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Safer Internet Day 2017: la Polizia Postale di Bolzano

Intervista alla Polizia Postale e alla Psicologa in servizio presso la Questura di Bolzano: definizioni e consigli per contrastare il Sexting e il Cyberbullismo

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In occasione del «Safer Internet Day» la Polizia di Stato - Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bolzano - desidera mettere in rilievo l’attività di sensibilizzazione in favore di scuole e associazioni che svolge da più anni ed in occasione dei quali vengono affrontati argomenti quali: la privacy, il Sexting, la pedopornografia, la navigazione e tutela dei minori, Facebook e i social network, le truffe.
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Al termine dell’anno scolastico 2015/2016 gli incontri sono stati 160 durante i quali, si stima, si siano incontrate circa 13.000 persone (118 di tali incontri sono stati tenuti in lingua tedesca).
Detti incontri continuano ad essere assicurati anche in occasione di quest’anno scolastico.
Da settembre ad oggi sono stati tenuti già 83 incontri durante i quali si stima siano state incontrate circa 6.200 persone (68 di tali incontri sono stati tenuti in lingua tedesca).
 
Innumerevoli sono state le attestazioni di stima e di ringraziamento per questa attività informativa e di prevenzione - che nel corso degli anni ha visto un impegno sempre maggiore da parte della Sezione della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bolzano - svolta anche presso sedi scolastiche site in località periferiche e montane, che ha permesso di instaurare un rapporto di collaborazione e fiducia con i dirigenti scolastici con evidenti benefici per giovani e studenti (ad esempio non si sono registrati rilevanti episodi legati al cyberbullismo o alle molestie e/o atti persecutori in rete) ma anche per gli stessi genitori.
 
Le sinergie con le altre istituzioni impegnate in quest’opera di prevenzione - fra le quali la scuola ha un ruolo di primaria importanza - e il contatto continuo con le persone rimangono gli elementi cardine per poter trasmettere il «virus» buono della legalità, tenendo ben presente che una società, che non ha la cultura della legalità a fondamento della propria esistenza, non ha alcuna reale prospettiva né di crescita né di sviluppo.


 
 Per un possibile approfondimento dei termini 
Sexting – Cyberbullismo.
 
Il sexting, anche fra i più giovani, è considerato una vera e propria moda.
Consiste nello scambio di foto e video amatoriali dal contenuto «sessualmente esplicito», spesso realizzate con il cellulare e diffuse tramite whatsapp, chat, social network e applicazioni varie.
Il fenomeno - nei teenager - ha le sue origini da un concetto di condivisione della propria immagine un «po’ distorto».
Infatti essi amano fotografarsi in ogni luogo ed in ogni modo, semplicemente per mettersi al centro dell’attenzione con i propri coetanei.
 
Il termine inglese «cyber bulling» (bullismo elettronico o bullismo in internet) indica l’utilizzo di tecnologie di informazione e delle comunicazioni per mettere in atto intenzionalmente comportamenti ostili, aggressivi, diffamatori nei confronti della vittima prescelta.
Il cyberbullismo comprende tutte le forme di prevaricazioni e prepotenze tra coetanei messe in atto attraverso internet: posta elettronica, blog, reti sociali, siti di diffusione di immagini e filmati o attraverso telefoni cellulari: whatsapp, sms, fotografie scattate senza permesso, scambio di filmati, diffusione di filmati intimi.
 

 
 Intervista alla Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bolzano 
 
Quanti casi di sexting/cyberbullismo sono stati registrati durante l’anno 2016 presso la Sezione Polizia Postale di Bolzano?

«Il seguente dato è parziale poiché i cittadini si possono presentare anche presso altri Uffici di Polizia; per quanto riguarda la Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bolzano il numero complessivo dei casi trattati è di circa una decina.
«Va detto che non si tratta di un dato allarmante anche grazie al fatto che viene svolta, all’interno delle scuole, un’ampia attività di sensibilizzazione sia da parte della Polizia Postale e delle Comunicazioni ma anche da parte delle scuole stesse.
 
