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Safer Internet Day 2017: la stampa si impegni sempre di più

Internet deve isolare il fenomeno che già passa alle cronache come «demenza digitale»

Abbiamo pubblicato ieri l’estratto del rapporto Eurispes che denuncia come «l'87,5% dei giovanissimi sia stato vittima di cyber stalking».
Le vittime si concentrano in particolare nelle fasce d’età tra i 18 ed i 44 anni, con un picco tra i 25 ed i 34 (20%).
Gli stalker risultano essere molto spesso ex partner (nel 37,1% dei casi); in secondo luogo vengono citati conoscenti (17,4%) e colleghi (15,9%).
Dati a dir poco vergognosi, ai quali bisogna mettere mano.
Si stanno finalmente muovendo le Istituzioni, come possiamo vedere da altri interventi pubblicati anche oggi.
 
Il nostro giornale dedica da anni molte attenzioni ai fenomeni di Cyberbullismo e Sexting.
Da una parte mettiamo in guardia i lettori dalle bufale e dalle trappole che popolano i social, dall’altra il nostro psicologo Giuseppe Maiolo pubblica con un ottimo tempismo i suo interventi man mano che la cronaca li mette alla luce.
I nostri lettori sono dunque aiutati periodicamente sui nuovi pericoli che vanno ad affaticare la crescita dei nostri bambini.
Tuttavia vogliamo lo stesso aggiungere un paio di concetti su Internet, che è la più grande opportunità che ha arricchito il secondo millennio e che vogliamo mantenere tale.
 
Anzitutto, i bastardi che amano insidiare i bambini esistono da sempre. Ma l’idea di poter farla franca con la copertura della rete ha scatenato molti «orchi».
Beh, quei tempi sono finiti e i cosiddetti «furboni» stanno per passare alle cronache come «dementi digitali».
In Internet tutto lascia tracce e le tracce consentono il più delle volte di raggiungere tutti.
Una persona normale, ricordiamo, lascia più tracce di un jumbo. Ed è bene che lo sappiano tutti.
 
Il secondo concetto riguarda i genitori, che devono anzitutto impedire che i loro figli navighino in rete prima dei 10 anni.
Naturalmente il rapporto di fiducia genitori-figli deve più che mai essere attivo.
Di solito preferiscono confidarsi con i propri coetanei. E per questo è bene anche almeno uno dei coetanei sia in rapporto di fiducia con i propri genitori.
Non va dimenticato poi che anche il proprio figliolo potrebbe essere il bullo di turno. Il più delle volte è una questione di cultura e di educazione, ma può capitare che si debba intervenire di forza.
Non dimentichiamo che il bullismo è l’anticamera al malaffare.
 
Infine, la legge e la giustizia.
Le norme giuridiche che regolano la professione giornalistica sono valide anche per tutti gli altri cittadini.
Ma mentre per i giornalisti c’è l’Ordine che ne regola i comportamenti, per chi si esprime nei social network non ci sono freni. Tutto sembra lecito perché nessuno sanziona i comportamenti nocivi.
È bene sapere che quei tempi stanno per finire. La Comunità Europea ha deliberato di invitare gli Stati che la compongono a emanare leggi che puniscano i responsabili dei social e coloro che ne approfittano.
In tutti i casi suggeriamo di non dimenticare mai che un giornale iscritto al Registro della Stampa in Tribunale e al Roc è (fatte le dovute eccezioni) sempre una garanzia di trasparenza e di correttezza.

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