Home | Rubriche | Pensieri, parole, arte | «Il coraggio e la forza delle donne, anche in guerra» – Di Daniela Larentis

«Il coraggio e la forza delle donne, anche in guerra» – Di Daniela Larentis

Organizzata da Inner Wheel Club di Trento Castello, la mostra dell’artista Franco Murer è visitabile al Grand Hotel Trento fino al 31 marzo 2017

image

>
Ancora una volta le magnifiche sale del Grand Hotel Trento ospitano una straordinaria mostra, quella di Franco Murer intitolata «Il coraggio e la forza delle donne, anche in guerra», curata da Nicola Cicchelli (che segue per il Grand Hotel Trento le esposizioni di vari artisti).
Si tratta di venticinque opere realizzate con varie tecniche, quadri a olio su tela, schizzi acquarellati, più una serie di vecchie porte di legno che ritraggono immagini legate al tema della guerra, dipinte ad olio o lavorate in gesso.
Organizzata da «Inner Wheel Club di Trento Castello», la cui presidente è Loredana Bettonte, è visitabile da sabato 14 gennaio fino al prossimo 31 marzo.
 
Presenti all’inaugurazione l'Assessora provinciale alle Pari Opportunità Sara Ferrari, l’Assessore Italo Gilmozzi in rappresentanza del Sindaco e il giornalista Alberto Folgheraiter, il quale, dialogando con l’artista, lo ha intervistato presentandolo al folto pubblico in sala.
All’evento sono intervenuti anche il docente Alberto Conci e Margherita Bovicelli, Agente Consolare per la Grecia-Sud Peloponneso.
Due parole su Franco Murer, tratte dalla biografia in catalogo (pag. 73), un’esaustiva pubblicazione di Inner Wheel Club di Trento Castello che impreziosisce la mostra.
 
Scultore e pittore, Franco Murer è nato a Falcade nel maggio del 1952.
Allievo nello studio di scultura del padre Augusto a Falcade e di Alberto Viani all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Estremamente fertile nella ricerca e nella produzione pittorica, l’artista ha dato vita a diversi itinerari di ricerca: Morte di Apollinaire, I boschi, L’uomo e l’ambiente, presentato al Palazzo dei Diamanti a Ferrara nel 1982, Faust di Goethe, Cantico dei cantici, Le commedie di Carlo Goldoni esponendo le opere al centro Culturale di Kalamata e all’Istituto Italiano di Cultura di Atene, al Teatro universitario di Zurigo; per il centenario della Grande Guerra, 1914, Lettere dal fronte 2014, le opere sono state esposte nelle sale del castello di Andraz (BL) e nelle sale espositive comunali di Teramo alla presenza di Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Lajolo.
 
Tra le sue opere scultoree figurano: La Via Crucis dedicata a Papa Luciani, nel paese natale di Canale D’Agordo e la Via Crucis e San Michele Arcangelo nella chiesetta alpina a Jaraguà Do Sul in Brasile.
Modella i ritratti dell’archeologo De Guidobaldi e del maestro Ricciotti a Nereto (TE), il ritratto di Ellen Johnson – Sirleaf, Presidente della Repubblica della Liberia e Premio Nobel per la pace, (Monrovia) e per la Scuola Grande di San Rocco a Venezia, i ritratti di diversi Papi.
Realizza sei altorilievi in bronzo dedicati alla vita di San Giuseppe, a ornamento della centesima fontana collocata nei giardini vaticani, inaugurata dal Santo Padre Benedetto XVI.
 