Un minore può, ad esempio, fotografarsi nelle parti intime ed inviare, quindi, l’immagine ad un'altra persona?
«Assolutamente no! Tali condotte possono essere estremamente pericolose in quanto tali immagini, una volta pubblicate in rete possono alimentare il mercato illegale della pornografia minorile e possono anche essere utilizzate dai cyberbulli per mettere in atto condotte persecutorie, prevaricanti e diffamatorie nei confronti delle proprie vittime.
 
Oltre alle conseguenze di ordine penale quali altre conseguenze può comportare la «pratica» del «sexting»?
«Le conseguenze possono essere di varia natura.
Tuttavia giova ricordare che di tutte quelle immagini che vengono inviate con il cellulare e/o pubblicate sui social network, il titolare, ne perde definitivamente il controllo e, le stesse, potrebbero anche venir condivise da milioni di utenti.
«Quindi, anche una foto ove sono ritratta o ritratto in un atteggiamento «sessualmente esplicito» e che ho inviato a qualcuno con il cellulare in qualsiasi momento, anche a distanza di anni, può riemergere creandomi dei notevoli danni e mettendomi in un forte stato di imbarazzo.
«Inoltre l’uso così disinibito di foto a sfondo sessuale può diventare strumento pericoloso nelle mani dei bulli che possono così ricattare in vario modo le loro vittime oppure estorcere loro denaro o altri beni in cambio del loro silenzio e della mancata diffusione di quelle immagini.
 
Quali potrebbero essere le conseguenze a cui va incontro un cyberbullo che decide di danneggiare qualcuno pubblicando fotografie e/o informazioni false o poco lusinghiere sul conto della sua vittima?
«L’argomento è di sicuro interesse poiché molti adolescenti e giovani rischiano di sottovalutare condotte che potrebbero ben presto riservare delle spiacevoli sorprese. Infatti il bullo - che in rete è quasi sempre identificabile - potrebbe venir accusato di aver violato l’articolo 595 comma 3 c.p. (diffamazione) e rischiare la reclusione da 6 mesi a 3 anni o una multa non inferiore ad € 516,00.
«A seconda dei casi potrebbero emergere anche delle condotte che integrano i reati di cui all’articolo 612 (minaccia) o il 612bis del c.p. (atti persecutori)che prevedono pene da 6 mesi a 4 anni.
«Nel caso in cui il bullo pubblichi poi delle foto di altre persone senza il loro consenso questa condotta comporterebbe altresì la violazione della normativa prevista dal D.Lgs 196/2003 (T.U. Privacy) con pene che prevedono la reclusione da 6 a 24 mesi.
 
 Intervista alla D.ssa Silvia Mulargia sui fenomeno «sexting e cyberbullismo.» 
(Psicologa della Polizia di Stato in servizio presso la Questura di Bolzano)

 
Ci sono dei dati che indicano la percentuale dei giovani che praticano il «sexting»?
«Alcune ricerche condotte in questi anni da Telefono Azzurro ed Eurispes mostrano che immagini, testi e video a sfondo sessuale vengono ricevuti spesso da amici (38,6% dei casi), dal proprio ragazzo/a (27,1%) da conoscenti (9,9%), ma in alta percentuale anche da estranei (22,7% dei casi).
«Inoltre una indagine del 2014 ha evidenziato che il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting. Inoltre in Italia un ragazzo su quattro, tra gli 11 e i 14 anni, ha fatto sexting almeno 1 volta.
«E’ emerso anche che il Sexting sembrerebbe interessare sia maschi che femmine, seppure con qualche differenza ovvero sono prevalentemente i maschi a inviare messaggi a sfondo sessuale (contro il 3,6% delle femmine) e riceverli (15,5% contro il 7,1% delle ragazze).»
 
