agitu Ideo Gudeta, etiope venuta in Trentino per studiare e poi ritornata come allevatrice di capre.

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