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In tutto sono 17 le misure cautelari dell’Operazione «Mandinka 2»

Dodici gli arrestati: quattro della Guinea, due del Gambia, due del Senegal e due dal Mali – Due i trentini – Cinque le altre misure cautelari eseguite

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La notizia l’abbiamo data stamattina, ma alle 10.30 siamo stati alla conferenza stampa della Questura che ha fornito i dettagli dell’operazione che ha stroncato un traffico di droga a Trento.
L’incipit è avvenuto quando alcuni giovani di Rovereto hanno rischiato l’overdose in seguito all’assunzione di stupefacenti. Oltre a individuare e arrestare i responsabili più immediati al termine dell’operazione «Mandinka», la Mobile di Trento ha svolto le indagini del caso, mettendo sotto osservazione i più probabili spacciatori della zona.
Alla fine sono arrivati a individuare l’intera rete, ma è stato un lavoro difficile, ha detto il capo della Mobile di Trento dott. Ascione, perché questi individui comunicavano nella loro lingua e con WhatsApp, di per sé più difficile da monitorare.
Infatti, i numerosi personaggi coinvolti nel traffico illecito erano di origine africana e solo due erano trentini. E questo è il lato più triste della vicenda, in quanto si tratta di richiedenti asilo politico.
Non che il reato sia meno grave se a commetterlo siano dei cittadini italiani, ma l’idea che delle persone che sono in Italia in attesa di venire riconosciuti come aventi diritto all’asilo è davvero irritante.


 
In tutto la Squadra mobile ha eseguito 17 misure cautelari.
Dodici di queste erano custodie cautelari in carcere, in altre parole arresti. Tre di questi sono latitanti.
Delle altre cinque, si tratta di un obbligo di dimora, un divieto di dimora, tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’operazione ha riguardato anche le piazze di Roma e di Milano, perché la fornitura della merce avveniva nelle due metropoli.
Inoltre, ci è stato detto, la qualità della droga - hashish ed eroina - era migliore di quella normalmente reperibile in piazza, il che infastidiva gli spacciatori locali.
I banditi spacciavano in Piazza Dante e in Piazza Santa Maria, ma qualche volta sono stati visti in prossimkità del MUSE e si sono portati perfino alle uscite degli istituti scolastici.
 
Questi cosiddetti profughi provengono in quattro dalla Guinea, due dal Gambia, due dal Senegal, due dal Mali.
I due trentini sono un 42enne di Trento e un 54enne, anaune residente a Trento.
Quello che ci si domanda è che fine faranno questi personaggi.
Ovviamente la gente si aspetta che vengano espulsi, ma il tutto avverrà nei tempi consentiti dalla legge, con tanto di processi e ricorsi, tanto hanno diritto alla difesa legale anche se non possono permettersi un avvocato.
Uno degli arrestati aveva il permesso di lavoro, che ovviamente gli è stato ritirato.

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