Cosa possono fare i genitori per effettuare una certa sorveglianza sui loro figli?
«Troppo spesso i genitori tendono ad ignorare l’esistenza del fenomeno o a sottostimarne la pervasività e la pericolosità.
«È importante essere sempre ben disposti all’ascolto e al dialogo aperto e costruttivo su argomenti che riguardano la sfera della sessualità, dell’affettività.
«È importante dare e fare informazione, comprendere eventuali disagi o insicurezze tipiche del periodo adolescenziale.
«E’ importante, per gli adulti di riferimento, parlare con i ragazzi delle conseguenze di tali comportamenti e spiegare anche il rischio di essere accusati di produzione e distribuzione di materiale pedopornografico.»
 
Quali sono le pratiche di cyberbullismo più utilizzate dal bullo?
«L’obiettivo del bullo è molestare la vittima, minacciarla, deriderla; in particolare diffondere pettegolezzi maliziosi, mettere sul web fotografie o registrazioni video diffamatorie, mandare e-mail sgradevoli e volgari, mandare e-mail o messaggi istantanei con contenuti pornografici, far circolare battute o barzellette di pessimo gusto con il chiaro intendo di offendere, diffamare, escludere o isolare intenzionalmente la vittima da un determinato gruppo o social.»
 
A quali indicatori i genitori devono prestare attenzione per capire se un loro figlio è vittima di bullismo elettronico?
«Un problema molto rilevante che coinvolge le vittime del bullismo elettronico è il silenzio.
«Spesso, circa la metà delle vittime, (come anche nel bullismo tradizionale) dichiara di non avere detto a nessuno delle aggressioni elettroniche subite e chi ha scelto di confidarsi ha preferito principalmente un amico.
«Pertanto gli indicatori che soprattutto i genitori non devono sottovalutare sono: cambiamento improvviso nelle abitudini di utilizzo di internet ovvero il ragazzo /a fa un uso eccessivo del computer e di Internet, è turbato/a dopo aver utilizzato internet; ha un calo rilevante nel rendimento scolastico e nella frequenza scolastica; il ragazzo/a diventa isolato rispetto alle normali interazioni con la famiglia e gli amici; presenta ansia diffusa, umore depresso.»
 
Se si è vittima di «cyberbullismo» come comportarsi?
«Non rispondere a e-mail o altri messaggi offensivi o molesti.
«Salvare i messaggi offensivi che si ricevono annotando giorno ora in cui il messaggio è arrivato; cambiare il proprio nickname, cambiare il numero del cellulare, non fornire mai dati personali a chi si incontra in chat o sul web, parlarne immediatamente con i genitori o insegnanti e in caso di minacce, di molestie continue contattare un Ufficio di Polizia.»
 
Cosa fare per contrastare questo fenomeno sociale preoccupante?
«E’ fondamentale responsabilizzare i genitori e gli insegnanti sull’importanza di promuovere una cultura digitale che indirizzi i ragazzi ad un uso corretto e sano delle nuove tecnologie.
«E’ indispensabile soffermarsi anche sulla cultura del rispetto, assertività, empatia e senso critico.
«Il metodo più efficace è sempre l’educazione, la quale deve partire sicuramente dalle famiglie che, tuttavia, non devono rimanere sole nella lotta al bullismo, ma essere sostenute ed accompagnate in questo percorso educativo anche dalla scuola e dai mezzi di informazione.»
 
 Il «Servizio Sms». 
È importante ricordare anche l’importante iniziativa, portata avanti dalla Questura di Bolzano, riguardante l’attivazione del «Servizio Sms» per la prevenzione e il contrasto anche dei fenomeni di bullismo.
Chiunque dal proprio cellulare può inviare al numero gratuito 43002 un messaggio per segnalare episodi di bullismo.
La Questura ricorda che sarà possibile mandare un messaggio anche in lingua tedesca.
Un’unica formalità da seguire: il messaggio dovrà contenere all’inizio l’indicazione della provincia nella quale si è verificato l’evento da segnalare.
Bisognerà dunque indicare la parola Bolzano o Bozen.
La segnalazione arriverà alla sala operativa della Questura che attiverà il personale presente sul territorio.
Il servizio non è rivolto soltanto ai più giovani, ma anche a genitori ed insegnanti.
Le segnalazioni inviate tramite sms saranno trattate nel totale rispetto della privacy.

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