 
Le opere esposte al Grand Hotel Trento emozionano, riflettono a pieno gli stati d’animo, il grande dolore delle donne coinvolte nella guerra, madri, mogli, delineandone il ruolo a partire dal primo conflitto mondiale fino alle guerre contemporanee.
L’intento della mostra è anche quello di sollevare un interrogativo ricorrente, una domanda che è anche il leitmotiv dell’esposizione: «Guerre, guerre, guerre… fino a quando?».
La guerra, purtroppo, è una presenza costante nella storia dell’umanità. Non per questo non si deve cercare di fermarla, magari proponendo alternative possibili, in modo da consegnare alle future generazioni un luogo migliore in cui vivere. In alcune zone del mondo è endemica.
Prendendo in considerazione un periodo relativamente recente, possiamo solo osservare che due devastanti guerre mondiali non hanno messo fine ai conflitti anche in Europa, infatti negli anni Novanta del Novecento la pace è stata interrotta a causa della frantumazione della Jugoslavia. 

Proprio negli ultimi decenni del secolo scorso, molte zone del pianeta sono state teatro di conflitti sanguinosi, basti pensare al Sudan, all’Afghanistan, al genocidio del Ruanda, al Guatemala, ma anche alla Cecenia, al Kossovo, alla Liberia, all’Irak, solo per citarne alcune.
E poi pensiamo agli USA e agli attentati alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, tutto il resto è storia recente.
Quando si sente parlare di guerra non dobbiamo pensare unicamente ai morti e ai feriti, intendendola unicamente come conflitto armato, ma anche al fiume di violenza che la guerra stessa scatena, al grande dolore e alla paura di moltissime donne e bambini.
Le donne, come recita il titolo della mostra, hanno sempre dimostrato forza e coraggio, anche in guerra.
L'International Inner Wheel, cui appartiene la «Inner Wheel Trento Castello», è una delle più grandi organizzazioni femminili di service al mondo, attiva in un centinaio di paesi.
Il club femminile Inner Wheel Trento Castello, fondato nel 2007, oggi conta più di una quarantina di socie ed è molto attiva sul territorio.
Approfittando dell’occasione, abbiamo il piacere di porgere a Loredana Bettonte alcune domande.
 

 
Di che cosa si occupa l’associazione?
«La nostra missione è da una parte organizzare eventi di tipo culturale come quello proposto oggi, dall’altra promuovere la solidarietà attraverso la raccolta fondi.
«Gli appuntamenti hanno cadenza mensile, vengono organizzati con l’aiuto di tutte, sono inerenti a problemi legati alla donna, a temi che la riguardano.
«La passione, lo slancio e la motivazione che ci spingono a trattare tematiche culturali, sociali, politiche oppure inerenti i vari comparti della nostra vita, ci fanno acuire l’attenzione per non lasciarci sfuggire alcuna occasione di far vivere il Club in ogni momento
 
Come è nata l’idea di questa mostra?
«Quando abbiamo posato, per la prima volta, lo sguardo sulle opere del Maestro Franco Murer abbiamo colto il suo messaggio accorato, quasi disperato, di secoli di donne, mogli e madri che hanno patito il dramma della guerra, lo strazio di perdere, inutilmente, i propri cari.
«L’emozione si è trasformata quindi in desiderio di condividere con gli altri un progetto del nostro Club. Le opere del Maestro parlano, urlano il messaggio riguardante la forza e il coraggio delle donne, in ogni situazione della vita, anche in guerra, siano mogli, madri o volontarie, trasmettendo l’idea che la guerra è in opposizione alla vita.
«Possono cambiare i secoli, gli armamenti, ma quando vi è il disastro, la distruzione e la morte, la paura e il dolore delle persone è lo stesso per tutti.»
 
Quale fra tutte le opere esposte le è piaciuta maggiormente?
«L’opera dal titolo Mia nonna Emilia. Era la nonna del Maestro Franco Murer, ritratta in una delle porte di legno dipinte ad olio in esposizione.
«Venne colpita negli affetti e privata della casa, nell’agosto del 1944 durante la strage nazista di Caviola; nel momento in cui, mesi dopo, i partigiani le portarono il soldato tedesco responsabile della morte dei due figli, per deciderne la sorte, lei anziché desiderare vendetta lo lasciò andare, pronunciando la sua sentenza con quel anca lu l’ha na mama! (anche lui ha una mamma).»
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it


Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande